Un'epopea inaudita e marionette di Cercas

Un'epopea inaudita e marionette di Cercas Un'epopea inaudita e marionette di Cercas Paolo Collo COME sì sa, b buon giorno si vede dal mattino, e U buon giorno di Javier Cercas si vede già da questo brevissimo romanzo del 1987, assai precedente quindi a quel Soldati di Salamina (2001 ) che gb ha decretato un successo - di critica e di pubbbco - intemazionale. Il movente è la storia di un tal Alvaro che decìde di subordinare la propria vita aba letteratura e per questo si scegbe un lavoro che gb permetta di aver tempo libero per scrivere. Ma non è un sempbce desiderio di scrivere, b suo, bensì b desiderio di scrivere l'Opera con la o maiuscola, una «epopea inaudita» b cui protagonista è niente meno che uno scrittore ambizioso che decide di scrivere un ambizioso romanzo... Ancora una volta la letteratura, e non a caso la letteratura spagnola, ci racconta di uno scrittore che scrive di uno scrittore cbe scrive di uno scrittore, e che ancora una volta fa interloquire e interagire i personaggi con l'autore stesso. Perché gb altri personaggi sono i vicini di casa debo scrittore e il mondo in cui si svolge tutta quanta l'azione non è altro che b palazzo dove vivono Alvaro e i suoi coinquilini. Detto così. Il movente potrebbe parere un noioso e già visto metaromanzo. Ma non è vero. Cercas è infatti riuscito a riproporci - come tiene a sottolineare neba Nota ab'edizione originale (peccato cbe non sia stata riproposta dab'editore itabano assieme aba dotta postfazione di Francisco Rico) - un «vecchio» racconto lungo cbe non ha perso nuba deba sua freschezza e deba sua vitale ironia - e teniamo conto che il quarantaduenne Cercas di oggi ab'epoca contava solo venticinque primavere. Dunque: uno scrittore, una giovane coppia dì lavoratori, un vecchio franchista giocatore di scacchi che nasconde in casa un tesoro, è ùria portinàia ficcanaso e mangiauomini. E per ogni personaggio Alvaro stba schede in cui annota minuziosamente «b decorso di indecisioni, nostalgie, pensieri, fluttuazioni, atteggiamenti, errori». Come questa specie di «giabo» andrà a finire ci viene già spifferato nebe prime pagine, dato che a parlare è appunto lo scrittore cbe usa i vicini di casa come personaggi deba propria storia, come «marionette nebe sue mani». Ma la domanda cbe ci si pone, in questi casi e in queste storie, è sempre la stessa: una volta che lo scrittore fa nascere un personaggio, costui vive di vita propria? E se è lo scrittore a fornire al suo personaggio l'arma del debtto, di chi è la colpa? ((Avrebbe pagato per un crimine cbe non aveva commesso?» E quanto b personaggio può influenzare b proprio Artefice? E' una storia - circolare, aba Borges, aba Cortàzar - vecchia come b mondo, e Cercas è riuscito a riraccontarcela molto bene (avete presente quel quadro in cui Dali dipinge un Dab che dipinge un Dab che dipinge Gala?) Aggiungo però una nota di sgomento. Neba quarta di copertina del Movente non si parla del Movente, anzi, non se ne fa cenno, ma si parla di Soldati di Salaminal Come se, mutatis mutandis, ed è b primo esempio cbe mi viene in mente, la «quarta» di Se una notte d'inverno... parlasse del Marcovaldo\ Prima o poi doveva succedere che la direzione marketing avesse la megbo suba direzione editoriale. Ma speriamo che non capiti troppo spesso. Javier Cercas Il movente trad. di Pino Cacucci Guanda, pp. 100, G9,50 ROMANZO