E' morto, no, parla. E' in fin di vita, migliora

E' morto, no, parla. E' in fin di vita, migliora L'ALTALENA MEDIATICA AL CAPEZZALE DEL RAISS E' morto, no, parla. E' in fin di vita, migliora Cesare Martinetti L' ULTIMA su Arafat racconta che il coma non è irreversibile, ma i danni cerebrali sì. Ma quante se ne sono dette su questa malattia il cui primo mister» è appunto la malattia stessa. Di cosa è ammalato Yasser Arafat? Un'anomalia nel sangue. Ma che significa? Il film degli ultimi dieci giorni è un'incredibile altalena: morto, vivo, morto fino a quando ieri mattina il quotidiano israeliano Yediot Aharonot che qualche giorno fa l'aveva già seppellito ha rivelato che nella notte venerdì e sabato il raiss aveva riaperto gh occhi: 47 (il «resuscitato») per chi gioca al lotto. E poi addirittura che aveva comunicato con i medici: 48 morto che parla! Il primo allarme sulle condizioni di salute di Yasser Arafat risale a sabato 23 ottobre quando un'equipe di medici tunisini viene autorizzata da Israele a rendere visita al raiss a Ramallah. Al termine del consulto il portavoce Abu Rudeina dice che «è tutto OK». Il giorno dopo i tunisini rendono la loro diagnosi: «E' una forte influenza». Mercoledì 27 la radio israeliana comunica che Arafat «ha perso conoscenza». I palestinesi ammettono una situazione critica dovuta alla «rottura del digiuno del ramadan». Il governo israeliano dice che per curarsi Arafat «può andare dove vuole». Rudeina smentisce che abbia perso conoscenza. Giovedì 28 ottobre il raiss si rivolge al «popolo palestinese» e al mondo intiero per rassicurare tutti sulle sue condizioni di salute. Ma non si sente la sua voce. Il messaggio è trasmesso da uno dei suoi. Arriva a Ramallah un'equipe di medici giordani, tra i quali c'è un neurologo. Il portavoce di Sharon conferma che Israele non gh porrà restrizioni di movimenton per le cure. Uno dei medici dichiara che Arafat soffre di un'anomalia del sangue dovuta a «un'infezione virale, a un cancro o aun avvelenamento sanguigno». Deve essere ricoverato all'estero. Si fa subito l'ipotesi dì Parigi. In serata la tv palestinese diffonde immagini di Arafat in pigiama attorniato dai medici: è molto dimagrito, ma sorride. La moglie Suha, che aveva lasciato la Palestina quattro anni fa, arriva in serata a Ramallah. Venerdì 29 un elicottero lo trasporta ad Amman dove lo attende un Falcon del govemo francese. Mentre sale sul velivolo il raiss manda baci alla folla. E' l'ultima sua immagine in movimento. Quando alla sera arriva a Parigi, dall'aereo scende una barella, entra neD'ospedale militare di Clamart e nessuno lo vede più. Sabato 30 la Cnn rivela che Arafat non è più in possesso delle sue facoltà e che è ammalato di leucemia. La portavoce palestinese LeUaShahid smentisce: «Ha passato una buona notte, ha parlato al telefono con la fighe, sta già meglio. Non ha la leucemia». Lunedì la stessa Shahid dice che Arafat sta «ancora meglio» e smentisce le voci di avvelenamento. Giovedì 4 è trasferito nel reparto cure intensive. La situazione è «critica», ammette Abu Rudeina. Alle 16,25 la radio militare israeliana annuncia che è morto. Bush, appena rieletto, in conferenza stampa «affida» a Dio l'anima di Arafat. Alle 18,25, il generale Estripeau, portavoce dell'ospedale militare in cui è ricoverato, legge un brevissimo bollettino medico: «Arafat non è deceduto». Ma intanto «fonti mediche» anonime, ma così ufficiali da parlare con la France Presse, rivelano che è in coma irreversibile: morte cerebrale. Venerdì 5 Leila Shahid dice ai giornalisti: «Non è assolutamente vero. E' in coma, ma reversibile». Ammette: «Potrebbe però non risvegliarsi». In serata il generale Estripeau annuncia: «Le sue condizioni non si sono degradate». Ma quali sono le sue vere condizioni? Il portavoce Abu Rudeina: «Il suo stato di salute ci ispira fiducia. Non è né incosciente né in coma». E Mohamad Dahlan, capo della sicurezza, aggiunge rivolto ai giornalisti: «E' capace di uscire dall'ospedale e venirvi a parlare». Sabato 6, il quotidiano Yediot Aharonot, annuncia che nella notte ha aperto gh occhi. Il presidente dell'Anp Yasser Arafat, con la moglie Suha, durante la partenza da Ramallah alla volta di Parigi

Luoghi citati: Amman, Israele, Palestina, Parigi