Stanotte in tv la sfida cruciale tra Bush e Kerry di Paolo Mastrolilli

Stanotte in tv la sfida cruciale tra Bush e Kerry IL DEMOCRATICO E' IN LIEVE VANTAGGIO MA IL PRESIDENTE E' PIÙ' FORTE NEGLI STATI DECISIVI Stanotte in tv la sfida cruciale tra Bush e Kerry .'ultimo dibattito televisivo in Arizona: si parlerà di tasse, sanità e lavoro Paolo Mastrolilli NEWYORK Il dibattito televisivo di stanotte in Arizona tra il presidente Bush e il senatore Kerry potrebbe decidere il prossimo inquilino della Casa Bianca, almeno a giudicare dai sondaggi. Come dicono gli americani, è una situazione «make or break», e riesci e fallisci, soprattutto per lo sfidante democratico. Il primo dibattito di Miami sulla politica estera lo aveva vinto Kerry, che grazie a quella prestazione era riuscito ad annullare il vantaggio di Bush. Il secondo a St. Louis è finito in pareggio, e l'effetto si nota nei sondaggi. La Galìup dà il candidato democratico al 490Zo e quello repubblicano al 480Zo; la Cbs inverte le parti, assegnando il 480Zo al capo della Casa Bianca e il 4507o al senatore; e la Zogby li mette pari al 450Zo. Le percentuali nazionali, pero', contano fino ad un certo punte. La presidenza si vince conquistando i singoli 50 stati, con i loro veti elettorali, e su questo punto Bush resta in vantaggio perché ha una base più solida nelle regioni del sud e del centro deve deve assolutamente passare. Invece la presa dei democratici sui loro stati e su quelli contesi, dal Wisconsin all'Ohio, è più debole. La strategia della Casa Bianca resta quella di puntare sulla guerra al terrorismo e sulla difesa dell'intervento in Iraq, perché soprattutto la prima rimane una carta a favore del presidente. Ouindi Bush ha approfittate di una dichiarazione fatta da Kerry al New York Times durante il fine settimana, in cui diceva che «dobbiamo riportare il terrorismo ad essere un fastidio, non il focus della nostra vita». «Questo - ha detto il presidente - dimostra che il senatore non capisce la minaccia. Io il terrorismo voglio sconfiggerle, non ridurlo ad un livelle accettabile». La questione sicurezza ha coinvolto Kerry anche per ima gaffe verse Rema, fatta qualche mese fa. «L'esercito irachene - aveva detto - era così patetico, che persino quello italiane avrebbe potuto prenderlo a calci nel sedere». La gaffe è riemersa lunedì sera, durante la trasmissione di un documentario di Alexandra Pelosi in cui il senatore si scusava per quella battuta, ma ieri il ministre della Difesa Martino ha risposto che non basta: «Provo grande amarezza e dispiacere. Kerry dovrebbe chiedere scusa in mede più esplicito alle forze armate italiane e ai militari che hanno sacrificate la vita per la pace e la sicurezza contro il terrorismo intemazionale». Seno temi che demineranno la campagna fino all'ultime, ma il dibattito di stanotte è sulla politica intema. Perciò ieri Bush, tenendo comizi in Colorado e Arizona, ha attaccato l'avversario sul fisco, la sanità e i programmi demestici: «Kerry può scappare dalla sua storia in Senato, ma non può nascondersi. E' un liberal patentate (cioè un uomo di sinistra ndr), e per mantenere le sue promesse dovrà aumentare le tasse alla classe media, anche se cerca di nasconderle». Kerry invece ha preferite concentrarsi sulla preparazione al dibattito, e quindi è rimasto nel sue albergo in New Mexico, uno state conteso più importante dell'Arizona per i democratici. Ha deciso persino di ritardare la partenza, per guardare in televisione la prima semifinale del campionato di baseball tra la sua squadra dei Boston Red Sex e i New York Yankees. A rispendere a Bush ci hanno pensate i suoi portavoce, pubbbcando uno spot televisivo in cui lo stesse presidente dice che «non puoi vincere la guerra al terrorismo». I democratici hanno presentato anche due preteste formali, alla Commissione elettorale federale e alla Commissione federale per le comunicazioni, contro la catena televisiva conservatrice Sinclair che ha decise di mandare in onda un documentario fatte dai veterani del Vietnam che accusane il senatore di non aver guadagnato le sue medagbe. Kerry, però, ha scelte il silenzio e gli allenamenti per il dibattito. Stanotte si parlerà di politica intema, petrolio, occupazione, sanità, istruzione, sicurezza, e tagli alle tasse, che seconde lui hanno favorite solo gli amici ricchi di Bush: se vuole la Casa Bianca, deve prenderla qui.