«Lo stimo ma non può ricoprire quei ruolo» di E. S.

«Lo stimo ma non può ricoprire quei ruolo» PARLA IL CAPOGRUPPO DEL PSE MARTIN SCHULZ «Lo stimo ma non può ricoprire quei ruolo» intervista corrispondente da BRUXELLES Lf APPUNTAMENTO è davanti alle venticinque bandiere dei Paesi dell'Unione allineate nell'atrio del palazzo Spinelli del Parlamento. Ma quando Martin Schulz si avvicina, incrocia Hans-Gert Poettering. L'incontro tra i due tedeschi che presiedono i gruppi politici europei più potenti - quello socialista e quello popolare - è cordiale, nonostante la guerra esplosa sul caso-Buttighone. Stretta di mano, sorrisi e qualche battuta scambiata a bassa voce. Allora c'è già aria di compromesso? ((Non sta a noi trovare una soluzione», dice Martin Schulz che poco più di un anno fa, era il luglio del 2003, divenne famoso in Italia per lo scontro verbale con Silvio Berlusconi che lo aveva definito perfetto per interpretare la parte di un «kapò» al cinema. «Ormai le commissioni parlamentari si sono espresse. Adesso bisogna attendere che la procedura faccia il suo corso». Ma chi ha in mano le chiavi di un compromesso? «La soluzione la deve trovare Barroso. L'iniziativa è al presidente designato deEa Commissione. Se vuole confermare tutta la sua squadra, può farlo, ma può anche proporre un cambio di portafoglio a Buttiglione. Oppure può ricercare con lui un'altra via d'uscita a questa situazione. Noi attendiamo che Barroso, dopo avere preso atto del parere del Parlamento, d dia ima risposta, ci proponga qualcosa. Soltanto allora adotteremo il nostro atteggiamento». Vuol dire che al momento del voto di fiducia, quello vero, il pse potrebbe anche bocciare tuttala Commissione? «Non mi piace fare il veggente. Per adesso, dico che il meccanismo della fiducia alla Commissione è folle. Il Parlamento ascolta i commissari separatamente nelle audizioni che sono appena finite, poi dà il suo giudizio positivo o negativo su ciascuno, ma alla fine deve votare la fiducia su tutto il collegio. Non mi sembra logico. E poiché è impossibile ascoltare tutti i commissari insieme, credo che sarebbe più giusto poter dare un voto individuale di fiducia. Ma il sistema è diverso e questo determina la situazione in cui d troviamo e mette in difficoltà il funzionamento delle istituzioni». Dietro il doppio no a Buttighone ci sono molti sospetti: la discriminazione di un cattolico, mia manowa anti-italiana... ((No. Non d sono discriminazioni. Nemmeno manovre contro lltalia o contro il govemo di Silvio Berlusconi. Il mio gruppo, nella seconda votazione che c'è stata in commissione Libertà pubbliche, quella che approvava l'incarico di vicepresidente dell'esecutivo europeo per Rocco Buttiglione e chiedeva un cambio di portafoglio, ha votato si. Questo mi sembra la prova che i sodalisti non sono contro la presenza di Buttighone, italiano e cattolico, nella Commissione Banroso, ma non lo ritengono adatto per i compiti che gli sono stati assegnati». Qual è la colpa che rimprovera a Buttiglione? «Quello che Buttiglione non comprende è che chi si presenta di fronte a un Parlamento, a un qualsiasi Parlamento in qualsiasi parte del mondo, non può dividersi in due. Non può essere il cattolico omofobico e il politico che rispetta le leggi e l'uguaglianza di tutti. Chi deve applicare le politiche europee non può essere un dottor Jeckill e un mister Hide che di giorno è un corretto politico e la sera, a casa, cambia atteggiamento...». E' questo che ha fatto scattare il vostro no? «Conosco Buttiglione da mdti anni perché quando era eurodeputato facevamo parte della stessa commissione. E lo considero una persona molto competente che fa discorsi interessanti e che non dice, certo, tutte cose sbagliate. Ma credo che alla maggioranza degli eurodeputati che lo hanno ascoltato è apparso come un uomo che vive nel Diciannovesimo secolo non nel Ventunesimo». Ci sono altri commissari designati in difficoltà. C'è anche un socialista, l'ungherese Kovaks. Si va verso un compromesso? «La lettera che la commissione parlamentare ha inviato per Kovaks non dice ne sì ne no. Come in molti altri casi. La mia valutazione sui commissari designati che appartengono al campo sodalista è che sono tutti tra i migliori: dall'inglese Peter Mandelson alla svedese Margot Wallstroem, dal tedesco Guenter Verheugen allo spagnolo Joaquin Almunia. Per i problemi, la parola è a Barroso». [e. s.]

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