La democrazìa Usa ha un problema: rìgnoranza di Paolo Mastrolilli

La democrazìa Usa ha un problema: rìgnoranza LE IMPRESSIONANTI STATISTICHE DELL'ULTIMO LIBRO DI GRAYDON CARTER, «WHAT WE'VE LOST», «CHE COSA ABBIAMO PERDUTO» La democrazìa Usa ha un problema: rìgnoranza L'85% degli americani non sa individuare l'Iraq o Israele sul mappamondo analisi Paolo Mastrolilli NEW YORK SE una nazione si aspetta di essere ignorante e libera, in uno stato di civilizzazione, si aspetta una cosa che non è mai avvenuta e mai avverrà». Come la mettono gli Stati Uniti dell'anno 2004, con questo monito del terzo presidente Thomas Jefferson? Gli elettori che il 2 novembre andranno alle urne per scegliere il capo della Casa Bianca sanno abbastanza per essere liberi? Non esiste un metro ufficiale di misurazione per la conoscenza necessaria a tenere in vita una democrazia, ma ci sene alcuni dati pubblicati da Graydon Carter nel libro «What We've Lost» che dovrebbero preoccupare. Secondo queste statistiche, il 69'J6 degli americani crede che Saddam Hussein fosse personalmente coinvolto negli attentati dell'I I settembre, perché si fida delle denunce venute dalla Casa Bianca. Il 3407o è convinto che le armi di distruzione di massa irachene siano state trovate, e il 220Zo pensa che siano state usate contro le truppe Usa durante la guer- ra. A fronte di queste certezze belliche, gli abitanti degli Stati Uniti hanno invece seri ostacoli pratici nel comprendere la geopolitica. Ben r8507o di loro, ad esempie, non sa individuare l'Iraq, l'Afghanistan e Israele su una cartina geografica. Nemmeno il ricordo dell'attacco giapponese a Pearl Harbour è troppo vivide, se è vere che il SO'ft dei giovani americani non sa trovare l'Oceano Pacifico sul mappamondo. La percentuale scende quando si tratta di scoprire gli Stati Uniti, ma comunque l'Ileo degli abitanti non è capace di individuare nemmeno la terra su cui vive. Se la geografia non è il forte degli americani, la demografia non può aiutarli a comprendere le complicate evoluzioni dell'era globale. Infatti, sempre seconde i dati di Carter, il 7507o dei giovani adulti Usa non sa qual è la popolazione totale del proprio paese. In compenso, 70 milioni di americani si descrivono come cristiani evangelici che hanno accettato Gesù' come loro salvatore personale, e interpretano la Bibbia come la parola letterale di Dio. In un quadro del genere, non può sorprendere che la conoscenza politica sia carente. Per esempio r850Zo degli americani non sa il nome del cape della Corte Suprema, William Rehnquist, nonostante nelle elezioni del 2000 sia stato proprio il suo tribunale ad assegnare la vittoria finale a George Bush. Ovvio, quindi, che il 30,}6 degli abitanti degli Stati Uniti consideri «la politica e il governo troppe complicati per capir¬ li». Per saperne di più, temerebbe utile leggere. Ma per leggere bisognerebbe cenescere l'alfabeto. Eppure questo, secondo une studio della United Way of Greater Los Angeles, è proprio lo strumento basilare che manca alla metà della popolazione lavoratrice nella più grande città della California. La colpa, seconde la ricerea, è dell'immigrazione continua e dell'alto tasso di abbandono delle scuole superiori. Ma se la diagnosi è giusta, pochi si preoccupano di garantire una cura. Le statistiche della United Way, infatti, dimostano che solo un lavoratore analfabeta su dieci è iscritto a classi speciali per imparare a leggere e scrivere, e la metà degli iscritti molla tutto nel giro di tre settimane. Sembrano dati esagerati, per un paese che continua a dominare la gara annuale ai premi Nobel per la fisica, la medicina, la chimica e l'economia. Ma c'è un distacco molto netto fra l'istruzione di base offerta a tutti e quella d'elite, che meno del 507o della popolazione riesce a ricevere dalle grandi università tipo quelle dell'Ivy League, pagando rette fino a 40.000 dollari per anno accademico. Perciò il candidate democratico John Kerry ha attaccate l'amministrazione Bush, dicendo che paesi come, la Cina e l'India stanno scavalcando gli Usa in termini di laureati e studenti specializzati. L'ignoranza e la disinformazione provocano principalmente due effetti: prime, scelte politiche basate sulla scarsa conoscenza dei fatti; secon¬ do, poco interesse per il processe eletterale. Quest'anno c'è stato un grande sforze, da parte dei democratici ma anche dei repubblicani, per aumentare il numero dei votanti registrati. Il partito di Kerry ha premute, nella speranza di capitalizzare il risentimento verso Bush tra le minoranze e le classi medie e povere, mentre quello del presidente ha cercato di mobilitare le zeccole dure dei fondamentalisti cristiani. L'affluenza alle urne dovrebbe aumentare, seconde tutti gli analisti, ma si parte comunque da una base molte bassa. Nel 2000, infatti, sole il 5I,30Zo degli aventi diritto era andate ai seggi per scegliere tra Bush e Gore. Di conseguenza il capo della Casa Bianca è un presidente di minoranza, perché la maggioranza degli americani e ha votate contro di lui, e non ha votate proprio. I politologi discutono da decenni il fenomeno dell'astensionismo, per tastare il polso alla democrazia americana, e hanno raggiunto il consenso su almeno due punti: circa metà degli abitanti non votano perché non si sentono rappresentati, oppure perché non seguono la politica. Il govemo, secondo loro, è troppo inutile e distante per curarsene. Gli altri vanno alle urne, ma spesso basano le scelte su qualche spot visto in tv, e qualche frase afferrata durante i dibattiti. Troppo poco per fare febee Benjamin Franklin, convinto che «un investimento nella conoscenza paga sempre il miglior interesse». Il 69 Coerede che Saddam sia coinvolto personalmente negli attacchi dell'11/9 perché così aveva detto Bush A causa degli alti tassi d'immigrazione la metà della popolazione lavoratrice di Los Angeles è del tutto analfabeta