Indymedia polemiche sulla chiusura

Indymedia polemiche sulla chiusura LAVOCEDEINO-GLOBAL Indymedia polemiche sulla chiusura Stefanella Campana ROMA Interpellanze, interrogazioni urgenti in nome della nostra Costituzione che garantisce la libertà di pensiero e di espressione, richieste di chiarimenti. Sono le reazioni preoccupate alla chiusura di 21 nodi degh oltre 140 siti internet di Indymedia (noto come voce dei no globali, tra cui quella italiano. Ieri Joe Parris, portavoce delTFBI ha puntualizzato che la chiusura della rete on line è stata effettuata dalla polizia federale statunitense su richiesta della Svizzera e dell'Italia. Una tesi che ha alcune conferme. Il procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola non esclude che l'oscuramento possa essere scaturito da una richiesta di rogatoria della sua procura «perché io ho dato direttive generiche in tal senso». A Berna, la procura federale svizzera e il competente Ufficio federale di giustizia hanno fatto l'ipotesi di una richiesta del cantone di Ginevra in occasione del G8 di Evian a giugno 2003, quando Indymedia rubblicò delle foto di un agente sotto copertura. «Ho aperto un'inchiesta ma non aggiungerò altro», ha detto il procuratore del cantone di Ginevra Daniel Zappelli, citato dall'agenzia di stampa elvetica ATS, senza però confermare se l'azione dellTbi si è svolta su sua richiesta. A sua volta la Rackspace, l'agenzia con sede a San Antonio in Texas e uffici a Londra che ospita i server del sito più popolare tra gh antiglobalizzatori, ha informato di aver consegnato gli hard disk alTFbi sulla base di un provvedimento di una corte federale americana che ha agito su richiesta di rogatoria intemazionale da parte di uno stato estero. In Italia, mentre An plaude al provvedimento («È stata una cosa buona e giusta: non si trattava di controinformazione, ma di un sito che sputava fango e veleno», per il portavoce di An Landolfi) e l'opposizione condanna la chiusura del sito e chiede chiarimenti sulla dinamica, fonti del ministero della Giustizia riferiscono che in via Arenula «non è passata alcuna richiesta di rogatoria intemazionale, salvo verifiche». Landolfi è il primo firmatario di una interpellanza urgente che chiedeva già il 20 novembre 2003 la chiusura di «Indymedia», a pochi giorni dalla strage di Nassiriya, alla luce dei testi pubblicati sulla morte dei militari italiani. E poi perchè stupirsi, fa capire Francesco Giro, responsabOe di FI per i rapporti con il mondo cattohco: «E chiaro che l'oscuramento di Indymedia era scontato, visto che a suo carico erano in corso inchieste dalle procure di Brescia, Bologna, Bari, Napoli, Salerno». Ipotesi di reato: vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze Armate. Dall'opposizione c'è chi pur stigmatizzando (de frasi ingiuriose certamente da condannare moralmente» mette in guardia i partiti della maggioranza. «La prossima volta potrebbe toccare anche a loro - afferma Pietro Polena (Correntone Ds) - sui forum dei siti di An più di una volta sono apparse frasi inneggianti al fascismo, su quelli della Lega insulti all'unità d'Italia e al Capo dello Stato. Abbiamo sollevato pubblicamente in passato questi casi - sottolinea Polena - per suscitare una reazione morale, ma mai abbiamo chiesto l'oscuramento di quei siti». Tra l'altro, i legali del Genoa Social Fòrum fanno notare che sul sito oscurato erano presenti le uniche copie informatiche del materiale relativo ai processi sui fatti del GB di Genova; tra cui quello per il blitz alla scuola Diaz, nel quale sono stati chiesti 28 rinvii a giudizio di agenti. Alfio Nicotra, portavoce di Mondazione comunista nel Forum Sociale Europeo critica un «oscuramento» nei confronti di una rete di controinformazione «che mette in circolazione non solo informazione libera, ma pratiche, saperi, democrazia». E che insospettisce perchè - prosegue Nicotra - avviene a pochi giorni dall' inizio del Social Forum Europeo di Londra al quale parteciperanno oltre SOmila delegati da tutto il continente». E la Federazione giornalistica intemazionale chiede «un'indagine» su quella che viene considerata «un'intollerabile e invasiva operazione internazionale di polizia contro una rete specializzatanelgiomalismo indipendente».

Persone citate: Alfio Nicotra, Daniel Zappelli, Diaz, Francesco Giro, Joe Parris, Landolfi, Nicotra, Stefanella Campana