Baghdad proclama per 60 giorni lo stato d'emergenza

Baghdad proclama per 60 giorni lo stato d'emergenza SI PREPARA L'ASSALTO FINALE Al RIBELLI DEL TRIANGOLO SUNNITA Baghdad proclama per 60 giorni lo stato d'emergenza Il premier: «Abbiamo voluto mandare un messaggio potente sulle nostre intenzioni. Vogliamo che le elezioni si tengano in gennaio» A Falluja nella notte preso dalle forze speciali l'ospedale della città Paolo Mastrolilli NEW YORK Come Iwo Jima, la Corea, o la riconquista di Hue dopo l'offensiva del Tet in Vietnam. I comandanti americani non hanno risparmiato i paragoni con la Storia, preparando i loro uomini all'offensiva di Falluja, dopo che il premier Allawi ha proclamato lo stato d'emergenza in Iraq per 60 giorni. Il leader di Baghdad ha spiegato così la sua decisione: «La legge marziale manderà un messaggio molto potente sulla nostra serietà. Noi voghamo che le elezioni di gennaio si tengano. Voghamo la sicurezza, affinché il voto avvenga in maniera pacifica e la popolazione possa partecipare liberamente, senza intimidazioni da parte dei terroristi e-delle forze che cercano di distru^ere il processo pohtico». Lo stato d'emergenza prevede il coprifuoco, la chiusura delle strade in alcune città, il divieto di movimento, la detenzione delle persone sospettate di rappresentare un rischio per la sicurezza, e le perquisizioni nelle case. Allawi ha mandato inviati nei Paesi arabi vicini, per spiegare le ragioni del provvedimento, che il portavoce Thair Hassan al-Naqeeb ha riassunto così: «Se la violenza in Iraq non verrà riportata sotto controllo, potrebbe crescere al punto di minacciare la stessa stabilità interna del Paese e dell'intera regione». Ieri sera l'ospedale della città è stato preso dalle forze speciah, senza sparare un colpo. Lo stesso Pentagono specifica che si è trattato del primo passo che prelude all'assalto. Ma non per questo l'offensiva vera è da considerarsi imminente. Una compagnia di carri armati dei marines e una unità di fanterìa sono stati dispiegati in un'area di raccolta alla periferìa della città. Dopo la dichiarazione della legge marziale, i comandanti americani sono andati a preparare i circa 10.000 marines che da giorni circondano la città, e aspettano l'ordine per assalirla insieme ad un battaghone della Prima Divisione di Fanterìa Usa, e due brigate del nuovo esercito iracheno. «Questa ha spiegato alle truppe il.generale John Sattler, capo della prima Marine Expeditionary Force - è una battagha dell'America. I nostri partner iracheni vogliono che noi andiamo dentro e liberiamo Falluja. Loro pensano che questa città sia tenuta in ostaggio da criminali, assassini e terroristi. Dio benedica ciascuno di voi. Sapete qual è la vostra missione. Andate a compierla». Ancora più duro il sergente maggiore Carlton Kent: «La battagha di Falluja non sarà diversa da Iwo Jima, Inchon in Corea o Hue in Vietnam. State per fare la Storia. Io non ho dubbi, se riceveremo l'ordine, che ognuno di voi farà quello che avete sempre fatto: prendere a calci un po' di sederi». A Falluja, secondo l'intelligence americana, si nascondono almeno 3000 guerrigheri. Tra loro dovrebbe esserci anche Abu Musab Zarqawi, considerato il braccio di Al Qaeda in Iraq, responsabile degh attentati più sanguinosi e della decapitazione degh ostaggi occidentali. Ad aprile, dopo il linciaggio di quattro americani, bruciati e impiccati a un ponte, i marines aveva già lanciato un'offensiva. Ma poi il Pentagono l'aveva bloccata, a causa della pressione per le vittime civili, e aveva accettato che una forza locale prendesse il controllo della città. Da sei mesi, quindi, Falluja è nelle mani dei ribelli, che hanno potuto organizzare le difese. La resa dei conti è stata rimandata di settimana in settimana, prima per consentire i negoziati e poi per le presidenziali americane. Ora, però, la maggioranza degh americani chiede una soluzione alla crisi irachena, che magari consenta l'inizio del disimpegno dopo le elezioni di gennaio. Falluja è il punto giusto da cui partire per riportare l'ordine in vista del voto, anche perché è un simbolo che manderebbe un segnale a tutte le altre città e ai capi tribù ribelli: megho accordarsi che morire. A Samarra, però, dopo la recente offensiva americana le autorità locali non sono riuscite a ristabilire la pace, e il segretario generale dell'Orni Kofi Arman ha lanciato un monito: non prendete iniziative militari che compromettano il rapporto con la popolazione. I comandanti americani si aspettano una dura battagha urbana, di quelle che non vedevano dai tempi del Vietnam, e perciò hanno distribuito ai loro uomini le piastrine per riconoscere i cadaveri. Ma hanno bombardato per giorni le postazioni della guerriglia, useranno carri armati e mezzi corazzati Stryker, e preferiscono lo scontro aperto allo stillicidio degh attentati: «I marines feriti durante gh ultimi cinque mesi - ha spiegato il colonnello Gareth Brandi - sono stati attaccati da un nemico senza volto. Ora il nemico ha una faccia. Si chiama Satana, vive a Falluja, e noi lo distruggeremo». LA SITUAZIONE KùrdUtii^lÉdieno IL TRIANGOLO SUNNITA E' la regione abitata prevalentemente da musulmani sunniti. Qui risiedono le tribù che erano più fedeli al regime di Saddam Hussein, originario di Tikrit VERSO L'ASSALTO FINALE A FALLUJA GII abitanti di Falluja Circa la metà è fuggita n KUWAIT JJi M Soldati americani e iracheni che assediano la città Gli insorti, tra iracheni.e combattenti stranieri fedeli ad Abu Musab al Zarqawi Il primo ministro iracheno lyad Allawi ha decretato lo stato di emergenza in tutto il paese, con l'eccezione del Kurdistan iracheno, per un perìodo di 60 giorni Uno dei diecimila soldati americani schierati attorno a Falluja. La città del triangolo sunnita è da ieri completamente accerchiata