Così nascono le pulsar, radiofari celesti

Così nascono le pulsar, radiofari celesti Così nascono le pulsar, radiofari celesti 131 ELL'EVOLUZIONE steUare la "supernova" rappresenta lo stadio finale di una stella di grande massa (una stella come il Sole, ad esempio, non potrà mai raggiungere la fase di supernova). Si tratta di una vera e propria "esplosione" dovuta a un forte surriscaldamento degh strati estemi della steUa connesso all'assorbimento di neutrini. Quest'anno ricorrono anche i 950 anni della "supernova" del luglio 1054 nella costellazione del Toro, registrata dag;li astronomi cinesi e giapponesi. La "stella", di colore rossastro e più luminosa di Venere, fu visibile per 21 mesi di notte e per poco più di tre settimane fu osservàbile anche in pieno giorno. La "stella" scomparve per sempre alla vista nell'aprile del 1056. Sette secoli dopo l'astronomo dilettante John Bevis (1693-1771) puntò il telescopio nel luogo dove era apparsa la supernova e osservò una nebulosa che fu poi chiamata Crab Nebula (Nebulosa Granchio) ed è il residuo della supernova del 1054. Ancora oggi i resti della Crab Nebula stanno espandendosi alla velocità di 1500 km/sec e pertanto il suo aspetto è notevolmente cambiato rispetto alla prima osservazione di Bevis. Come residuo dell'esplosione resta oggi al centro della Crab Nebula una "pulsar" (steUa di neutroni), un oggetto piccolo del diametro di pocnT cTmcSHètri e talmente denso che ùhà scatola di fiammiferi riempita di questo materiale peserebbe quanto un asteriode di 2 chilometri di diametro. La pulsar della Crab Nebula compie in un secondo una trentina di rotazioni, spazzando il cielo con un fascio di onde come un radiofaro. Le "supemovae" conosciute neba nostra galassia sono sette. Le più antiche apparvero nel 185 e nel 393 rispettivamente nel Centauro e nello Scorpione. La irima fu visibile per venti mesi, a seconda per otto. Prima deba supernova del 1054 se ne registrò una nella costeUazione del Lupo nel 1006: fu visibile per alcuni anni. Un'altra supernova comparve per sei mesi nella costellazione di Cassiopea nel 1181. Alla supernova del 1604 dedica un articolo l'ultimo numero deba rivista «Le Scienze», ripubblicando un «Dialogo» di Cecco de Ronchitti su quel fenomeno celeste. Di Enrico Bellone segnaliamo «La SteUa Nuova. L'evoluzione e il caso Galilei» (Einaudi). [f.g.l

Persone citate: Einaudi, Enrico Bellone, Galilei