Papà e mamma restano divisi anche nel dolore di Gianni Martini

Papà e mamma restano divisi anche nel dolore ERANO PARTITI CON LA SPERANZA DI RITROVARLE VIVE, POI LA TRAGICA NOTIZIA Papà e mamma restano divisi anche nel dolore Hanno dovuto affrontare insieme il terribile viaggio verso l'hotel della morte Gianni Martini CUNEO Hanno affrontato l'angoscia per la sorte delle figlie, il viaggio della speranza, la disperazione per averle perse, ognuno con le proprie forze, senza concedersi un gesto, uno sguardo, un momento di commozione condivisa. Orari e auto differenti per raggiungere l'aeroporto di Caselle, poltrone in due scomparti, separati da una tenda durante il volo in aereo, così come per il percorso fino alle macerie dell'Hilton. Lassù, al quinto piano, Sabrina e Jessica sono state spazzate via dall'esplosione. Neppure quanto rimane dei coipi gli lasciano vedere. A piangerle, prima è stato accompagnato il papà. Si ritrova un cesto in vimini intrecciato colmo di fiorellini bianchi tra le mani e lo posa, tra le macerie. Poi i singhiozzi e il pianto a dirotto sulle spalle della nipote Ilenia che da venerdì lo accompagna, lo sostiene. Pochi minuti dopo arriva la mamma, sorretta da una giovane amica di famiglia, Claudia Cunzolo, come lei volontaria della Croce rossa. Ci hanno provato a pregare ma la commozione le ha vinte, i singhiozzi sono diventati un pianto, disperato, senza argini. Voltano le spalle al palazzo sventrato. Lei riceve una chiamata da Dronero sul cellulare. «Sono morte, sono morte». Soffoca il grido. Sale sul furgoncino dell'ambasciata, una tendina l'aiuta a nascondere il pianto. Una sola «concessione» a chi li avrebbe voluti vicini di fronte alla tragedia, spaventosa. Poche righe di un comunicato, scritto dalla stessa mano e approvato, separatamente. Recita: «Chiusi nel loro grande dolore restano in attesa del rientro delle salme deUe fighe a Dronero e, chiedono agh organi di informazione il dovuto rispetto per il loro grave lutto». La firma: «I genitori di Jessica e Sabrina». Al momento di risalire sull'aereo si sono ritrovati a pochi passi. Luigi è arrivato prima. Ha già un piede sulla scaletta. Gh occhi gonfi. Si ferma, si volta. Fa alcuni passi verso Denise, che rispetta l'impegno preso con lo psicologo di non avvicinarlo se non è lui a volerlo. Lui sussurra: «Per la sepoltura come vuoi fare? Ti va bene a Castelletto di Busca?». Lei lo guarda diritto negli occhi: «Sì, come vuoi fare, va bene». Luigi Rinaudo, 52 anni, è operaio. Denise Pomero di anni ne ha 45, fa l'operaia e la volontaria nella Croce Rossa. Erano giovani quando si sposarono. Una vecchia casetta che si affaccia sul «Ponte del diavolo» a Dronero e ben presto due fighe. La casa dai gerani rossi ha due ingressi, dal retro si devono salire pochi gradini: una stanzetta che dà sulla cucina, le due camere da letto, il bagno. Tutto pulito, ordinato, senza lussi. Qui trascorrono anni febei. Jessica e Sabrina hanno 11 e 14 anni nel 1996 quando la coppia entra in crisi e Denise se ne va. Un nuovo compagno, un'altra casa a poche centinaia di metri, sempre a Dronero, cittadina di montagna attraversata dal Maira. Una storia come molte di questi tempi, che in grandi città passerebbe inosservata. Qui c'è chi giudica, critica. Sabrina non perdona la scelta alla madre, Jessica si stringe alla sorella maggiore. Rimangono con il padre, e il giudice ratifica la scelta. Anni non facili. I genitori non si parlano. La signora Denise, l'altra sera, quando ancora sperava di riabbracciare le fighe ha detto: «Non le ho mai abbandonate. Quando telefonavo a casa, se Jessica era sola mi parlava, raccontava che cosa faceva, del lavoro, gh amici. Sabrina no. L'ho incontrata al supermercato dove lavora e non mi .ha salutata. C'è chi me la mette contro. Quando le ritrovo ci rmconciheremo, ne sono sicura». Ieri.non le sono rimaste che lacrime, disperazione, angoscia. Anche di questo, risalita sull'aereo per l'Italia, ha parlato con l'ex marito. Li hanno fatti sedere nel piccolo «salottino» centrale, ,da soli. Venti-minuti prima di riprendere i loro posti, di risalire sulle due auto che, scortate dalla polizia, hanno percorso il Piemonte per riportarli a Dronero. Lui nella piccola casa vicina al «Ponte del diavolo» dove c'era una folla di giornalisti e cineprese ad attendere, lei in quell'appartamento a poche centinaia di metri. Si ritroveranno per i funerali a Dronero e poi giù, fino a Castelletto di Busca, per l'ultimo addio a Jessica e Sabrina. !!doloreaTaba di Luigi Rinaudo'in alto'edel|a madre Denisepom^ ^soPra

Persone citate: Castelletto, Claudia Cunzolo, Denise Pomero, La Speranza, Luigi Rinaudo, Luigi Rinaudo'in, Maira

Luoghi citati: Busca, Cuneo, Dronero, Italia, Piemonte