Con Kerry nello lowa «Sfratteremo Bush Ci ha resi meno sicuri»

Con Kerry nello lowa «Sfratteremo Bush Ci ha resi meno sicuri» :.à^ -'■;''-- ' -: ;/ NATQKE DEVE A^CàlUDICARSi A TUTTSI COSTI GLI STATI DEL MiDWEST DOVE GORE VINSE PER UM SOFFIO Con Kerry nello lowa «Sfratteremo Bush Ci ha resi meno sicuri» Tra la folla c'è la fisioterapista Tracy Corday, arrivata qui coi suoi tre bambini: «Basta con l'uso della paura per ottenere il consenso» reportage Paolo Mastrollili WATERLOO (lowa) TUTTO era cominciato qui, per il senatore Kerry, e tutto da qui deve ripartire. In lowa, durante i caucus dell'inverno scorso, aveva sconfitto a sorpresa il presunto re Howard Dean, soffiandogli la nomination democratica. In questo Stato, e negli altri del Midwest, deve difendere la base di voti elettorali conquistati nel 2000 da Gore, per poi sfidare Bush nei territori repubblicani tipo Florida e Ohio. Perciò, dopo una giomata in cui ha fatto colazione in Florida, pranzo in Pennsylvania e cena in Ohio, verso le died di sera Kerry atterra al Regional Airport di Waterloo, nome poco incoraggiante per uno che deve laudare una campagna di conquista. Siamo nel cuore dell' area industriale delllowa, per quanta industria possa esserd nel granaio d'America, e la gente ha apprezzato la cortesia. Circa tremila persone si sono affollate davanti all'hangar, compresi bambini come Michaela Fischback, che ha disegnato una cartolina per il senatore e adesso vuole la sua firma. Gli altoparlanti mandano la musica degli Outkast e l'immancabile «Johnny B. Good», per far scaldare la gente ballando. Finalmente Christine Vilsack, moglie del governatore delllowa, annunda: «Vi presento il prossimo presidente degli Stati Uniti, che dopo aver completato il lavoro all'estero contro i terroristi, riporterà a casa i nostri ragazzi». La platea urla e Kerry non la delude: «Siete venuti per mandare l'avviso di sfratto a George Bush: altre due settimane, e poi via». Nonostante una giomata che ha sfibrato il seguito, u senatore pare ancora in forma. Si leva la giacca perché parla in famiglia, e attacca: «Bush d ha resi meno sicuri, con gli sbagli nella guerra al terrorismo e in Iraq, e anche più poveri, con la disoccupazione, l'aumento nei costi della sanità e i tagli alle tasse per i suoi amid ricchi. Secondo Business Week, il petrolio costa al barile fra 10 e 15 dollari in più per gli errori del presidente. Adesso ha promesso che a gennaio, se verrà rieletto, privatizzerà le pensioni. L'America non può permettersi altri quattro anni così. Questa è l'elezione più importante di una generazione, perché c'è in ballo il carattere del paese: vogliamo un presidente che favorisce sempre i ricchi, oppure un campione della classe media?». David Fichter, membro del sindacato locale degli elettricisti, non ha dubbi sulla risposta: «Io voto democratico perché Bush è un mezzo idiota che non ne fa una giusta». Tracy Corday, una fisioterapista venuta qui con i suoi tre bambini, elabora meglio la posizione: «Mi fa arrabbiare l'uso elettorale della paura da parte di Bush: vuole terrorizzare l'America per convincerla che può essere sicura solo confermando lui. Invece d ha mandati in Iraq per le ragioni sbagliate, e adesso i ragazzi dell' lowa stanno morendo laggiù». Dietro al palco stanno seduti i fratelli gemelli Andrew e Mark Nissan, entrambi in uniforme. «Io racconta il caporale Mark - sono stato in Iraq dal febbraio del 2003 all'aprile scorso: tutta l'invasione e poi la guenigha a Baghdad. Sono venuto qui perché Kerry ha un piano mighore di Bush per cavard dai guai, e sarà il mio prossimo comandante in capo». Il senatore, per ora, comanda al servizio d'ordine di aiutare un fan davanti a lui: «Mi pare che stia male, dategli una sedia». Quando vede che il tizio si è ripreso, promette: «E' tardi, finisco in fretta». Ma dalla folla una signora grida: «Non ti preoccupare, abbiamo tutta la notte». Kerry firma la cartolina di Michaela e si avvia verso l'hotel Ramada, mentre la polizia blocca tutte le strade creando un ingorgo che non capita neppure a Los Angeles o New York. All'arrivo gli agenti del Secret Service presidiano il check in: domani, in questo albergo - che confina col centro congressi intitolato ai fratelli Sullivan - risponderà agli attacchi di Bush sull'Iraq e il terrorismo. Il luogo è volutamente simbolico: i SulBvan erano cinque fratelli dell' lowa morti insieme il 13 novembre 1942, quando un sottomarino giapponese affondò la nave Juneau su cui prestavano servizio. Steven Spielberg si è ispirato a loro per il film «Salvate il soldato Ryan», e lo stesso fa la mattina dopo Kerry per assalire il presidente, fiancheggiato dall'ex direttore della Cia Stansfield Tumer e dalla vedova dell'11 settembre Kristen Breitweiser: «I Sullivan sono la grandezza dell'America». Ma questi sacrifi, adesso, rischiano di essere vanificati: «L'America sta combattendo, e deve vincere, due guerre: quella in Iraq e quella al terrorismo. Il presidente Bush le confonde. Sostiene che llraq è il centro della lotta al terrorismo, ma è il suo errore che ha creato laggiù un paradiso per i terroristi. Le armi non c'erano, secondo l'ultimo rapporto della Cia, e allora il presidente dice che siamo lì per combattere assassini come Zarqawi. Ma prima della guerra Zarqawi operava nel Nord dell'Iraq, in ima zona fuori dal controllo di Saddam, e pur salendo che produceva il veleno ricina, abbiamo scelto di non attaccarlo. Bush sta imparando qualcosa da questi errori? Apparentemente no. Nega i problemi e quindi non può risolverli. Abbiamo perso il controllo di aree dove vivono un milione di iracheni, e i soldati americani subiscono 87 attacchi al jiomo. I militari stanno facendo il oro dovere, ma il comandante no. Servirebhe l'aiuto di altri paesi, ma non vengono perché non voghono essere parte di un fallimento. Il presidente dice di essere un leader. Si guardi dietro: non c'è quasi nessuno». Anche la ricostruzione è un fallimento : «Bush dice dì aver stanziato 7 miliardi di dollari, ma solo 18 per cento è stato speso. Di questi soldi, solo il 27 per cento va davvero alla ricostruzione, mentre il resto lo intascano aziende come la Halliburton, sotto inchiecta per frode e corruzione». Secondo Kerry, a questo punto, bisognerebbe «lanciare un programma come il ponte aereo per salvare Berlino durante la Guerra Fredda». Pure le elezioni sono a rischio: «Ilpresidente dice che sono programmate per gennaio, ma non significa che si terranno. Sul terreno, oggi, ci sono solo cinque specialisti elettorali dell'Orni». Lui, invece, creerebbe subito un «gruppo consultivo internazionale che includa gli alleati chiave, le potenze regionali e i paesi vicini, per dare all'Iraq il sostegno di cui ha bisogno». Stesso discorso per il terrorismo globale, che «sta aumenando, non diminuendo. Dall'I 1 settembre il numero degli attacchi è schizzato al livello più alto degli ultimi 20 anni». Kerry lo combatterebbe con un piano in cinque punti: «Distruggere le reti terroristiche potenziando l'intelligence e le forze spedali; negare le armi che sono non in Iraq, ma in Corea del Nord e Iran; taghare sul serio i finanziamenti, che Zarqawi poteva ricevere fino alla settimana scorsa; proteggere megho l'America, dove 2 mihoni di treni e il 95 per cento dei cargo non sono ispezionati; negare santuari diffondendo la democrazìa, non con campagne scriteriate per imporla da fuori, ma costruendola all'interno dei paesi». La gente balza in piedi ad ogni colpo, e Kerry la esalta così: «L' America può essere l'ideale che ispira gli altri: questa è la nostra forza maggiore e io non lo dimenticherò mai. Se torniamo a essere un faro di speranza, scopriremo in noi stessi le più potenti armi nella lotta al terrorismo». Alcuni sondaggi nazionali dicono che Bush ha allungato, ma gli uomini di Kerry sono convinti di essere avanti negli Stati chiave come l'Iowa, dove Mtìmo rilevamento della Zoghy dà il senatore avanti di tre punti. Perdo, mentre la folla di Waterloo è ancora in piedi, lui scappa verso la Pennsylvania con una buona notizia in tasca: lunedì, superati ì guaì dell'operazione al cuore, ad aiutarlo a Philadelphia d sarà anche Bill Clinton. Kerry a Waterloo, lowa, sfida la storia: la località evoca la più celebre disfatta napoleonica SPALLA A SPALLA m-': ■imimMiaiwtiiMmMmMwW''- stm 4(m bcm 2(m 100Z« oro