«Abbiamo allagato il liceo per il compito in classe»

«Abbiamo allagato il liceo per il compito in classe» MILANO, CONFESSANO GLI AUTORI DELLA DEVASTAZIONE AL PARINI «Abbiamo allagato il liceo per il compito in classe» Avevano paura della versione di greco. Quattro indagati, sospetti su un quinto I compagni: «Radiateli dalla scuola». Il preside: «I responsabili sono turbati» MILANO La confessione è lunga poche righe. Fanny, Ilaria, Maddalena e Andrea, quattro dei cinque ragazzi coinvolti, sono andati a portarla di persona al preside del liceo Parini devastato da quel loro gesto stupido: rubinetti aperti per un weekend, scuola inagibile, mezzo milione di danni. «Il nostro è stato un gesto ignobile», scrivono i ragazzi, tra i 16 e i 17 anni, figli di professionisti, gente perbene. E poi a voce e in lacrime, con gli occhi bassi, spiegano che non volevano fare la versione di greco che il professore Scarpis aveva messo in calendario per lunedì. «Quella lettera non riuscivano nemmeno a leggerla», racconta il preside Carlo Arrigo Pedretti e parla di «ragazzi molto turbati» e di «genitori annientati». Quella lettera adesso è in un fascicolo aperto dai carabinieri poi finito sul tavolo del magistrato del Tribunale dei minori Giovanni Ingrascì che indaga per interruzione di pubbhco servizio e danneggiamenti. È firmata da quattro studenti di prima della stessa' sezione, tre ragazze e un ragazzo. Ma nel gruppo c'è sicuramente un altro coetaneo - Carlo il nome di battesimo - mentre i carabinieri sospettano che altri due o tre abbiano partecipato al gesto vandalico nel liceo dove hanno studiato Manzoni, Puzzati e Gadda che adesso sembra essere stato colpito da un'alluvione. La giustificazione rinchiusa in quelle poche righe è pari solo alla stupidità del gesto: «Volevamo saltare un compito in classe di greco». Poi, dopo essersi scusati, le frasi di circostanza, chissà se davvero sentite o solo frutto di giorni e notti di paura. «Chiediamo scusa». «Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità». «Siamo consapevoli del nostro gesto». «Non ci aspettavamo tali conseguenze». «E' stata un'idea bastarda». «Nel giudica¬ re ignobile un gesto simile, consideriamo tali noi stessi. Perdonateci, se è possibile». Più o meno le stesse frasi ripetute nei primi interrogatori dei carabinieri che ieri mattma si erano presentati nel liceo nel centro di Milano per gli ultimi rilevamenti e si sono invece trovati davanti i 4 studenti rei confessi: volti mogi, occhi rossi, fianco à fianco ai loro genitori, «annichiliti» come li dipinge il preside. Una delle ragazzine, davanti ai carabinieri, non smette di piangere. Sembra quasi contenta di essere uscita da un incubo: «Non dormivo più, sono sconvolta, adesso ci cacciano, il nostro era solo uno scherzo». Frasi di sincero pentimento, sembra di intuire. Al magistrato, che probabilmente deciderà per un accertamento della personalità dei ragazzi da parte di esperti, il compito di decidere che fare di loro. Ma i compagni di scuola hanno già emesso la sentenza. Senza appello. Senza sconti per nessimo. «Non hanno diritto di frequentare la scuola pubblica. Non ne hanno la responsabilità. Non sono giustificabili. Dovrebbero essere radiati», dice Francesca, 18 anni. «Se volevano saltare il compito avevano altri modi. Non hanno avuto rispetto per gli altri. Il loro gesto ha leso il nostro diritto allo studio», le fa eco Viola, 17 anni «Incoscienti e stupidi. Si sono pentiti ma tanto li beccavano lo stesso, qui lo sapevamo tutti», ripetono altri, infastiditi anche dal sapere che nei prossimi giorni tutti dovranno fare i turni anche di pomeriggio, per frequentare le lezioni nelle aule al terzo piano, l'unico agibile della scuola. Ma l'appuntamento più atteso è per domani alle 10, quando al Teatro Dal Verme, messo a disposizione dalla Provincia, gh studenti del Parini si ritroveranno per discutere di quello che è accaduto. [f.pol.l r^s«KÈ t t Mi ■IO V Il liceo classico Parini nel centro di Milano

Persone citate: Carlo Arrigo Pedretti, Gadda, Giovanni Ingrascì, Manzoni, Parini, Scarpis

Luoghi citati: Milano