Powell in ascesa Rumsfeld giù per il nuovo Bush

Powell in ascesa Rumsfeld giù per il nuovo Bush I CAMBIAMENTI NELLA SQUADRA DELLA CASA BIANCA Powell in ascesa Rumsfeld giù per il nuovo Bush Il segretario di Stato dovrà trovare una via d'uscita per la crisi irachena Al Pentagono è cominciata la resa dei conti tra i falchi neoconservatori La superconsigliera Rice potrebbe diventare la prima donna alla Difesa Paolo Mastrolilli BOSTON Facce nuove nel governo, stessi stretti consiglieri, e aggiustamenti nella linea politica che adesso guarda all'eredità storica di George W. Bush. E' facile sbagliare, quando si fanno speculazioni così a caldo, ma ogni secondo mandato porta cambiamenti nell'amministrazione americana, per stanchezza dei protagonisti e necessità di aggiornare la linea. Seguendo l'ordine di successione alla Presidenza, il posto più importante in palio è quello di segretario di Stato. Fino a | qualche mese fa, tutti gli analisti scomettevano sulla partenza di Colin Powell. L'ex gene- j'frale'ave^apénsò quasi tutte le I battaglie politiche con il capo del Pentagono Donald Rumsfeld, era stato emarginato, aveva subito l'umiliazione del discorso all'Onu sulle armi di distruzione di massa mai trovate in Iraq, e sembrava pronto a mollare. Se decidesse comunque di andare via, tra i possibili successori vengono citati la consigliera per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice e l'ambasciatore alle Nazioni Unite John Danforth. Ma il vento pare cambiato, dopo le difficoltà emerse in Iraq. La dottrina neoconservatrice sull'esportazione della democrazia con la forza non ha dato ancora i risultati sperati e, quindi, nel secondo mandato Bush potrebbe chiedere proprio a Powell di rie- quilibrare il timone della diplomazia americana, per cercare una via d'uscita alla crisi di Baghdad, una soluzione alle tensioni con Iran e Corea del Nord, e un riawicinamento con la «vecchia Europa». Proprio per questo, invece, le quotazioni di Rumsfeld vengono date in ribasso. Il capo del Pentagono potrebbe restare ancora un po' al suo posto, per aggiustare la situazione in Iraq e non scaricare il problema sulle spalle del successore. Pochi, però, scommettono sul fatto che completi il secondo mandato. Anche qui. tra i candidati c'è la Rice, che diventerebbe la prima donna alla guida del ministero della Difesa. Il vice Paul Wolfowitz amerebbe prendere il posto del suo capo, ma molto dipende da come Bush valuterà la propria rielezione. Se riterrà «vendicata» la sua strategia in Iraq, potrebbe anche promuovere uno degli architetti neoconservatori del conflitto. Se invece deciderà che Baghdad gli è quasi costata la rielezione, e ora serve un cambiamento per salvare la propria eredità storica, Wolfoyjjdtzlascerebbe il governo o magari andrebbe al posto della Rice come consigliere per la sicurezza nazionale. Ma per questa poltrona sono in corsa anche I. Lewis Libby, capo dello staff del vicepresidente Dick Cheney, e Steven Hadley, vice di Condoleezza. Intanto, il ministro della Giustizia John Ashcroft viene dato come sicuro partente, perché non sta bene in salute ed è considerato una figura troppo controversa per il secondo mandato. Forse il suo «Patriot Act», la legge in scadenza per le mvestigazioni domestiche sul terrorismo, verrà ripresentato, ma ci vorrà un mediatore diverso per farlo digerire alla nazione. Tra i candidati spicca l'ex vice di Ashcroft, Larry Thompson, che sarebbe il primo nero a occupare il posto. Dovrebbe andare via anche il ministro del Tesoro John Snow, che con la gaffe sul «mito» dei posti di lavoro persi in Ohio ha sabotato la rielezione a Bush. Al suo posto si parla del capo dei consiglieri economici del Presidente, Stephen Friedman, o dell' uomo d'affari californiano Gerald Parsky. Quanto a Mark Racicot, presidente della campagna di rielezione del ticket repubblicano, ambirebbe al ruolo di ministro del Bilancio, mentre Mercer Reynolds, finanziatore di Bush e suo socio all'epoca del business con la squadra di baseball dei Texas Rangers, vorrebbe diventare ministro del Commercio. Infatti il tito- ' lare della poltrona, l'altro vecchio amico di George, Don Evans, sarebbe pronto a tomare nel settore privato. Tra i consiglieri più stretti, invece, non sono attese grandi rivoluzioni, a parte la probabile promozione della Rice. Karl Rove, l'eminenza grigia politica che ha fatto vincere Bush due volte, resterà al suo posto di braccio destro. Andy Card, il capo dello staff della Casa Bianca, potrebbe andare via, ma soltanto per diventare ministro del Tesoro oppure della Sicurezza Nazionale. In questo caso verrebbe sostituito da Joshua Bolten, attuale ministro del Bilancio. Il direttore delle comunicazioni Dan Bartlett e il portavoce Scott McClellan voghono restare, ma, se il secondo cambiasse idea, il suo posto potrebbe andare a Dan Senor, già volto ufficiale dell'amministrazione americana in Iraq. Tra i candidati c'è anche Nicole Devenish, portavoce della campagna di rielezione, mentre il manager Ken Mehlman diventerà presidente del Partito repubblicano, se non deciderà di tornare nel settore privato. Una squadra nuova che non dovrà più guardare alla rielezione nel 2008, vietata dalla Costituzione, ma al posto di Bush nella storia.