la Florida ha cominciato a votare, prime proteste di Paolo Mastrolilli

la Florida ha cominciato a votare, prime proteste A PALM BEACH MANCAVANO LE SCHEDE, A GRANGE COUNTY SONO SALTATE LE MACCHINETTE la Florida ha cominciato a votare, prime proteste In dieci Stati alle urne in anticipo, il presidente Bush rimane il favorito Paolo Mastrolilli NEW YORK Le elezioni presidenziab americane sono cominciate, anche se i due candidati continuano a rincorrersi negb Stati chiave, martellandosi soprattutto sulla guerra al terrorismo e l'Iraq. Ieri i primi elettori sono andati alle urne in Florida, teatro della sfida legale di quattro anni fa, grazie alle leggi che consentono di aprire in anticipo i seggi per chi il 2 novembre non sarà libero, oppure vorrà evitare la fila. Naturalmente sono cominciate subito le dispute. Qualcuno si è lamentato perché nella Palm Beacb County, una delle contee dove nel 2000 si erano ricontati i voti con la lente, non c'erano abbastanza schede di carta. Altri, invece, se la sono presa con le nuove macchine per il voto elettronico, che sono andate in tilt nell'Orange County, parabzzando le operazioni a Orlando. Le urne sono già aperte anche in Texas, Colorado, Arkansas, Gli sfidanti a scambiarsdi incompeWisconsin, lowa, Nevada, Ohio, New Mexico e Pennsylvania, mentre in Oregon si sta .votando Ìtpe?^.,suLtemi deèhe il crossi- r •n'' mo presidente e della guenon venga determinato ancora in tribunale. Gli elettori già andati ai seggi devono avere le idee chiare, ma mentre i sondaggi indicano un allungo del presidente Bush, i due candidati continuano a dare la caccia agli indecisi. Il tema centrale resta la sicurezza, anche se i democratici vorrebbero spostare il dibattito sulle questioni di pobtica intema, come la sanità e l'occupazione. Il capo della Casa Bianca ieri è andato nel Nevvjersey, sfidando Kerry in uno Stato che in teoria il senatore dovrebbe conquistare senza problemi. Il consigbere pobtico di Bush, Karl Rove, ha spiegato così la sua scelta: «Dalle finestre del New Jersey molta gente poteva vedere le Torri Gemelle di Manhattan». Questo Stato, in effetti, perse circa 700 persone negli attentati deb'11 settembre, e il presidente è andato a ricordare che secondo lui il tema centrale dell'elezione è la lotta al terrori¬ ontinuano accuse ènza tesjcurezza ••^-'■y - -- - ra in I raq smo. «L'approccio del senatore Kerry - ha detto - permetterebbe una risposta solo dopo che l'America è stata attaccata. Questo atteggiamento non è più la maniera giusta di proteggere il nostro Paese». Poi Bush ha accusato il rivale di essere quasi pronto alla resa: «Mollare la lotta potrebbe sembrare più facile nel breve periodo, ma noi sappiamo dall'I 1 settembre che se la violenza e il fanatismo non vengono contrastati alla fonte, ci troveranno dove viviamo». Quindi il il capo della Casa Bianca ha attaccato Kerry anche sull'Iraq: «Secondo lui è una distrazione. Secondo me combattere e uccidere assassini come Abu Musab al Zarqawi è un impegno fondamentale nella guerra al terrorismo». Il senatore democratico, in visita proprio in Florida, si era preparato un discorso sulla sanità ma ha dovuto cambiare l'attacco per rispondere alle accuse di Bush: «Signor presidente - ha detto -, la tua cattiva gestione della guerra, la tua distrazione da Osama bin Laden e Al Qaeda, il tuo spostamento delle truppe in Iraq, che non aveva fliulla a che faire con l'I 1 settembre, hanno reso l'America meno sicura». Quindi ha citato un articolo del «Washington Post», che riportava una lettera inviata alla Casa Bianca dal generale Ricardo Sanchez, in cui l'ex comandante delle truppe in Iraq si lamentava per la mancanza dei supporti logistici di cui avrebbe avuto bisogno per sconfiggere la guerrigba: «E mentre il generale si lamentava - ha aggiunto Kerry -, Bush diceva al Paese che le truppe avevano tutto il necessario per vincere. Nonostante l'arrogante vanto del presidente di aver fatto tutto giusto in Iraq, la verità sta venendo fuori». Prima e durante i dibattiti televisivi questi attacchi avevano consentito a Kerry di annullare il vantaggio di Bush, ma ora quasi tutti i sondaggi dicono che gb americani si fidano di più del presidente nella lotta al terrorismo. E questo il 2 novembre farà la differenza. Gli sfidanti continuano a scambiarsi accuse di incompetènza ,suLtemi deltesjcurezza r •n'' ••^-'■y - -- e della guerra in I raq