La Casa Bianca sotto l'ipoteca degli avvocati

La Casa Bianca sotto l'ipoteca degli avvocati RISCHIA DI MOLTIPLICARSI IL CASO FLORIDA DI QUATTRO ANNI FA La Casa Bianca sotto l'ipoteca degli avvocati I due partiti hanno stanziato milioni di dollari per contestare possibili brogli corrispondente da NEW YORK Migliaia di avvocati arruolati dai team elettorali democratico e repubblicano convergono su Stati decisivi come Florida, Ohio e Pennsylvania preannunciando il rischio di un'imponente battaglia legale sui risultati dell'Election Day. Quattro anni fa fu Al Gore ad uscire sconfitto dalla riconta dei voti della Florida sancita da un verdetto della Corte Suprema di Washington ed ora sono i democratici di John F. Kerry i più aggressivi sul fronte legale, lasciando intendere che questa volta non vogliono arrivare impreparati ad una sfida che potrebbe essere decisa, proprio come avvenne allora, da un pugno di voti. Sono diecimila gli avvocati che i democratici hanno messo sotto contratto per una spesa iniziale di 3 milioni di dollari - duemila dei quali sono già giunti in Florida mentre la destinazione degli altri sono gli Stati considerati altrettanto decisivi: dall'Ohio alla Pennsylvania, dal Colorado al Nevada. I repubblicani non svelano né il numero degli avvocati reclutati né il bilancio previsto per l'eventuale battaglia legale ma lo stratega elettorale Matt Dowd assicura che saranno «pronti a qualsiasi evenienza». «Non riesco a ricordare un momento in cui il timore di frodi elettorali sia stato più intenso» ammette Robert Pastor, direttore del «Center for Democracy» delTAmerican University a Washington. Bush e Kerry affrontano il rischio della battaglia legale con strategie opposte: per i repubblicani ciò che conta é «evitare irregolarità» mentre per i democratici, che ritengono di essere favoriti da un aumento consistente dell'affluenza alle urne, la priorità è «evitare l'annullamento di voti validi». Tanto gli uni che gli altri stanno già accumulando cartucce da sparare se diventerà necessario. In Florida i democratici hanno accusato il governatore Jeb Bush - fratello del presidente - di aver compilato le liste dei cittadini accusati di reati - e dunque privati del diritto al voto - includendo nomi quasi esclusivamente di votanti afroamericani, considerati anti-Bush, e non di ispanici, ritenuti in genere più vicini a Bush. In New Mexico sono stati i repubblicani a contestare il governatore democratico Bill Richardson per l'avvenuta registrazione di 36 mila nuovi elettori - 30 mila ispanici e 6 mila indiani-americani - con procedure definite dubbie. In Ohio la notizia del giorno è la decisione della Corte d'Appello del VI distretto federale di non considerare validi i voti degli, elettori recatisi alle urne fuori dal proprio distretto, rovesciando una sentenza opposta da parte dal tribunale di prima istanza. La Corte d'Appello ha così fatto propria la decisione del Segretario di Stato dell' Ohio, il repubblicano Kenneth Blackwell, accusato dai democratici di voler applicare criteri molto restrittivi per eliminare voti che andrebbero a Kerry. Per evitare di generare confusione i democratici hanno deciso di non presentare ricorso, rimandando la resa dei conti al dopo-voto. Gli oltre cento osservatori intemazionali inviati dall'Osce (Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa) a monitorare il voto non hanno potuto far a meno di individuare problema di fondo del sistema elettorale statunitense nel fatto che nei singoli Stati i responsabili delle operazioni di voto sono funzionari di nomina politica, per definizione stes¬ sa non indipendenti né neutrali. A moltiplicare le incognite vi sono i differenti sistemi di voto a livello di Stato e di distretto. Saranno circa 50 milioni i cittadini che voteranno in maniera elettronica - toccando un nome sullo schermo posizionato dentro il seggio - e circa 55 milioni quelli che invece useranno metodi tradizionali come le schede cartacee, le schede perforate (come quelle di Florida 2000) o tirando una leva. Vi sono poi casi limite che potrebbero trasformarsi in casus belli come quello di un cittadino dell'Ohio che sarebbe stato remunerato con dosi di cocaina per registrare migliaia di votanti con nomi fittizi come Mary Poppins o di un residente del Colorado che si è registrato per 35 volte come elettore in New Mexico, uno Stato dove sono stati rubati centinaia di certificati elettorali. Im. mo.I

Persone citate: Al Gore, Bill Richardson, Bush, Jeb Bush, John F. Kerry, Kenneth Blackwell, Mary Poppins, Matt Dowd, Robert Pastor