«Hanno montato un caso sul nulla» di Amedeo La Mattina

«Hanno montato un caso sul nulla» «LA DELEGA SULLE UBERTA E DISCRIMINAZIONE E IN MANO AD UN SOLIDO EX COMUNISTA» «Hanno montato un caso sul nulla» Il ministro: le competenze erano già divise tra più commissari retroscena Amedeo La Mattina ROMA IN via delle Tre Madonne abita il San Sebastiano dell'Unione europea. La Mercedes della scorta lo aspetta in un angolo dell'atrio. C'è una calma irreale. Qui, in questo fine ottobre che sembra lugho, il ciclone di Bruxelles che si è abbattuto su Rocco Buttighóne sembra evanescente. Eppure è assai vicino il giomo del giudizio, il 27 ottobre, quando una parte degh europarlamentari cercherà di affossarlo per certe frasi cattohche sulla omosessualità e le madri single. «Scende a minuti», dice il caposcorta che non lo lascia mai. Scorriamo tra le mani le mani i lanci di agenzia arrivati da Bruxelles, le dichiarazioni di Barroso che spiega il «compromesso», le repliche insoddisfatte dei socialisti e dei liberali («deve ritirarsi»; «ci vuole il rimpasto»), gli affondi dell'opposizione italiana («gli hanno messo il guinziglio»; «figuraccia del governo italiano»). Ed eccolo il trafitto dalle frecce laiche, laiciste, libertarie, atee e anti-papiste. Ha l'aria frastornata di chi sta vivendo un incubo, un'ingiustizia, un'esecuzione tutta politica avulsa dal mèrito vero defle cose dette durante l'audizione in Commissione Libertà. Attacca subito a filosofeggiare («da democrazia vince quando c'è la passione delle regole: megho per- dere secondo le regole che vincere barando») e invita il cronista a salire in macchina che si avvia verso Porta Pinciana. Destinazione il ministero delle Politiche comunitarie. «La situazione è delicata. Parlo per farle capire, non scriva niente». Buttighóne è amareggiato per quello che la stampa italiana e intemazionale gh hanno attribuito. Ad esempio, non sarebbe vero che è stato lui ad usare per primo il termine «peccato» riferito alla pratica omosessuale: sono stati gh europarlamenari a usarla in una domanda. «Io ini sono limitato a rispondere riprendendo quel termine. E' stato un altro a usarlo, non dico chi per delicatezza, ma basta leggere il verbale dell'audizione... E poi, ho diritto o no di dire quello che penso?». Certo, posso registrare? «No, non una sola parola. Mi hanno fatto attac- care le madri single che ho sempre difeso. Quando la stampa non è corretta la democrazia è in pericolo». Si gira a guardare l'interlocutore. Purtroppo, altro che stampa scorretta: qui sono i gruppi europarlamentari che vogliono far fuori Buttighóne e Barroso ha dovuto inventarsi la «competenza collettiva» in materia di diritti, discriminazione e libertà. Una diminutio per Buttighóne o un buon compromesso? «Una buona soluzione» dice con un sorrisino che affiora sulle labbra e che prelude ad una zampata. L'auto imbocca via Veneto, Buttighóne fa una pausa e spiega: «In realtà la competenza di cui si parla non è mia. Hanno montato un caso sul nulla, perché questa è una competenza divisa già tra diversi commissari, tra i quali io. Ora si fa un gruppo di lavoro in cui tutti quelli che hanno una parte di competenza la mettono insieme». Messa così sembra un escamotage di Barroso per accontentare l'Europarlamento ed evitare il rimpasto. Buttighóne non commenta. Il cronista insiste. Buttighóne non rinuncia ad un'altra zampata: «Le competenze in materia di libertà e discriminazione sono sparse, anzi quella principale è del ceco Vladimir Spidla, un bravo, solido ex comunista nelle cui mani i principi di libertà sono sicuri...». Zac! «Se loro voghono che le competenze non siano affidate a mani impure... - gira la mani e fa vedere le palme della sue mani - la garanzia è stata data». Zac, i socialisti e gh ex comunisti nostrani e non sono serviti. E si ricordino che Buttighóne non si sente «commissariato», al «guinzagho». Preoccupato, però, sì, perché nessuno ad oggi sa se il 27 ottobre la commissione Barroso otterrà la fiducia. «Sarà un bel match. Il Ppe è tutto compatto». Ma non basta. «Non basta. Però mentre Schulz e Watson (capigruppo a Strasburgo del Pse e dei liberali nrd) sono molto duri, i loro governi non lo sono». Enigmatico Buttighóne, visto che sono i gruppi a votare, non i governi. Megho spiegare. «I deputati socialdemocratici tedeschi ascoltano Schulz o Schròder? Sarà un bel match». Buttighóne salvato dal Cancelliere tedesco? E' possibile? «Non credo che Schrò der voglia far cadere una commissione in cui c'è Verheugen, commissario indicato da Berlino, con la competenza alle imprese, industria e coordinatore del gruppo di lavoro che si occupa della competitività. Comunque un margine di incertezza c'è...». Roba forte. La vettura del commissario europeo attraversa piazza del Parlamento. Sono le sei mezzo del pomeriggio e si continua a sudare. Invece Buttighóne, man mano che la conversazione va avanti, sembra sempre più in forma. Pentimento per le, cose dette? 0 rabbia per la trappola in cui è caduto? Macché tranello, è stata la stampa che ha montato le cose e i pohtici, dopo, le hanno cavalcate. «Pensi che quando ho finito l'audizione, molti europarlamentari sono venuti a stringermi la mano. Anche Palmella è venuto a farmi le congratulazioni dicendo che la mia era stata un'audizione molto brillante». Chissà Permeila e la furia di Radio radicale, adesso. Ma ormai San Sebastiano si sta strappando dal corpo le frecce, una ad una. Spiega che il 27 è lontano e allo stesso tempo vicino, può succedere di tutto. In bocca a lupo. L'auto procede a fatica nei vicoli. Buttighóne fa bloccare la macchina a cento metri da piazza Nicosia dove c'è il suo ministero. Non vuole che ci vedano insieme. Non posso scrivere niente? «Non una parola». In bocca al lupo. «Crepi...». II capogruppo socialista Martin Schulz con quello del Ppe Hans-Gert Pottering

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