Siniscalco: la vigilanza resta a Bankitalia di Alessandro Barbera

Siniscalco: la vigilanza resta a Bankitalia IL MINISTRO IN PARLAMENTO: DISINNESCARE LE MINE CHE HANNO RALLENTATO IL DDL, RAFFORZARE LAC0NS0B Siniscalco: la vigilanza resta a Bankitalia J^ffiftòjdaPàrmaliàràGiacomelIi. Alessandro Barbera ROMA «E' necessario disinnescare le mine che hanno raUentato U cammino del disegno di legge e trovare un minimo comune denominatore». La prima audizione parlamentare sui temi del risparmio di Domenico Siniscalco è servita non solo a chiarire definitivamente la posizione del ministro del Tesoro aUa luce deUa pace firmata da Banca d'Itaha e Palazzo Chigi, ma panche i motivi per i quah quasi un ;«ahno di lavoro hqif è bastato a ^fTtorire una qujaltì^que riforma. [TJa troppe partS'pàitro e fuori il Parlamento, sonò arrivate pressioni che hanno contribuito ad affossar^, un progetto che avrebbe do- ^! A spapdaU Gnaimm. da JBipop a Memore di questo, nelTaudizio- ' ne interrotta per i lavori deU'aula e aggiornata alla pròssima settimana. Siniscalco ha preso atto della situazione e iUustrato la sola proposta che, a suo dire, potrebbe permettere di raggiungere «rapidamente» un risultato utUe: rafforzare la Consob - attribuendole i maggior poteri già previsti daUa legge Comunitaria e la vigilanza sui prodotti finanziari - e lasciare intatti quelli oggi attribuiti alla Banca d'Italia (compresi quelli di tutela deUa concorrenza nel sistema bancario) e alle altre autorità: Antitrust, Covip e Isvap. Inoltre, come chiedono da tempo ibanchieri, per Siniscalco c'è bisogno di un intervento svdle legge fallimentare in due punti: revocatorie e azioni di responsabiUtà verso gU istituti di credito in caso di bancarotta. Una proposta «forse perfettibile», ma «decente», perchè «una leggeèm^glio che nessuna legge». -MfBtm^jt^so il ministro-H^iice di preflÉSW^in linea dfffi^cipio» il modello «per finalità», e cioè un sistema in cui - come del resto prevedevano i progetti di pochi mesi fa deUo stesso governo e del Parlamento - le tre autorità di controUo (Banca d'ItaUa, Consob e Antitrust) avrebbero dovuto avere riattribuite le competenze non più rispetto al tipo di soggetti da vigilare, ma al tipo di controllo: stabUità, trasparenza e concorrenza. Siniscalco non parla apertamente di chi finora avrebbe remato contro la riforma, e del resto è noto che negU ultimi mesi, dopo l'addio di Tremonti aUa scrivania di Quintino SeUa, i rapporti fra il governo e la Banca d'Italia volgono al beUo. Un altro dei punti controversi deUa finora mancata riforma - Siniscalco lo ammette - è poi queUo che dovrebbe ridisegnare i cosiddetti poteri di «corporate govemance» delle imprese. Ma poiché anche in questo caso in troppi remano contro, il ministro propone al Parlamento di fare proprio l'attuale codice di autodisciplina delle società quotate. «La montagna ha partorito il .topoUno», commenta il diesse Mauro Agostini. «Il ministro non vuole risolvere i veri problemi sul tavolo». Entusuasti invece i sostenitori del governatore: «Bene il lodo Siniscalco», dicono i senatori di An Armani e Pedrizzi. «Un'audizione equilibrata ed organica», aggiunge il forzista Luigi Griho. Poche ore prima deU'aucUzione di Siniscalco, proprio alla Camera, si consumava intanto l'ennesimo blocco aUa legge di recepimento della direttiva Comunitaria sui cosiddetti «abusi di mercato», l'unico intervento legislativo vicino aU'approvazione in materia di tutela del risparmio. Il diesse Sergio Cambini accusa: «Anche su questo punto, sul quale c'era stata un'ampia convergenza, questa mattina il governo ha espresso parere favorevole a emendamenti che ne avrebbero stravolto la normativa, ridimensionando il ruolo deUa Consob e tagUando le ah aU'utiUzzo deUa Guardia di finanza».

Persone citate: Armani, Domenico Siniscalco, Mauro Agostini, Pedrizzi, Quintino Seua, Sergio Cambini, Siniscalco, Tremonti

Luoghi citati: Roma