Parte nella Quercia la carica dei «giovani turchi» di Fabio Martini

Parte nella Quercia la carica dei «giovani turchi» UN DOCUMENTO FIRMATO DA 250 QUADRI. IERI IL SEGRETARIO HA PRESENTATO LA SUA MOZIONE Parte nella Quercia la carica dei «giovani turchi» Il gruppone dei trentenni (vicini a Fassino) spinge per il partito dell'Ulivo Fabio Martini ROMA Nella frastagliata morfologia della Quercia che va a congresso - 4 mozioni in lizza più gli «agnostici» - ora spunta anche il gruppo dei «giovani turchi». Duecentocinquanta quadri, tutti intomo ai trenta anni, quasi tutti mai iscritti al Pei e tutti molto vicini al segretario Piero Fassino, hanno depositato ieri mattina sul sito del partito un documento che lancia due messaggi: marciamo senza timidezze verso il partito unico dell'Ulivo, mentre per quanto riguarda i Ds è arrivata l'ora di «investire su nuove energie», su «una nuova generazione di dirigenti», «non segnata dalle divisioni ideologiche del passato», su quei quadri che si sono affacciati per la prima volta alla politica iscrivendosi al Pds o ai Ds piuttosto che al vecchio, caro Pei. Piero Fassino, informato dell'iniziativa, l'ha incoraggiata e ai primi di novembre si incontrerà con i trentenni promotori del documento - sindaci, dirigenti di partito e di federazione, amministratori locali - in un'assemblea a Firenze. Certo, al congresso di Roma (4-6 febbraio), Fassino si presenta con una larga maggioranza, ma ima «lobby» giovane e che guar¬ da senza pregiudizi al partito riformista fa sicuramente comodo al segretario. Che ieri ha presentato la mozione della maggioranza, l'unico vero correntone della Quercia, visto che ingloba oltre al «centro» del partito (i seguaci di Fassino e D'AIema) anche la «destra» di Enrico Morando e pure Anto¬ nio Bassolino, che al congresso di Pesaro è stato uno dei promotori di quello che si chiamò allora il «Correntone» ma che si presenta molto frazionato al congresso di Roma. Fassino ci ha tenuto a sferzare tutti coloro - editorialisti e compagni di partito - che nei giomi scorsi avevano teorizzato che il felice decollo della Grande Alleanza Democratica (la cosiddetta Gad) avrebbe finito per oscurare il progetto della Federazione dell'Ulivo, la «fusione a metà» tra Ds, Margherita e Sdi. Per Fassino «è surreale il dibattito sui mass media che contrappone Gad e Fed». A suo dire «le cose sono molto semplici: per vincere bisogna realizzare tre condizioni: una forte leadership di Romano Prodi, una grande alleanza di centrosinistra, una Federazione dell'Ulivo che rappresenti il timone principale delle forze riformiste». Su Prodi e sulla Alleanza le minoranze di sinistra non hanno nulla da obiettare, anzi sono largamente favorevoli, mentre l'ostilità vera resta sul progetto della Federazione che allude - e può preludere - a un partito riformista, visto come uno spauraccho da quel che resta del «Correntone». Alla luce dei poteri attribuiti alla futura Federazione dal gruppo di lavoro che proprio ieri ha terminato la sua istruttoria, il capo della minoranza ds Fabio Mussi ha sparato a zero su Fassino: ((Al segretario dico di non sfidare le più elementari regole della democrazia interna: non basta che la bozza per la Federazione venga sottoposta a Prodi e alle segreterie dei partiti: ci sono organismi eletti dai congressi che non possono essere espropriati» e quindi «non sta né in cielo né in terra che la bozza sia approvata entro il 31 dicembre 2004» dal momento che il Congresso ds si terrà dal 4 al 6 febbraio. Ma l'incisività della minoranza rischia di essere spuntata dalla sua frammentazione: il termi- ne per la presentazione delle mozioni al congresso Ds scadrà alle 24 di sabato e soltanto allora si potrà capire se i documenti della sinistra saranno per davvero tre (Mussi-Folena, Bandoli e Salvi) e soprattutto quale consistenza avrà il drappello dei cosiddetti «agnostici», cioè tutti coloro che preferiscono non schierarsi da alcuna parte, pur in presenza di una proposta impegnativa, la Federazione dell'Ulivo come preludio al partito riformista. ' Dentro i Ds, tifano per un passo molto più deciso verso il partito unico dell'Ulivo oltre ai liberal di Enrico Morando e oltre al presidente del partito Massimo D'AIema, da ieri anche un nutrito drappello di giovani dirigenti vicini a Fassino, ai quali il segretario potrà appoggiarsi nella dialettica congressuale. Nel documento dei 250 - frutto di un dibattito sull'Unità, aperto ad agosto da un articolo di Stefano Di Traglia e Emanuele Piazza - è scritto tra l'altro: «Non possiamo accontentarci di quello che passa il convento del centrosinistra» e la proposta della Federazione «avrà successo se concepita come tappa intermedia verso un soggetto ampio, plurale e federato, che unisca le culture progressiste e riformiste». Un'immagine d'archivio di Piero Fassino con Massimo D'AIema

Luoghi citati: Firenze, Pesaro, Roma