Doppio stop all'eurocommissarìo Buttiglione di Enrico Singer

Doppio stop all'eurocommissarìo Buttiglione BRUXELLES: DALLA COMMISSIONE LIBERTA E GIUSTIZIA UN VOTO POLITICO SUL MINISTRO Doppio stop all'eurocommissarìo Buttiglione Dopo le frasi sui gay. L'ira di Berlusconi: integralisti. Ora decide Barroso Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES No a Buttigiione vicepresidente di Barroso e commissario con delega alla Giustizia, libertà e sicurezza. No a Buttigiione vicepresidente di Barroso, ma con un incarico da cambiare. Due votazioni, due bocciature. Senza precedenti. La prima per un solo voto: 27 contro 26. La seconda con tre: 28 contro 25. In mezzo a polemiche e contestazioni - c'è chi parla anche di schede che andavano annullate perché contenevano segni sia sul «si» che sul «no» - in un clima di scontro generale sulla interpretazione da dare a quella che resterà, comunque, una delle giornate più tese della storia del Parlamento europeo. Tesa e convulsa, perché nel secondo voto si sono rovesciate le maggioranze e sono stati i Popolari, che sostengono Rocco Buttighone, ad esprimersi contro quello che il centrosinistra considerava il possibile compromesso. Così, la scelta che dovrà fare Manuel Durao Barroso diventa ancora più difficile. Il futuro presidente della Commissione europea che, dal primo novembre, prenderà il posto dell' esecutivo di Romano Prodi, ha fatto sapere che «farà le proprie analisi ed esprimerà le proprie valutazioni» soltanto dopo che il presidente dell'Europarlamento gli avrà riferito i «risultati scritti» delle audizioni di tutti i suoi commissari. Un modo per prendere tempo. Non tanto, in verità: 48 ore. Perché l'appuntamento tra Barroso e Josep Borrell - il socialista spagnolo che presiede l'assemblea europea - è in programma per domani. Saranno 48 ore di fuoco. Se il parere espresso su Buttighone non è vincolante, non può nemmeno essere ignorato in vista della vera e propria fiducia - quella sì, vincolante - a Barroso e all'insieme del suo collegio che sarà espressa dal Parlamento in seduta plenaria il 27 ottobre a Strasburgo. E il tiro incrociato delle pressioni è già cominciato. Silvio Berlusconi, da Roma, ha subito ricordato che Buttighone «è stato designato dal governo italiano» e che le sue deleghe «sono state definite dal presidente della Commissione». Per concludere che il voto della commissione parlamentare è «un brutto inizio, in termini politici, per la vita dell'assemblea di Strasbiu^go». In una dichiarazione di quattordici righe, Berlusconi afferma che «ha un sapore integralista, se non oscurantista, mettere in discussione la libertà di coscienza e di opinione di un commissario di formazione e fede cattohca» e critica la «rozzezzapropagandistica degli areomenti ad personam usati dalla delegazione parlamen- tare italiana nella sua componente di sinistra». La difesa di Buttighone, insomma, è senza riserve. E di questo Barroso dovrà tenere conto perché, se non può mettersi contro il Parlamento europeo, non può nemmeno mettersi contro i governi che lo hanno designato. Ma anche all'interno del Parlamento le prossime 48 ore saranno di fuoco. Perché prima dell'incontro-verità tra Borrell e Barroso ci sarà, entro oggi, una riunione dei leader dei gruppi pohtici che dovranno dire la loro sulle audizioni e che potrebbero, se non cambiare, almeno dare interpretazioni più sfumate alla lettera che il presidente della commissione Libertà pubbliche, il centrista francese Jean-Louis Bourianges, ha spedito dopo la doppia bocciatura. Anche perché, in caso di muro contro muro, il Ppe è deciso a riaprire il caso di un altro commissario - il socialista ungherese Laszlo Kovaks destinato all'Energia - che era stato molto criticato nella sua audizione. Non solo. Secondo i sostenitori di Buttighone, la sconfitta di ieri sarebbe relativa. «Un no per un solo voto, più che una bocciatura, è la prova che la commissione è spaccata, mentre l'altra commissione che lo ha ascoltato, la Giuridica, lo ha promosso a pieni voti», dice il capodelegazione di Forza Italia, Antonio Tajani. Anzi, i 19 popolari cfye fanno parte della commissione Libertà pubbliche spiegano la decisione di respingere la seconda ipotesi messa ai voti proprio con la voghe di non «cadere in un trabocchetto». Se avessero votato con sociahsti e democratico-liberali, sarebbe passato un messaggio che definiscono «sbagliato». Che una grande maggioranza della commissione parlamentare era favorevole a un cambio di portafoglio per Buttigiione. Dalla sinistra la replica è netta: «Cercano di arrampicarsi sugli specchi. La verità è che Buttigiione è stato bocciato per le posizioni che ha espresso», dice Michele Santo»' ro, del Pse, che rivela di avere votato «no» al primo scrutinio e «sì» al secondo che «era un tentativo di apertura». Anche due vicepresidenti del gruppo socialista, Hannes Swoboda e Jan Marinus Wiersma, sostengono questa tesi e invitano Barroso a «riflettere sul profondo disagio» che con la convulsa giornata di ieri il Parlamento ha già espresso. Prima il «no» all'ingresso nell'esecutivo comunitario, poi non passa neanche l'indicazione per un altro incarico. Il presidente si riserva 48 ore, rischia la sfiducia a tutta la sua compagine Berlusconi con il presidente designato della Commissione europea Barroso

Luoghi citati: Bruxelles, Roma, Strasburgo