L'Impresa scommette sull'asse Torino-Milano

L'Impresa scommette sull'asse Torino-Milano GLI INDUSTRIALI CONCORDANO: L'IMPORTANTE E' FARE IN FRETTA L'Impresa scommette sull'asse Torino-Milano Tronchetti Provera: «La volontà collettiva c'è, togliamo le rigidità» Romiti: «Cominciamo dagli uomini, dagli atenei, dalla formazione» Guzzetti: «Le fondazioni Cariplo e Crt già collaborano sulla ricerca» Francesco Manacorda inviato a CERNOBBIO (Como) Crescere insieme per crescere di più? Il mondo dell'economia che sta nei due poh ancora distanti di Torino e Mi ano ci crede, assicura tutto il suo impegno ma chiede che anche la politica faccia la sua parte: prima di tutto superando il rischio di logiche campanilistiche e poi - come dice il presidente di Pirelli e Telecom Marco Tronchetti Provera - eliminando qualche vincolo: «C'è una volontà collettiva, ora si tratta di rendere tutto meno rigido e più rapido». Del resto «se riusciamo ad accelerare il processo possiamo risveghare energie che forse sono rimaste bloccate anche da un eccesso di benessere. La responsabilità è stata di tutti, compresi noi imprenditori». «La politica assieme a tutte le altre forze sociah può sempificare le cose - spiega ancora Tronchetti Provera, che sull'asse MiTo si muove già, con i Telecom Italia Labs e i Pirelli Labs - prima di lutto contribuendo a costruire le infrastrutture necessarie e poi con un ruolo di facilitatore che non sempre, specie a livello locale, ha mostrato di avere». Per la classe imprenditoriale, del resto, dice il presidente della Pirelh, «è un dovere morale fare ogni sforzo per la crescita di questa area del paese che ha avuto tanto e ha dato tanto. Siamo nella parte più vitale per quello che riguarda i pilastri della crescita: infrastrutture, innovazione, ricerca, risorse umane». Servono le infrastrutture per i trasporti, l'Alta velocità prima di tutto, ma anche quelle reti su cui viaggia l'informazione, da cui possono nascere nuove specializzazioni. «Torino può diventare forte in un settore come l'Ite (le tecnologie dell'informatica e deha comunicazione, ndr) - spiega il presidente deha Fondazione Politecnico di Milano e vicepresidente di Banca Intesa Gianpio Bracchi - mentre l'area di Milano è già più orientata ai servizi informatici per le imprese». E Giorgetto Giugiaro, tra i mitici carrozzieri torinesi, rivendica le radici dell'industria locale con «il modello economico ed aziendale da noi già adottato nel '68 e che adesso scopro essere all'avanguardia con la propensione ad essere intemazionah, ad esportare». Tendenze che, se l'integrazione sull'asse Torino Milano andrà come previsto, saranno rafforzate. ((A patto che - aggiunge il presidente deh'Assolombarda Michele Perini - la smettiamo di essere il paese dehe signorine. Servono cohaborazioni per fare massa critica e far nascere cose nuove: Milano è forte sulla salute, Torino sull'lct, perché non ne possono nascere nuove tecnologie informatiche per la salute?» Certo, una cosa è fare la hsta dehe legittime e necessarie priorità come si è sentita ieri a Cernobbio - dai trasporti aha sanità; dalla formazione aha tecnologia e un'altra è cominciare a scegliere davvero che cosa fare per primo. Cesare Romiti, presidente onorario deha RcsMediagroup, ha le idee chiare: «Io comincerei dagh uomini e dalla Università, insomma dalla formazione», dice. E avverte anche che il pericolo da evitare in tutte le forme di cohaborazione «è quello del dirigismo». Uomini e formazione, oggi fra Torino e Milano, significano soprattutto la cohaborazione tra i due celebri Politecnici: un'intesa che si espande già in molti campi e che adesso il numero uno Torino Wireless Rodolfo Zich propone di allargare anche sui finanziamenti per lo sviluppo. Su quella terra di confine che dall'accademia va verso l'impresa, dalla ricerca porta all'innovazione, ci si muove già spesso insieme, come ricorda il presidente deha Fondazione Caripio Giuseppe Guzzetti: «Con le fondazioni torinesi facciamo già molte cose assieme, compresi i finanziamenti aha ricerca sulle cellule staminali». Neha nuova era dei rapporti tra Torino e Milano Guzzetti assicura che le fondazioni faranno la loro parte, ma pone anche qualche condizione: ((Attenzione all'equità sociale». Alle Camere di Commercio, come spiega il presidente di quella torinese Alessandro Barberis, che assieme al cohega milanese Carlo Sangalli ha in mano la regia operativa del progetto spetterà adesso il ruolo di «gestire lo sviluppo, di essere innescatori di processi. Ci vuole qualcuno che si assuma il ruolo di locomotiva, ma poi anche i vagoni devono seguire senza intoppi e - quando è il caso aiutare a spingere il convogho». Marco Tronchetti Provera del totale nazionale, 520 mila m tutto (330 mila attive a Milano e oltre 190 mila a Torino). Più di Svizzera (320 mila imprese), Svezia (270 mila) e Austria {225 mila), molto vicine a Belgio (545 mila) è Olanda (555 mila) •—-^—^iSétcon.niù Servizi alle imprese (77 mila Milano, 34 mila Torino, Il 22,9yo riazionale) intermediazione monetaria e finanziaria (circa 9 mila imprese a Milano é 5 mila a Torino, 14,2*54) , ftasporti l (18 mila imprese a Milanoe 8 mila a Torino, 13,8^0) ISi degli Occupati italiani, pari a 2,32 milioni di addetti ÌEoltre 1 milione e mezzo Milano, piò di 750miia Torino) dell'import itàlfano dell'export italiano Valore complessivo interscambi 66 miliardi di euro Lo stesso peso dell'intera Irlanda e superiore a quello di Danimarca, Finlandia e Portogallo Settori trainanti Fonte: elaborazione Camera di commercio di Milano Macchine e apparecchiature elettriche ed elettroniche; (60yo dell'import Italiano; 34tA dell'export Prodotti delle attività informatiche; professionali e imprenditoriali (6807o import; 43,4yo export) Mezzi di traspòrto (34% import; 26% export) BD.DD0C 1B» 14BB3i Milano Torino Media nazionale