Europarlamento, a rischio il si sulla Commissione

Europarlamento, a rischio il si sulla Commissione PER ORA SOLO PPE E DESTRA UEN SCHIERATI A FIANCO DI BARROSO, SI CERCA DI CONVINCERE PSE E LIBERALI Europarlamento, a rischio il si sulla Commissione Diplomazie e governi al lavoro: verso un doppio voto per evitare la bocciatura dal corrispondente da BRUXELLES Appena Barroso finisce di spiegare la sua proposta, nell'Europarlamento esplode il fuoco incrociato dei giudizi che segue le linee, scontate, degli opposti schieramenti. Insoddisfatti i socialisti, delusi i democratico-liberali, contrari i Verdi, sinistra comunista del Gue ed euroscettici. D'accordo i popolari e la destra dell'Uen. Ma, dietro le bordate delle dichiarazioni, comincia anche il calcolo - questo molto meno scontato - dei possibili voti a favore o contro la nuova Commissione che si presenterà alla prova della fiducia il 27 ottobre a Strasburgo. La vera scommessa del successore designato di Prodi, ormai, è questa: compattare ima maggioranza attorno al suo esecutivo. E per farlo l'unica strada è dividere il fronte di chi, finora, lo ha criticato. Con im obiettivo principale: gh 88 deputati del gruppo Adle (democratici e liberali) che sono la terza forza del Parlamento, dopo il Ppe (268 deputati) e il Pse (200 deputati). La strategia di Barroso ieri ha fatto soltanto il suo primo passo. Ma adesso deve correre. Il tempo che manca al momento della verità è scarso: cinque giorni. Che sarannoscanditi dalle riunioni dei'sette [gruppi, poLitici. in cui è diviso il Parlamento. E dalle pressioni che partiranno dai governi dei 25 Paesi dell'Unione in una specie di braccio di ferro tra le istituzioni europee che risponde a impulsi trasversali. Perché non è un mistero che governi di sinistra - come quello di Gerhard Schroeder in Germania o quello del laburista Tony Blair in Gran Bretagna - non sono allineati alle posizioni dei rispettivi europarlamontari e non vogliono arrivare a una crisi che non avrebbe precedenti. Con una Commissione bocciata e con Barroso costretto a ricominciare il suo lavoro daccapo chiedendo agli Stati membri l'indicazione di nuovi commissari. Proprio la prospettiva, inesplorata, di una simile crisi istituzionale fa dire a Manuel Barroso che, alla fine, «il Parlamento deciderà conequilibrio». La sua debolezza, ^.fo^è.Ja.s^.fwza. Ma, a giudicare dalle dichiarazioni a caldo di ieri, i numeri sono molto incerti. Il tedesco Martin Schulz, capogruppo socialista, ha bocciato il compromesso su Buttighóne: «tè' sempheemente meno di quello che ci aspettavamo». E, con una battuta, ha voluto anche escludere che il suo «no» sia una vendetta per quella frase di Silvio Berlusconi «lei-sarebbe- perfetto per- fare- il kapòmunffli^he*5C,l polemiche nel luglio dello scorso anno. «Non sono così importante da poter orchestrare una vendetta di questo genere», ha detto Schulz. Il capogruppo democratico-liberale, l'inglese Graham Watson, ha definito la proposta di Barroso «un'offerta al ribasso». La verde Monica Frassoni ha preso atto del «mea culpa di Buttighóne», ma ha detto che non basta il «ci penso io» Per ora l'appoggio aperto alla futura Commissione è arrivato dal Ppe: il capogruppo Hans-Gert Poettering e Antonio Tajani hanno definito «equilibrata» la soluzione di Barroso per chiudere il caso Buttighóne. E altrettanto ha fatto la destra dell'Uen. Ma il sostegno di questi due gruppi - che insieme hanno 295 seggi sui 732 dell'Europarlamento - era già scontato. Come' Scontato era u vóto contrario dei Verdi (42 deputati) e dei comunisti del Gue (41 deputati). Quello che diventa decisivo è l'atteggiamento dei 200 socialisti e degli 88 democratico-liberali che, in Tughe, quando il Parlamento votò il gradimento a Manuel Barroso come presidente della Commissione, si divisero tra «no», «sì» e astensioni. Allora, infatti, Barroso ottenne 413 voti a favore, 251 contro e 44 astenuti. Tra cinque giorni, però, un risultato simile sembra poco probabile. La maggioranza per la nuova Commissione potrebbe essere molto più ridotta. O potrebbe anche non esserci. L'ultima parola sugli schieramenti nel voto di fiducia sarà pronunciata dai gruppi lunedì prossimo a Strasburgo. Ma già si profila un possibile, estremo compromesso. Il 27, infatti, ci saranno due voti distinti. Prima su una risoluzione sulla Commissione Barroso e poi, a scrutinio palese, sulla vera e propria mozione di fiducia. La risoluzione potrebbe servire come valvola di sfogo per permettere agli insoddisfatti di criticare Barroso e, in particolare, alami dei suoi commissari, senza che questo comporti automaticamente un voto negativo sulla fiducia. E su questa nuova «soluzione equilibrata» si sta lavorando dietro le quinte, [e, sin.] Il Consiglio europeo, che riunisce tutti i capi di Stato è di governo dei Paesi membri dell'Unione, nomina il presidente della Commissione I 18 GIUGNO L'Europarlamento vota la fiducia al nuovo presidente José Manuel Barroso, il nuovo presidente della Commissione szutóuo l 27 SETTEMBRE Audizioni dei commissari con le Di concerto con i govèrni nazionali,.il presidente della Commissione nomina 24 commissari, uno per Stato membro, trannequello dello ' stesso presidente 12 AGOSTO 27 ( Il commissario designato alla Giustizia, libertà e sicurezza è l'italiano Rocco Buttiglione 1 NOVEMBRE commissioni, parlamentari II Parlamento ratifica La Commissione si la nomina dei insedia commissari e può votare solo su l'intera . squadra e non sui singolicommissari LA NOMINA DELLA COMMISSIONE UE L'aula del Parlamento di Strasburgo

Luoghi citati: Bruxelles, Germania, Gran Bretagna, Strasburgo