Che scoop: parla la prima amante di Rodolfo Valentino di Sergio Pent

Che scoop: parla la prima amante di Rodolfo Valentino Che scoop: parla la prima amante di Rodolfo Valentino Sergio Pent NOI, in un'epoca come questa, siamo dei sopravvissuti», sosteneva profeticamente quarant'anni fa Saul Bellow per bocca del suo grandioso Moses Herzog, riferendosi alla perdita del senso etico e morale dell'Occidente. Le coordinate, i punti di riferimento, le piccole sacre certezze che rendevano stabile umana - la vita dei nostri padri, sono diventate, per le nuove generazioni - ma anche per certe nostre irrisolte velleità - una forma di ricerca ormai estrema e inconcludente. Il mondo si accende ogni mattina su una diversa definizione di sé, fa perdere le tracce, cannibalizza le esili aspettative che ci hanno accompagnato attraverso la notte. L'Occidente, soprattutto, è diventato il miraggio che accentua e accelera e urgenze economiche e sociali di colossi come la Cina e l'India, destinati presto a presentarsi come l'ennesima fotocopia dei nostri grandi vizi disumanizzati. In questo panorama asettico, sempre meno riconoscibile, anche i nuovi scrittori tentano - almeno i più coraggiosi e agguerriti - di ridefinire le antiche certezze, di modellarle sullo spirito frettolosamente competitivo delle esigenze planetarie, convinti che - comunque - è sempre più arduo stabilire confini e piantare paletti: tutto scorre, tutto è relegato al commento momentaneo, non c'è il tempo per disegnare nuove filosofie, per incorniciare un'epoca in un panorama fisso e immutabile. Anche la letteratura vive - in qualche modo - alla rincorsa del tempo perduto, e lo dimostra, con un'efficacia strumentale nobile e sicura, il trentenne Nicola Lagioia, che nel suo secondo romanzo ha osato almeno parzialmente - spingersi ad analizzare le tentazioni sempre più casuali di un Occidente inconoscibile nelle sue trasformazioni. Lagioia è il prototipo dell'intellettuale ridisegnato sul linguaggio mediatico dei nostri tempi: scrittura, cinema, musica e fumetti - ma anche tecnologia e informatica - fanno parte di un bagaglio di asfissianti sicurezze, in cui risulta comunque faticoso riflettere - umanamente - su un singolo avvenimento, figuriamoci approfondirne le motivazioni. Così l'eventuale scoop rappresentato dall'intervista con la prima amante del grande Rodolfo Valentino diventa, per il trentenne «ghost writer» protagonista del romanzo, un percorso d'indagine attraverso la precarietà del terzo millennio. In un'estate ormai proverbiale - quella del 2001 - il suo tentativo di trovare la donna o l'uomo - che svezzò un giovanissimo Rudy prima della sua partenza verso le luci del sogno americano, passa attraverso una serie di incontri, dialoghi, percorsi e scommesse sentimentali che costituiscono il passaporto per l'indifferenza. Niente risulta sicuro, neanche il lavoro che costringe l'io narrante a partorire gli articoli che firmerà la famosa inviata a New York del grande quotidiano nazionale. L'occasione dello scoop parte da una Roma tramortita dai suoi fasti irrecuperati, arriva nella Milano delle velocità insostenibili, dove anche gli incontri sembrano una fuga, e si spegne in una casa di Castel- lanata - in un Sud ancora immobile nel mito del suo isolamento - in cui la verità risulta un vizio di forma delle ambizioni mediatiche che vorrebbero trovare quotidianamente la notizia assoluta. Il percorso del romanzo di Lagioia è parzialmente scontato, tra velleità di ricerca ed esperienze «on the road» sulle vie di un'Italia tappezzata di capannoni e violentata da kamikaze a quattro ruote che si sacrificano sulle autostrade intasate. Ma ciò cbe l'autore ha saputo fare con estrema bravura è nascosto nelle pieghe di un'analisi generazionale ironica e impietosa, in cui gli amici del protagonista l'intellettuale snob Patrick, l'intrallazzone Francesco, la ragazza squinternata e imprevedibile che lui chiama Zelda, il regista senza futuro Mario Materia - rappresentano, ciascuno per sé, un brandello delle velleità irrisolte della sua generazione. Nel film delirante che non finirà mai di girare - Occidente per principianti, appunto - Mario Materia accumula le assurde istantanee di un mondo che cambia aspetto a ogni giro d'orologio, e perciò impossibile da fermare, da conoscere, da raccontare. Un romanzo cbe si presenta come una riflessione ardua, disperata, ma anche come un tentativo - colto, ironico, linguisticamente ricco - di smitizzare la cultura dell'effìmero, di cercare un posto minimo, ma sicuro, da cui fotografare la deriva dell'Occidente. Anche da principianti, se è il caso, ma con la dignità di una autonoma sopravvivenza intellettuale. «Occidente per principianti» di Nicola Lagioia: un trentenne ghost writer alla ricerca di chi svezzò un giovanissimo Rudy prima della sua partenza verso le luci del sogno americano Rodolfo Valentino e Lila Lee nel film «Sangue e arena» Nicola Lagioia Occidente per principianti Einaudi pp. 297, Gì7 ROMANZO

Luoghi citati: Cina, India, Italia, New York