Otto sorelle fanno grande il made in italy di Ugo Bertone
Otto sorelle fanno grande il made in italy Otto sorelle fanno grande il made in italy Le leader in Piazza Affari sono tutte leader neirimpiantistica: H-2807o nel 2004 Ugo Bertone NON è un settore di cui si parla molto. Eppure è il comparto che ha dato maggiori soddisfazioni ai risparmiatori nel 2004, più dell'enei^gia, delle utilities o delle telecom. Il miglior settore della Borsa italiana, infatti, è quello dell'«impiantistica e macchinari» che nei primi dieci mesi dell'anno ha messo a segno un rialzo pari al 280Zo circa. Non solo. Tutte le 8 società raccolte sotto questa dizione figurano in territorio positivo. Nell'ordine: Danieli (4-540Zo), Saipem (4-42,50Zo), Trevisan Cometal 1+27,7), Trevi 1+19,2), Biesse (+18). Chiudono la lista 3 titoh, per ora, meno spumeggianti: Negri Bossi ^7,4) Ima ^5,2) e De Longhi 1+3,2), che non ha ancora tratto benefici dal maggior sforzo industriale in Cina. Non è certo casuale, comunque, il boom di buona parte delle società che fanno parte di questa lista, ima sorta di concentrato delle cose migliori del «made-in Italy». Un tratto che accomuna le «magnifiche otto» è la forte esposizione all'andamento dei mercati intemazionali, soprattutto quelli extraeuropei. Per questa ragione queste imprese sono state in grado di sfruttare la congiuntura brillante dell'economia, intemazionale, soprattutto in Asia. Inoltre, si tratta di aziende che, a modo loro, rappresentano posizioni di leadership nei mercati di riferimento. Prendiamo il caso della Trevi, media azienda romagnola ma ai primi posti nel mondo nel settore delle fondamenta per le costruzioni e dei macchinari per questi lavori o della Trevisan, che produce macchinari per la verniciatura ad alluminio: in settimana, grazie alla sua tecnologia leader, la società si è aggiudicata la commessa per realizzare il primo impianto di verniciatura verticale negli Usa, per conto di Atrium companies. La Trevi, che si è assicurata importanti contratti in Algeria e in Iran battendo la concorrenza americana, può oggi vantare una tecnologia d'avanguardia nelle trivelle petrolifere. Altro caso classico di inventiva italiana è rappresentato dalla bolognese Ima. L'azienda, specializzata nei macchinari per l'impacchettamento del té e dei prodotti farmaceutici, punta sia ad aumentare fatturato asiatico (oggi il 100Zo) sia ad acquisizioni in Usa e Germania. Si tratta, inoltre, di società che hanno attraversato fasi complesse di ristrutturazione negh armi più difficili, quando la domanda stentava a manifestarsi e certi settori sono stati considerati, a torto, avviati verso il declino. E' emblematica, in questo caso, la vicenda della Danieli di Udine, specializzata nella produzione eh impianti per l'acciaio, oggi assai attiva in Cina (ma anghe in Brasile). O della stessa Biesse, leader marchigiana nella costruzione delle macchine per la produzione del legno che ha dovuto fare i conti, per tutto il 2003, conia svalutazione del dollaro che ne ha reso problematica la tenuta. Naturalmente, su altra scala, analogo discorso merita la Saipem. Il colosso di casa Eni ha patito fino a pochi mesi le conseguenze dell'instabilità dei mercati petroliferi, che avevano rallentato i programmi dei nuovi investimenti. Dalla metà del 2004, al contrario, le molte trattative in coreo si sono tradotte in nuovi contratti che hanno portato il portafoglio ordini ai massimi di sempre. L'ultima caratteristica che accomuna quéste multinazionah piccole e grandi dell'economia itahana è il favore che incontrano tra i grandi investitori intemazionah che sono presenti nell'azionariato delle otto sorelle. Ancora una volta a sfruttare i punti di forza del listino italiano sono stati, insomma, i gestori anglosassoni. Ma, a detta degh esperti, margini di crescita ce ne sono ancora: nel settore dell'impiantistica si lavora su orizzonti di medio-lungo termine. Soprattutto sul fronte degh investimenti del greggio che promettono di crescere nei prossimi anni. L'impiantistica, insomma, ha le carte in regola per rivincere l'Oscar di Piazza Affari. [Borsa&Finanza] Gli investimenti nel greggio rilanciano Saipem e Trevi. L'acciaio traina i conti di Danieli Ima e De Longhi puntano sulla Cina Il dollaro in discesa non ferma la Biesse
Persone citate: Danieli, De Longhi, Negri Bossi, Trevisan
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