Clinton torna in pista per dare carisma a Kerry di Paolo Mastrolilli

Clinton torna in pista per dare carisma a Kerry LA PRIMAAPPARIZIONE PUBBLICA DOPO L'INTERVENTO CARDIACO Clinton torna in pista per dare carisma a Kerry L'ex presidente è ancora la «rock star» del popolo democratico e il senatore non vuole ripetere l'errore di Gore che lo tenne in panchina reportage Paolo Mastrolilli inviato a PHILADELPHIA «Grazie per metterci il cuore, Bill». Jakie Reinauer è venuta apposta da Annapolis, per vedere la resurrezione politica del suo eroe. Ha ritagliato un grande cuore rosso di cartone, ci ha scritto sopra il suo slogan, e adesso sussurra: «Speriamo che Clinton riesca a strofinare un po' del suo carisma su Kerry». Il 6 settembre scorso Bill era steso sul tavolo operatorio a New York, per subire un qpiadruplo bypass coronarico. Oggi il Love Park di Philadelphia è pieno di gente, venuta ad applaudire il suo ritomo sulla scena elettorale. Ma perché Kerry ha pregato che la convalescenza di Clinton durasse il meno possibile? Perché l'ex presidente è ancora la rock star del Partito democratico, e il senatore non vuole ripetere l'errore commesso da Gore nel 2000, quando lo tenne in panchina perpaura dell'effetto Monica. Secondo \in sondaggio del Wall Street Journal, Bill ha ■ancora-tra-gradimentcr popolare del 480Zo, cioè più di Bush e Kerry. Qualche analista repubblicano, sottovoce, ammette che se il candidato fosse lui, George W. avrebbe già perso. La sua faccia ricorda agli americani otto anni di prosperità, e il senatore spera che vederla in giro lo aiuti con gli indecisi. Ma Clinton è soprattutto la medicina più efficace per gasare la base democraticia e mandarla alle urne, neri in particolare. Un rilevamento del Joint Center for Politicai and Economie Studies ha lanciato l'allarme: Kerry ha solo il 690Zo dei voti tra gh afroamericani, mentre nello stesso gruppo etnico il sostegno per Bush è salito dall'8% del 2000 al 180Zo. Con questi numeri un candidato democratico non passa. soprattutto in uno stato che deve vincere come la Pennsylvania. Perciò il partito ha chiesto aiuto a Bill, che Toni Morrison aveva definito «il primo presidente nero». Sul palco, infatti, lo accoghe il sindaco afroamericano di Philadelphia con queste parole: «Ecco a voi l'ultimo capo della Casa Bianca legalmente eletto». La folla urla, dai lati del palco piovono coriandoli, e Clinton appare al fianco di Kerry per stringere mani. E' pahido, magro da riempire a stento il suo vestito blu, e con la solita voce roca. Ma come al solito non delude con la retorica: «Ehi, se questo non fa bene al mio cuore, non so cosa possa curarmi!». Dopo la battuta, però. Bill affonda i colpi contro il suo successore: «I repubblicani stanno cercando di terrorizzare gh elettori indecisi su Kerry, e di tenere quelli decisi lontani dalle urne. Ma quando un candidato si appella alla paura, e l'altro alla speranza, scegliete la speranza». Clinton spiega che nelle urne di novembre si scontreranno due filosofie opposte: «I nostri avversari vogliono un mondo in cui ■concentrano ricchezza e potere all' estrema destra, e collaborano con {li altri quando voghono. Così abriamo avuto la prima amministrazione che perde posti di lavoro dalla Grande Depressione, il più grande deficit della storia che pagheranno i nostri figli, milioni di persone senza sanità, e le truppe impegnate in Iraq invece di combattere Al Qaeda. Possiamo fare megho di così, con il presidente Kerry. In passato mi avete chiamato il comeback kid, il ragazzo rimasto indietro che recupera e vince: lo stesso ha fatto John, rilanciandosi con tre magnifici dibattiti mentre tutti lo davano per spacciato. Quando sarà alla Casa Bianca, anche l'America tornerà a vincere». Kerry lo abbraccia, prende il microfono, e racconta la battuta più pungente che Clinton non ha fatto sul palco: «Gh ho chiesto cos'ha in comune con Bush. Ci ha pensato un momento e poi ha detto: tra otto giorni e 12 ore, entrambi saremo ex presidenti». Poi il senatore assale il capo della Casa Bianca sull'ultima notizia del giorno, le 380 tonnellate di esplosivo sparite in Iraq: «Un errore incredibile, che mette a rischio le nostre truppe. Bush ha fallito il test di comandante in capo». Kerry attacca su Osama scappato a Torà Bora, la disoccupazione, il deficit, la sanità e poi conclude: «Il presidente, durante il dibattito con me, ha detto che questo è un duro lavoro. Bene, siamo pronti a sollevarlo da questo peso tra 8 giorni». Il capo del Partito repubblicano. Ed GiUespie, ha definito il ritomo di Clinton sul palco come un disperato «trapianto di carisma». Keny non piace alla gente, e quindi spera di prendere il fascino in prestito da Bill, col rischio che la gente veda la differenza e si allontani ancora di più. Jakie Reinauer, che è nera, punta sul contrario: «Clinton è stato grande e ricorderà al paese che possiamo vivere megho. Adesso poi, col presidente^rttei Corte Suprema malato di cancro, sono in "ballo anche l'aborto e il futuro giuridico dell'America». E' nero anche Bbrlhim Cooper, che contesta i sondaggi: «Non è vero che gh afroamericani favorevoli a Bush sono aumentati. I risultati sono distorti, perché non fanno sondaggi nei ghetti. Il presidente verrà sconfitto per quattro ragioni: la disoccupazione, la sanità, i tagli alle tasse regalati all'uno per cento degh americani più ricchi, e la guerra in Iraq, che è servita solo a gonfiare i profitti dei suoi amici petrolieri come la Halliburton». Questo, almeno, è quello che sperano Kerry e Clinton, mentre si salutano sul palco: Bill ci ha messo il cuore, e già stasera sarà in Florida per trapiantarlo nella campagna di John. La prima apparizione pubblica dell'ex presidente Bill Clinton, dopo l'operazione al cuore, a una manifestazione elettorale per Kerry a Philadelphia Il presidente Bush saluta i suoi sostenitori ad Alamogordo in New Mexico

Luoghi citati: America, Annapolis, Florida, Iraq, New Mexico, New York, Pennsylvania, Torà Bora