Il direttore di Raidue aggredito dal figlio a colpi d'accetta

Il direttore di Raidue aggredito dal figlio a colpi d'accetta NELLA CASA DEL VARESOTTO Il direttore di Raidue aggredito dal figlio a colpi d'accetta Massimo Ferrarlo è stato ricoverato in gravi condizioni in ospedale Il diciassettenne, in preda a un raptus, ha colpito anche la madre Brunella Giovara inviata a CASTELLANA (Varese) Un ragazzo tranquillo, un bravo studente, un bravo ragazzo a detta di tutti, che alle 2 e mezza del mattino entra nella camera dei genitori e comincia a colpirli con un'accetta e un coltello. Di solito notizie così finiscono in poche righe, soprattutto se l'aggressore è minorenne. Ma il padre di questo diciassettenne è un uomo famoso, e alle 15,46 un'agenzia di stampa ne lancia anche il nome: Massimo Ferrario, direttore di Rai2, esponente di primo piano della Lega Nord. Un uomo sfortunato, che nella notte si è ritrovato davanti un figlio impazzito, che gridava e colpiva lui e la moglie. Il motivo non si sa. Chi ha visto il ragazzo subito dopo i fatti riferisce di una persona sotto choc, eoa come i suoi genitori. Non malato, non disturbato, per quel che se ne sa. Poche e frammentarie le cose che ha detto ai carabinieri: «Ho visto come una gran luce. Non so cosa ho fatto, non so cosa è successo». E allora, cosa è davvero successo nella palazzina di viale Rimembranze 9? L'allaime arriva al «112» dei carahinieri alle 2,30. Una ragazza chiede aiuto: «Venite subito, i miei genitori sono stati aggrediti». Chiama anche un ragazzo, dal suo telefonino, e racconta più o meno le stesse cose. Sono i figli di Feirario, Francesca e V. il più piccolo. Francesca ha vent'anni, studentessa universitaria. Lui ne sta per compiere diciassette, frequenta il liceo scientifico «Tosi» di Busto Arsizio. Un ragazzo alto, magro, biondo. Tranquillo. In viale Rimembranze arrivano 1 carabinieri e le ambulanze. Salgono nell'attico al quarto piano, trovano Massimo Ferrario e la moghe Pinuccia sporchi di sangue, spaventati, e molto preoccupati per quello che è appena successo. Vengono portati all'ospedale di Legnano e ricoverati. Hanno ferite al volto, al collo e alle braccia. Lui è in gravi condizioni ma non in pericolo di vita, lei è meno grave. Nel frattempo i carabinieri avvisano il pm di turno, che è la dottoressa Sabrina Di Taranto, n magistrato sta per raggiungere la casa dei Ferrario ma viene informata che l'aggressore è minorenne, e quindi è competente la procura dei minori di Milano. Interviene quindi il dottor Ciro Cascone, che diventa titolare dell' inchiesta. Dichiara: «L'unica cosa che posso dire è che un minorenne ha aggredito i genitori». Nel frattempo il ragazzo viene ricoverato nel reparto di psichiatria dello stesso ospedale. Nel pomeriggio i genitori andranno a trovarlo. Un incontro breve, dopo Ferrario e la moghe confideranno di essere «molto preoccupati per il futuro di nostro figlio». Sono distrutti, la visione del ragazzo che li aggrediva sarà un incuho difficile da dimenticare. Quella di lui confuso, sotto l'effetto di un tranquillante, ricoverato in Psichiatria, fa anche più male. Subito, nel buio della loro camera da letto, hanno pensato che un ladro fosse riuscito a entra¬ re in casa. Un attimo dopo, hanno realizzato che il loro figlio era evidentemente impazzito, altra spiegazione non c'era. I carabinieri hanno ricostruito che Francesca Ferrario è stata svegliata dalle urla dei genitori. E' corsa verso la loro stanza (che era chiusa) e ha fatto per entrare, ma il padre le avrebbe detto di non entrare assolutamente, piuttosto che chiamasse subito i carabinieri. Ma la ragazza è entrata lo stesso: ha acceso la luce, ha visto il fratello con l'accetta in mano, i genitori coperti di sangue. E lì il fratello si è come risvegliato: «Ho visto una gran luce...». Secondo i carabinieri l'accetta usata per colpire era di solito riposta nello scantinato degli attrezzi, nel seminterrato della casa. Difficile ricostruire quando il figlio l'abbia recuperata, se poco prima dell'aggressione o tempo prima. Ma la giomata era stata tranquilla. Lui era andato a scuola in motorino, era tornato e sembra¬ va piuttosto contento di poter festeggiare il compleanno assieme a suo padre. Ferrario era infatti appena rientrato da un viaggio negli Stati Uniti e ieri mattina sarebbe volato a Roma per lavoro. Per questo motivo la cena di compleanno era stata anticipata e tutto era andato come doveva andare, salvo che per un battibecco su questioni di poca importanza (così ha riferito la famiglia) e un altro particolare: prima cu andare a letto, il festeggiato aveva com¬ mentato che «era stata una giornata apatica...». «E' un ragazzo buono. L'ho visto passare nelpomerig;io ed era tranquillo», diceva ieri a dirimpettaia dei Ferrario, Marina Grassini. La signora Grassini non ha sentito niente, né le urla né l'ambulanza e i carabinieri. E anche la vicina Picconi riferisce che «quella era ima famiglia perfetta, proprio perfetta». Al liceo «Tosi» la preside casca dalle nuvole: «Ferrario? Mai avuto un problema, non aveva nemmeno dei debiti formativi. Noi monitoriamo continuamente i nostri studenti, che sono un centinaio, ma per lui non c'è mai stata alcima preoccupazione». Voti buoni, media del sette. Per adesso resta ricoverato in psichiatria, poi il magistrato deciderà sul suo destino. Il ragazzo è indagato a piede libero per lesioni gravi. Massimo Ferrario, direttore di Rai2 Nell'altra foto il reparto dell'ospedale di Legnano dov'è stato ricoverato

Luoghi citati: Busto Arsizio, Milano, Roma, Stati Uniti, Varese