Il principe Carlo scopre le virtù del Barolo di Massimo Numa

Il principe Carlo scopre le virtù del Barolo LA VISITA ALL'UNIVERSITÀ' ENOGASTRONOMICA DI POLLENZO Il principe Carlo scopre le virtù del Barolo Si iscrive a Slow Food e promette: coinvolgerò i gallesi Massimo Numa TORINO Finalmente: via dal cerimoniale, via dal rigido protocollo. Nel primo pomeriggio di ieri Carlo d'Inghilterra è partito in aereo da Torino, secondo il programma, per ritornare a Londra, ma nelle sue ultime ore trascorse in Piemonte è stato quasi un uomo libero. Nei due incontri conclusivi, prima con gh studenti dell'Università di Scienze Enogastroniche di Pollenzo e poi nella vigna, è apparso molto più a suo agio. Battute e sorrisi, passeggiando nei viali della splendida struttura di Pollenzo, nel Cuneese. Con Carlo Petrini, l'uomo di Slow Food, ragiona di storia, di come è nata l'agenzia di Pollenzo, la fattoria modello voluta nella pri¬ ma metà deU'SOO da Carlo Alberto, forse il più britannico dei Savoia. E' attratto dalla biblioteca. Si affaccia a una finestra, e Petrini gli mostra i cortili, le severe geometrie della piazza, con la torre e la chiesa. E' chiaro che l'interesse di Carlo è tutt'altro che formale. Il principe si diverte. L'architettura la vorrebbe «slow», come il cibo, per proteggere l'ambiente da certi orrori di cemento armato. S'è iscritto a Slow Food, e promette di «coinvolgere nel progetto anche i contadini del Galles». Lo ha detto durante la cena di sabato sera, nel vicino castello, di fronte allo stretto numero di commensali, tra cui il presidente della Regione, Enzo Ghigo. Agh studenti della neo università (sono 62, provengono da tutto il mondo) Carlo chiede le «ragioni» di una scelta così particolare. Una proviene dal Costarica. E il principe le dedica un'attenzione particolare, stupito «di un viaggio così lungo per imparare i segreti, anzi la scienza, del cibo». Lunga, attenta, la visita nelle cantine, attratto dalle hottiglie di Barolo, alcune preziose. Compiaciuto con una studentessa americana di origine ungherese che vuole «progettare» l'alimentazione, rispettando la natura. Sono le due idee, le ha spiegate nel discorso tenuto a Terra Madre. Infine, partenza in auto per l'azienda «Bricco Maiolica», in frazione Bieca di Diano d'Alba, dove si producono vini secondo le regole biologiche. E' stato davvero un incontro tra vecchi amici, tra persone che hanno molto da condividere, cultura e valori. Siamo già nell'aneddotica. Perchè i titolari, Angelo e Beppe Accomo, gli spiegano che quella è una zona protetta dalla caccia e allora è possibile vedere ancora i selvatici, la lepre per esempio. Il " principe si guarda attorno ma ahimè, gh agenti della sicurezza avevano perlustrato a lungo l'area; così gli animali non ci sono più, spaventati. Sorriso amaro di Carlo: «E' il mio destino, non potrò mai vedere quella lepre... la mia vita, da sempre, è questa». Blindata e scandita attimo dopo attimo dal protocollo. Fa domande minuziose, da vero esperto, per esempio sulla provenienza e i materiali con cui vengono costruite le grandi botti. Per una volta, gh agenti italiani e inglesi se ne stanno lontani, e Carlo cammina tra i filari, nel silenzio perfetto della collina. Il principe Carlo nei vigneti della famiglia Accomo

Persone citate: Accomo, Beppe Accomo, Carlo, Carlo Alberto, Carlo D'inghilterra, Carlo Petrini, Enzo Ghigo, Petrini, Savoia

Luoghi citati: Barolo, Costarica, Galles, Londra, Piemonte, Torino