Alliata, il principe degli abissi

Alliata, il principe degli abissi Alliata, il principe degli abissi L'avventura di quattro amici che nel dopoguerra inventarono la cinematografia subacquea italiana «T UTTO cominciò in quel 1946 quando noi, freschi reduci della guerra assassina, felici dì essere sopravvissuti e ansiosi di rifarci nel "bello" e nel sano della tragedia vissuta in quegli anni, ci trovammo con il desiderio comune di scoprire e raccontare il mare attraverso il cinema e la pesca subacquea». Sono parole di Francesco Albata, principe di Villafranca e duca di Salaparuta. Già cineoperatore durante, la guerra per l'esercito e l'Istituto Luce, Albata e gb amici Pietro Moncada, principe di-Patemò, il borghese Quintino di Napoh e il barone Renzo Avanzo, cognato di Luchino Visconti e cugino di Roberto Rossellini, assidui frequentatori del Circolo della Vela di Palermo, decisero di girare un documentario sulle isole Eolie. Grazie all'interessamento di Rossellini, il materiale fu montato da Carlo Alberto Chiesa e, col titolo «Cacciatori sottomarini», fu selezionato come uno dei sei migbori documentari italiani e inviato al Festival di Cannes nel 1947. Elettrizzati dal successo, i quattro fondarono una piccola casa di produzione, la Panaria Film, e proseguirono nella loro impresa cinematografica, anche con l'aiuto di Fosco Maraini, giovane antropologo appena giunto dal Giappone, realizzando fra il 1947 e il 1948 altri quattro documentari marini. Fra questi «Tonnara», sulla pesca al tonno, che costituirà un precedente illustre, anzi un riferimento preciso per la sequenza forse più bella e drammatica del film «Stromboli» che Rossellini realizzò nel 1949. Un film che diede inizio a quella che venne definita «la guerra dei vulcani», con polemiche, pettegolezzi, aneddoti, che infiammò 1 opinione pubblica e vide contrapposti «Stromboli» e «Vulcano», prodotto dalla Panaria Film, Rossellini e il regista americano William Dieterle, Ingrid Bei-gman e Anna Magnani, come ci raccontano, con dovizia di particolari e documenti anche mediti, Alberto Anile e Maria GabrieUa Giannice nel loro libro «La guerra dei vulcani. Storia di cinema e d'amore» (ediz. Le Mani). Di questa avventura cinematografica, della produzione di questa piccola casa siciliana, che si protrasse sino al 1955, con altri film anche di lungometraggio come «La carrozza d'oro» di Jean Renoir con Anna Magnani, o «Vacanze d'amore» di Jean-Paul Le Chanois, con Lucia Bosé e un giovanissmo Domenico Modugno al suo debutto sul grande schermo, e soprattutto della figura di Francesco Albata, presente alla manifestazione, si occuperà l'edizione di quest'almo di Cinemambiente, con una retrospettiva di grande interesse. Perché non v'è dubbio che quei documentari sulle Eobe e più in generale sul mare e le sue bebezze, ma anche sulla vita marinara, non soltanto sono opere pregevoli, che influenzarono non solo Rossellini e Dieterle, ma anche un documentarista fine e sensibile come Vittorio De Seta (che fu l'aiuto regista di Le Chanois in 24 torinosette 1 cinema «Vacanze d'amore»), ma soprattutto fecero conoscere un gruppo di isole ancora «vergini», lontane dal successivo sfruttamento turistico. E testimoniarono di un impegno produttivo, di un entusiasmo giovanile, di una possibilità di fare cinema al dì fuori delle tradizionali strutture tecniche, economiche e commercìab, che avrebbe potuto porre le basi per una produzione cinematografica regionale e periferica, che purtroppo solo in questi ultimi anni si è andata manifestando qua e là, con risultati cospicui. Gianni Rondoiino DALLA GUERRA DEI VULCANI (CONIA BERGMAN CONTRO LA MAGNANI) AL DEBUTTO Di MIMMO MODUGNO Hi' ''■■■'«' mem BifeHI^: m i Da «Vulcano»: Il palombaro entra nel relitto alla ricerca del tesoro Il gruppo di Alliata a bordo della barca «San Giuseppe»

Luoghi citati: Cannes, Giappone, Salaparuta, Villafranca