lOnu: «Abbiamo vìnto la scommessa afghana»

lOnu: «Abbiamo vìnto la scommessa afghana» UNA SCONFITTA PER LE FORZE DEL TERRORISMO E DELLA FRAMMENTAZIONE TRIBALE L' Onu: «Abbiamo vinto la scommessa afghana» Dieci milioni di elettori, nessuna strage e sfuma la polemica sui brogli KABUL «Abbastanza democratiche», ovvero elezioni accettabili nonostante il fiasco dell'inchiostro, è il giudizio delle storico appuntamento elettorale di sabato in Afghanistan che rimbalzava ieri a Kabul tra osservatori indipendenti, oi^anizzazioni internazionali ed aspiranti presidenti ex paladini della lotta ai brogli sulla via della redenzione. Dopo ima lunga notte di probabili negoziati incrociati tra candidati. Gnu e diplomatici europei ed ovviamente statunitensi in rappresentanza dei paesi che in tre anni hanno investito miliardi di dollari nella pacificazione dell'Afghanistan, sembra passata la paura dell'annullamento del pacifico voto di milioni di afghani a causa delle riscontrate irregolarità, e si sono cominciate a contare le schede. Ieri mattina gh afghani sono tornati ad affollare le strade. Passata la paura degli attentati, quasi increduli i cittadini di Kabul hanno appreso dalle radio nelle macchine e dagli strilloni che, dopo tanti «mshallah» pronunciati pensando al giorno delle elezioni, il miracolo di un voto senza incidenti di rilievo era avvenuto. Nonostante gh annunci delle milizie talebane, nonostante le minacce di Al Qaeda e del signore della guerra Hekmatyar. Intanto dall'Onu giungevano le prime stime sulla partecipazione: circa IO milioni di J/ol ..yan culla della minoranza sciita ;«hazara'adHerat,rex feudo delgover^natore Ismael Khan, avrebbero così 'messo la scheda nell'urna olite l'SO ,'per cento degli elettori registrati, 4 anche contando il voto dell'oltre un milione di rifugiati afghani in Pakistan ed Iran. Il dato sarà anche inquinato dai voti multipli, ma è comunque giudicato dagli oiganismi intemazionali un voto «di massa» per un'Afghanistan che esce da 25 anni di guerre, edè' alle prime elezioni presidenziali ed al primo suffragio universale (le ultime votazioni erano state le elezioni politiche nel lontano 1969 con il sette per cento di partecipazione). Fin dalla prima mattinata di ieri il peso del voto di massa ordinato e consapevole di imo dei popoli più poveri al mondo e più martoriati dalla guerra, si è fatto sentire tra diplomatici, comandanti e capiclan che fino a sabato scorso avevano detenuto il monopolio del potere di una società profondamente tribale e religiosa. E l'appello alla calma lan- ciato dal presidente uscente e grande favorito Hamid Karzai alla fine della giornata elettorale sembra cominciare ad essere accolto: «Ormai e' troppo tardi per boicottare - aveva detto Karzai in una conferenza stampa - milioni hanno votato sotto la pioggia, laneve eia polvere». Ameta' mattinata l'aspirante presidente rappresentante della minoranza hazara Mohammed Mohaqiq e' stato il primo a smorzare i toni tra i 15 candidati che ad urne ancora aperte aveva invitato a boicottare il voto ed ad annullarlo perche' si poteva asportare l'inchiostro indelebile che avrebbe dovuto marchiare gli elettori evitando i voti multipli. In una dichiarazione alla Bbc, Mohaqiq ha detto che vorrebbe che un'inchiesta Onu investighi sui brogli e che poi accetterà' il giudizio finale di legittimità' che la commissione esprimerà' sul voto. Nonostante sabato un altro aspirante presidente, Ahmed Ahmadzai, avesse affermato che i 15 candidati avevano giurato che non avrebbero mai accettato compromessi se non un altro voto, ieri toni di distensione sono arrivati anche da altri avversari di Karzai. Intanto in rappresentanza della Fefa, il maggiore gruppo di osservatori indipendenti afghmii, SayedNiaziha cosi' descritto le elezioni: «mentre rimangono da scoprire le ragioni all'origine dell'errore dell'inchiostro indelebile, nella maggioranza dei seggi e' stato osservato un ambiente abbastanza democratico». La Fefa e' una fondazione composta da 13 ong della giovane società' civile afghana che, per monitorare le operazioni di voto, ha formato oltre 2300 osservatori elettorali nazionali grazie al contributo dell'agenziaper la cooperazione Usa. In tutto gh osservatori afghani per i circa 25 mila seggi erano 16 mila di cui 4000 neutrali perche' non nominati dai candidati. Solo circa un centinaio erano gh osservatori intemazionali, a causa delle preoccupazioni della vigiha legate alla sicurezza. Intanto un altro avallo alle prime elezioni presidenziali afghane arrivava dall'ambasciatore Robert Barry in rappresentanza dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce). Sulla base del lavoro di 40 osservatori Osce e degli esperti dell'Unione Europea, Bairy ha definito come «ingiustificate» le richieste di annullamento del voto perche' ((non renderebbero un buon servizio agh afghani che sono andati a votare esponendosi a grandi rischi personali». L'ambasciatore Osce ha ammesso che ci sono state irregolarità' nel voto ma ha spiegato che'la legge elettorale afghana permetterà' ai candidati di presentare le prove delle frodi. Karzai ha invitato i rivali a ((rispettare il risultato ed a permettere alla commissione elettorale di studiare le irregolarità'». La commissione elettorale mista govemo-Onu si e' impegnata ad investigare sulle denunce di frodi. Anche da Washington, che nel paese ha circa 16 mila soldati, e' giunto un messaggio chiaro: «ci congratuliamo con il popolo afghano che ha esercitato il suo diritto pohtico a sceghere il suo prossimo presidente», ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato. IL VENTO DELLA DEMOCRAZIA

Persone citate: Ahmed Ahmadzai, Hamid Karzai, Hekmatyar, Ismael Khan, Karzai, Mohammed Mohaqiq, Mohaqiq, Robert Barry