Dalla Valdaso ai Monti Sibillini

Dalla Valdaso ai Monti Sibillini W EE K E N: D L'ANTRO DELLA SIBILLA E IL LAGO CHE SI PRESE PONZIO PILATO Dalla Valdaso ai Monti Sibillini Pino Catucci ORAcheFennoha realizzato il suo sogno di imporsi come provincia sube coUine intomo c'è da augurarsi che non assuma vizi e difetti da capoluogo, e la sua bellezza rimanga immune aba superbia. Dì motivi ne avrebbe, per montarsi la testa: basti lo splendido "balcone" che si spalanca sul piazzale del Girifalco, tra cedri del Ubano secolari e la facciata romanico-gotica in pietra d'Istria del Duomo, offrendo una veduta memorabile su vallate dove planare con poetica immaginazione, o quel salotto monumentale che è piazza del Popolo, con ì portici sovrastati da palazzi cinquecenteschi e in particolare quebo dei Priori, la cui doppia scabnata d'ingresso è sormontata daba statua di papa Sisto V, a suo tempo vescovo di Fenno e successivamen¬ te promotore di tanti splendori architettonici. Quando tutto dò non esisteva ancora, la regione sì chiamava Marca a partire dal X secolo, sotto la dinastìa degb Ottoni, che chiamavano teutonicamente "mark" un territorio di confine. Molto prima di loro e persino dei romani, in questo lembo meridionale dì "marca" regnavano i fieri Piceni, che usavano già ì carri da battaglia e sono affascinanti anche per l'origine del nome: dab'ambra (pix, pìas) che depositavano nebe tombe, o dal picchio (pìcus), ucceUo sacro a Marte dìo deba guerra, attività a cui i piceni sì dedicavano con accanito furore, resistendo ai gabi e creando una confederazione su modebo etrusco, per poi insorgere contro la dominazione romana subendo deportazioni, e infine stipulare trattati di abeanza lasciando comunque gb storici nel vago, rispetto abe loro precise orìgini (indoeuropei, oltrea- drìatid, o chissà cos'altro). Percorrendo la Valdaso, che con b trascorrere dei secob s'è persa l'apostrofo a rimarcare b fiume Aso, Montefiore sì stagba arroccato su un dirupo tra due vabate, paesino medievale con palazzetti secenteschi, che conserva intatto neba Cobegiata di Santa Lucia il prezioso pobttico di Carlo Rivelb, dai colorì brìbanti su sfondo dorato a rappresentare santi e aristocratiche donzebe, tutti elegantemente vestiti di sete e broccati. In questa zona non c'è strada collinare chenonportiaunsuggestivo borco di vicob e piazzette tra mura m mattoni chiari, come solo nebe Marche se ne vedono, e usando terricd ai^bosi che altrove son rossi o' bruni e qui giallognoli o addirittura' biancastri. Moresco, per esempio, ha la piazza prindpale che pare un patio, sovrastato da una torre quadrata e una eptagonale, e Monteruhbìano, irta di chiese e badie, con in più l'antico ghetto ebraico. Ma vale la pena spingersi oltre, puntando verso i maestosi monti Sibillini, fino a Force, abbarbicata suba cima di un'altura per ostinata opera dei valligiani in foga dabe incursioni 'barbariche" e fortificata per volere di Carlo Magno: da quassù si vedono su un lato i Sibilbni e suU'altro b Gran Sasso, panorama che apprezzava molto il Leopardi, innamorato dì questi "monti azzurri", fl sMo del vento tra le viuzze lastricate e le case di pietra porta con sé leggende che sì perdono neUa notte dei tempi: laggiù, nebe gole che si spalancano ai piedi degb strapiombi, c'è la grotta della Sibiba profetica e b lago stregato dove scomparve Ponzio Pbato travolto da bufab imbizzarrìti, l'unico lago degb Appennini d'orìgine gladale, e nel fitto deba boscagba abbondavano demoni, fate e negromanti, attirando avventurosi viandanti, come queb'Antoine de la Sale cavabere dei D'Angiò die nel 1420 scrìsse un diario la cui versione itabca, di Andrea da Barberino, è b noto "Gueirin Meschino". Crepacd, morene, dobne, rocce apocabttiche dove tra maggio e giugno sì ripete b più ammabante e gentile dei sortilegi: la fioritura debe umib lenticchie, una colata di giabo a perdita d'occhio, spettacolo sconosduto ai più, che offre b povero legume vbipeso daba Bibbia (Genesi 25, 29-34, da quando Esaù vendette per un solo piatto dei suoi semi 0 diritto di primogenitura a Giacobbe. # Piazza del Popolo a Fermo: il sogno di diventare provincia La casa sul colle Sul crinale di una collina a 3 km da Monterubbiano, c'è il "centro rurale" La Casa sul Colle (www.lacasasulcolle. it, tei. 0734 59794), dove si può pernottare in comode stanze tra pareti di sasso, e soprattutto degustare spedalità della cucina marchigiana. Imperdibili albe sul mare in lontananza e tramonti sui colli intorno.

Persone citate: Angiò, Giacobbe, Moresco, Piceni, Pino Catucci, Ponzio Pbato, Priori, Sisto V

Luoghi citati: Barberino, Istria Del Duomo, Marche, Monterubbiano