Vi canto in milanese chi ero 40 anni fa di Marinella Venegoni

Vi canto in milanese chi ero 40 anni fa PER JANNACCI UN DISCO D116 BRANI IN DIALETTO Vi canto in milanese chi ero 40 anni fa Marinella Venegoni inviata a MILANO Celebrazione preventiva? Esce oggi l'annunciato disco di canzoni in milanese di Enzo Jannacci - che ognuno potrà ascoltare stasera su Radiouno Rai, in un concerto in diretta dall' Auditorium sala A di Roma - e si intitola «Milano 3.6.2005», che è la data nella quale il medico cantautore compirà settant'anni. La titolazione è poco più di una burla che Jannacci fa a se stesso e a noi, impegnato com'è a confondere passato e futuro, ricorrenze e memoria. Delle 16 canzoni dell'album, alcune hanno 40 anni, altre (non sue) vanno ancora più indietro nel tempo, sono classici dimenticati nella nostra Italia senza più storia, come «La Balilla», cavallo di battaglia del primo Gaber, o «Ma mi», celebre per la magnifica interpretazione di Tino Carraro, l'attore scomparso nel'95. Ma «Milano 3.6.2005» (oltre che nei negozi sarà venduto come allegato a «Sorrisi e Canzoni» per circa 10 euro) è soprattutto la riscoperta di quel Jannacci che fresco di studi di medicina stupì l'Italia più attenta e sensibile con le sue storie surreali e strampalate nelle quali guardava con amorevolezza alle esistenze di emarginati e proletari, e li fotografava alle prese con problemi esistenziali e amorosi, oppure nei guai quotidiani («Per un basin», la struggente «Ti te se no», ma In fondo anche tutte le altre). Raffinate atmosfere jazz (governate dal figlio Paolo e da una grande aand) pervadono e unificano l'album, e lo spingono verso una dimensione a-temporale: l'intero repertorio è fresco di registrazione nello studio di casa, Jannacci ha cantato ripescando il suo antico gusto del parlato, ha messo vernice fresca su «El me Indiriss» e ha ricreato una lunghissima «Scarp del tenis» nella quale, spiega lui Enzo Janna stesso: «Ho dato la palla vincente al barbone». Perché, Jannacci, un disco in milanese, ora che il dialetto sta scomparendo soprattutto al Nord? «Volevo lasciare un'impressione di come ero io 40 anni fa. Avevo debuttato nel '62 a "Milanin Milanun" dove mi avevano chiamato a rappresentare il nuovo. Mi aveva scoperto Po, avevo scritto "Andava a Rogoredo". Una storia importante, di un tale che vuole ammazzarsi e poi ci ripensa; ho sempre considerato i miei personaggi non emarginati ma vincenti. Mi ricordo che mi chiamò Zavattini e mi disse: "Le sue canzoni sono dei film". E' un disco, secondo me, anche di testimonianza, ed è giusto che sia venduto a 10 euro. Certo, quando lo canterò dal vivo porterò quei traduttori da supermercato, con le parole che scorrono, perché tutti possano capire. Il dialetto era una forma di espressione immediata, noi in casa lo usavamo, ma ora dai trentanni in giù non lo pària piùYiessuno, né mi auguro che torni. Molte canzoni nel ed sono in italiano, però». Lei stasera presenta a Roma un disco in milanese... e Milano? «Starò al teatro Filodrammatici dal 3 al 14 novembre, con i miei sottotitoli. Ho organizzato lì due mesi di spettacoli, faccio il regista, ho anche scritto una commedia, "La mascula", su una bambina che adora giocare a pallone, e un'altra "La storia del mago", che andrà in tournée. Come vede, non mi fermo». Enzo Jannacci compie a giugno 70 anni

Persone citate: Enzo Janna, Enzo Jannacci, Gaber, Jannacci, Tino Carraro, Zavattini

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma