Casini ai magistrati: sbagliato scioperare

Casini ai magistrati: sbagliato scioperare IL PRESIDENTE DELLA CAMERA: LA PROTESTA INDEBOLISCE LE RIVENDICAZIONI Casini ai magistrati: sbagliato scioperare Onida (Consulta): ponderare i cambiamenti alla Costituzione e valutare Dene le conseguenze. Castelli: i giudici non vogliono nessuna riforma L'Anm secca: «Niente polemiche, e al testo servono altre modifiche» ROMA Proprio nel giorno in cui arriva ima prima, cauta apertura dai giudici al governo, il Guardasigilli li stuzzica: «In realtà loro non vogliono nessuna riforma, non credo che sullo sciopero ci ripensino». E il suo collega Gasparri è durissimo; «Se facessero meno scioperi, meno sceneggiate e più sentenze sarebbero all'altezza di tanti magistrati seri, da Giovanni Falcone ad Agostino Cordova». Le toghe non rispondono. Però l'ipotesi sciopero è tutt'altro che tramontata: «Mariforma servono ancora incisive modifiche, quelle fatte non bastano», dice Edmondo Bruti Liberati. Al punto che il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, da New York dove sta partecipando ai lavori Onu dell'unione interparlamentare, decide di intervenire sia pure «a titolo personale» con un invito alla moderazione: «Lo sciopero della magistratura è sempre sbagliato; per i cittadini, certo, ma soprattutto per i giudici: indebolisce le rivendicazioni della categoria, non le rafforza». Che potesse essere un emendamento contestato era immaginabile: che a criticarlo fosse proprio il numero uno via Arenula è un po' più sorprendente. Per ragioni di metodo, non di merito: ((Accogliere gli emendamenti dellTMc ci è costato molto in termini di tempo. Nel merito, erano anche condivisibili, ma accogliendoli hanno fatto slittare la riforma di almeno due mesi». Il ministro della Giustizia ha ricordato che «il tempo passa e manca poco più di un anno alia fine della legislatura. Quindi, se vogliamo vedere approvato questo testo e tradotto in pratica prima della fine della legislatura, si dovrà fare presto». Sulla questione dei tempi parlamentari ha subito ottenuto una risposta indiretta. Casini ha puntualizzato che «alla Camera la calendarizzazione della riforma c'è già. È inutile riproporre ogni giorno gli stessi discorsi)). I magistrati non raccolgono invece l'allusione di Castelli sullo sciopero. Si limitano a spiegare che gli emendamenti centristi sono una buona «apertura, la discussione non è piùblindata»; ma poi adesso occoirerà valutare il dettaglio. «Al ministro Castelli piace ogni tanto fare battute polemiche, ma noi non abbiamo mai risposto e non lo facciamo nemmeno ora. Tutto quello che chiede l'Anm è una buona riforma)), dice Edmondo Bruti Liberati. «Oggi registriamo un fatto positivo, che non si procede più con discussioni blindate, c'è un'apertura di metodo, viene superata l'idea che non si potesse discutere su niente». E la sostanza delle modifiche? Lo scontro politico le oscura, di certo c'è che i giudici qualcosa apprezzano e molto ancora chiedono. «Le modifiche- delTUdc sono utili e opportune, ma'non toccano i problemi di fondo. Aspettiamo gli emendamenti completi)). I giudici gradiscono che i poteri ispettivi del Guardasigilli vengano mitigati, e apprezzano la riduzione dei tempi durante i quali un magistrato può restare sotto ispezione. Però denunciano altre «storture». Un esempio? «Il meccanismo diabolico dei concorsi che spinge i magistrati, attraverso benefici economici e di carriera, ad andare in Appello e Cassazione». Dalla politica arrivano commenti antitetici. Parlando di riforme costituzionali, e riferendosi al clima di contrapposizione politica, il presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida, ha invitato soprattutto la maggioranza a ((ponderare bene» le possibili conseguenze. «Prima di mettere mano, con decisioni definitive, a modifiche degli equilibri essenziali assicurati da questi meccanismi, come è per la composizione stessa della Corte Costituzionale, si ponderino bene le possibili conseguenze, e si coinvolga intomo al Parlamento, che è la fonte, insieme eventualmente al corpo elettorale, del potere di revisione costituziona¬ le, il più ampio arco di istanze istituzionali e di sedi di riflessione». D Parlamento, ha ribadito Onida, «è la fonte, insieme eventualmente al corpo elettorale, del potere di revisione costituzionale». Ma sulla giustizia le forze politiche non danno il buon esempio, e il clima di scontro è evidente. All'entusiasmo di Nania (An) e Schifani, Forza Italia, si oppon¬ gono le critiche di Angius dei Ds («la riforma non è dalla parte dei cittadini) e di Pecoraro Scanio (l'aggressione ai giudici è «scandalosa»). Mentre in An c'è qualcuno, come Bucciero, «incavolato nero» per gli emendamenti centristi giudicati compromissori. La morale è che lo sciopero dei giudici rimane più che un'ipotesi. Bruti Liberati è abbottonato, ((non parliamo delle forme e dei modi della protesta senza avere visto prima gli emendamenti». Ma la protesta partirà già dalla prossima con assemblee in tutti gli uffici giudiziari e relativa sospensione delle udienze. Non solo. I penalisti sono sul piede di guerra: denunciano la mancata separazione delle camere, e domenica decideranno se scioperare anche loro, [r. i.] li Guardasigilli Roberto Castelli con il presidente dell'Anni Edmondo Bruti Liberati

Luoghi citati: New York, Roma