«Non ho voluto imitare Ken Loach» di Roberto Pavanello

«Non ho voluto imitare Ken Loach» IL REGISTA GAGLIANONE: SPERO CHE AIUTI GLI ADULTI A RICORDARSI GIOVANI «Non ho voluto imitare Ken Loach» Roberto Pavanello TORINO Stanco ma soddisfatto per l'ottima accoglienza ricevuta nell'anteprima torinese, Daniele Gaghanone parla del suo film. Cosa spera per «Nemmeno il destino»? «Che riesca a parlare al maggior numero di persone possibile. E penso che possa farcela. Ai ragazzi che si riconosceranno nei protagonisti, ma anche agli aduitì ohe potranno in loro rivedersi. Perché, come la collocazione spaziale potrebbe porre la vicenda in qualsiasi periferia, eoa, l'azione si svolge oggi ma senza una stretta definizione temporale». Alla fine Alessandro fugge in montagna e la memoria va alla fuga al mare di Antoìne Doinel ne «I 400 colpì» di Francois Truffaut. «Non è stata una scelta consapevo¬ le. Quando me ne sono accorto è stato imbarazzante pensare a un paragone dì qualsiasi tipo... un capolavoro come "1400 colpì"...» Restando sui paragoni, «Nemmeno il destino» racconta sottoproletariato quasi disperato: Gaglianone come Ken Loach? «Oddio, Loach mi piace, ma non ho voluto fare un film alla sua maniera. Il mio è un realismo allucinato e allucinatorio». Perciò, nonostante la scelta di attori non professionisti come protagonisti, non si può nemmeno parlare di ((ritorno al Neorealismo». «Anzi ho lavorato con molto mestiere, soprattutto grazie a loro. I protajonisti sono giovani e quindi sarebje stato difficile trovare dei professionisti. Non è stata una scelta ideologica. Infatti non ho avuto problemi a usare attori veri come Stefano Cassetti». Come ha scelto i due ragazzi? «Lì ha scoperti una mìa collaboratrice. Fabrizio Nicastro fa cabaret con altri due ragaz zi che si ve dono nella casa-alloggio. Mauro Cordella è invece un tranquillo studente, beh, più o meno. Ricordo che quando ho visto Fabrizio ho capito subito che avevo trovato il mìo Ferdinando. Con entrambi ho avuto un rapporto bello e intenso». Perché la scelta del bianco e nero per l'epìlogo? «Perché è il colore della maturità di Alessandro. Il tempo è passato e l'ha reso adulto. Ha accettato la sfida della vita e finalmente capisce la madre: è una ragazza alla quale è andata male. La scena è stata girata a colori, ma in quel modo strideva. Non ci credevi». Ma Torino la vede veramente così? «Non solo, anche se ultimamente sempre di più. Resta, comunque, una città con molte anime».

Persone citate: Daniele Gaghanone, Fabrizio Nicastro, Francois Truffaut, Gaglianone, Ken Loach, Loach, Mauro Cordella, Stefano Cassetti

Luoghi citati: Torino