Muore dopo un sonno di trent' anni di Anna Sandri

Muore dopo un sonno di trent' anni TREVISO, FU INVESTITA DA PICCOLA ED ENTRO' IN COMA Muore dopo un sonno di trent' anni La mamma: il nostro affetto non è bastato Anna Sandri TREVISO Un giorno dopo l'altro, dopo l'altro, dopo l'altro. Nella casa di via Mazzul a Francenigo di Gaiarine, nella campagna vicino al punto in cui le province di Treviso e Pordenone si toccano, la vita di una famiglia ruotava intorno a Maria Laura, bambina mai cresciuta. Aveva 3 anni nel 1974, quando un'auto la investì davanti a casa. E' morta tre giorni fa, a 33 anni, senza mai essersi risvegliata dal coma in cui quel giorno era precipitata per trauma cranico. Accanto a lei, in ognuno di questi undicimila giorni, c'è stata la mamma Gabriella: non ha smesso per un istante di accudirla, pulirla, lavarla, nutrirla. Alla primogenita ha insegnato ad amare la sorellina diventata incosciente; ai due figli che sono venuti dopo l'ha trasmessa come il fragile dono di una vita che lei non riesce a pensare sacrificata: «Era mia figlia - dice - e i figli si amano in ogni modo». Maria Laura Mion è stata sepolta ieri nel piccolo cimitero di Francenigo, poco lontano dalla tomba del papà Arcangelo, ucciso un anno fa da un infarto dopo una vita passata in fabbrica e nei campi. Ad accompagnarla sono stati il suono delle chitarre, i canti, un tappeto di rose bianche e più di mille persone. Gabriella Serafin piange il distacco: «Senza di lei, come farò?». E' ima donna di campagna, alta e forte. Quando trent' anni fa avvenne l'incidente, dicono che sperò in una guarigione, forse anche in un miracolo. Infine, di fronte al silenzio e all'immobilità della figlia che il tempo non trasformava in una donna ma oltraggiava ancor più nel corpo, ha lottato per l'unico obiettivo possibile: la dignità di quel cuore che ancora ostinatamente batteva e di quelle lacrime che talvolta vedeva scendere sul volto sfigurato della sua bambina. La casa non è stata trasformata in un ospedale; è rimasta, semplicemente, una casa. Maria Laura ha continuato a dividere la camera da letto con Paola, la sorella maggiore, così come Federica e Amedeo, i fratelli venuti dopo, ne hanno divisa un'altra. Di aiuti non ne ha mai voluti: veniva il medico di famigha ogni settimana o due, ma a proteggere quella povera schiena dalle piaghe, ad accarezzare quel volto senza espressione, a parlare sottovoce, a raccontare le storie della famiglia, qualche favola, poche confidenze era sempre e solo lei, mamma Gabriella. Talvolta l'aiutavano gli altri figli, ma da quando si sono sposati e hanno avuto a loro volta bambini, non ha mai chiesto loro altro tempo. Di istituti non ha mai voluto sentir parlare, di ospedale men che meno: i ricoveri, mai un giorno più del necessario, sono avvenuti quando c'era assoluta necessità, per crisi il più delle volte respiratorie. E anche in questi ricoveri, la mamma era accanto a Maria Laura, così come è accaduto nell'ultimo, e fino alla morte, all'ospedale di Pordenone. La famiglia non l'ha mai lasciata sola Maria Laura ha diviso la camera con Paola la sorella maggiore

Persone citate: Gabriella Serafin, Maria Laura, Maria Laura Mion

Luoghi citati: Gaiarine, Pordenone, Treviso