«Avevano paura, sono rimaste in camera» di Mario Bosonetto

«Avevano paura, sono rimaste in camera» «Avevano paura, sono rimaste in camera» I parenti: ci avevano confidato che c'era il rischio di attentati Mario Bosonetto Gilberto Ferrando DRONERO «Le abbiamo sentite giovedì, prima di cena: "Domani mattina andiamo in gita al Cairo, ma stasera restiamo chiuse in camera, ci hanno consigliato di non uscire: rischio attentati"». Così dice Patrizio Isaia, il cugino delle due italiane disperse mentre esce di corsa dalla casa delle ragazze in via Alfieri a Dronero. Ma le due sorelle erano contente del viaggio. «Da Sabrina ho ricevuto un messaggio mercoledì, all'ora di pranzo. Diceva: "Tutto bene. Il tempo è splendido, c'è il sole. Stiamo per andare al mare". E l'ho anche invidiata un po', perché con lei e Jessica dovevo esserci anch'io, se avessi potuto fare questa settimana di ferie». Piange Milena Dao, l'amica del cuore di Sabrina, la maggiore. Dalla cittadina del Cuneese Sabrina e Jessica sono partite lunedì mattina presto, per raggiungere l'aeroporto di Orio al Serio, a Bergamo. «Non dovevano essere là. Nei giorni immediatamente precedenti l'agenzia "Viaggi del Turchese" aveva cambiato loro destinazione, all'ultimo momento. Anziché Sharm El Sheik, Taba. In un grande albergo. Aveva¬ no accettato». Oggi sarà il padre ad andare in Egitto. Luigi Rinaudo non vuole parlare, appare e scompare sulla porta, brevi dichiarazioni prima di sparire in casa: «Dovete capirmi, non è per scortesia, ma sono distrutto. Cercate di capire. Sabrina e Jessica erano molto contente, mi hanno detto che faceva molto caldo - ricorda -, che si divertivano e che il giorno dopo sarebbero dovute andare al Cairo, per ima escursione». Poi si rabbuia: «Non voglio essére scortese, mi dispiace, ma ora lasciatemi in pace. Le mie due ragazze sono partite febei, erano felid». La Farnesina gli ha messo a disposizione un aereo militare, con il quale domattina, se gli inquirenti egiziani lo riterranno necessario, raggiungerà Taba insieme a una cugina, per un eventuale riconoscimento delle salme non ancora identificate. «Vado giù solo per vedere com'è la situazione, spero che siano andate in gita, che non possano chiamare a casa, spero che siano vive». La notizia del coinvolgimento delle due ragazze nella strage è arrivata alla famiglia Rinaudo ieri pomeriggio, poco dopo le 13. La prima a essere avvisata dal comandante della stazione dei carabinieri è stata la madre, Denise Pomero (che da sei anni, però, è separata dal marito e non vive con le due fighe). «Mi hanno spiegato che sono nell'elenco dei dispersi - dice - e che ci sono ancora piccole speranze. Anche dal ministero degli Esteri hanno chiamato, subito dopo, promettendo che saremo costantemente tenuti informati. Spero, ma non posso dirvi di più». Poco dopo è stato avvisato anche il padre Luigi Rinaudo, 52 anni, operaio metalmeccanico in ima fabbrica della zona. Anche il prefetto di Cuneo Francesco ÀveUone gli ha fatto visita. «La famiglia è in eostante contatto con la Farnesina - spiega -: vengono aggiornati ogni mezz'ora. E' stata inviata accanto al padre una psicologa dell'Asl di Cuneo, per cercare di sostenerlo in queste ore, che non potranno essere che di angoscia e tensione. Purtroppo c'è poco spazio per la speranza e questo al padre, se pur con cautela, è stato detto». Nel piccolo appartamento su due piani vicino al ponte «del Diavolo», nel centro storico del paese, si sente abbaiare un cane, allarmato per il suono del campanello. Solo dopo qualche minuto la porta sulla strada si socchiude e si affaccia una ragazza, la cugina di Sabrina e Jessica, Ilenia Isaia: «Capiteci, è un momento molto delicato. Non voghamo dire nulla. Abbiamo sentito Jessica e Sabrina l'ultima volta giove¬ dì pomeriggio. Ma è stato un saluto veloce. Ci hanno detto che andava tutto bene. Le aspettavamo a casa domenica. Speriamo che sia così». Sabrina è molto conosciuta a Dronero. Milena Dao ha lavorato con lei fino a pochi mesi fa, come commessa nel supermercato «Maxisconto», in piazza XX Settembre, prima di trovare posto da operaia in una fabbrica della zona. «Anche domenica sera, il giorno prima che partissero racconta - io e Sabrina eravamo insieme. Abbiamo trascorso la serata con altri nostri amici in un pub. Sabrina era contenta. In estate una parte delle ferie le aveva fatte in Spagna; ma in Egitto sognava di andarci fin da quando era bambina». Milena piange: ha saputo dell'attentato dalla madre, ieri pomeriggio, mentre era in pausa pranzo. «Ho subito provato a chiamare il telefonino di Sabrina, ma ho potuto solo ascoltare il messaggio che mi diceva che non era raggiungibile». Dietro il bancone della gastronomia nel supermercato dove lavora Sabrina c'è Sonia Ghiglione. Con il grembiule bianco si asciuga gli occhi. «Scusatemi dice - non riesco a smettere di piangere». Fino a sabato scorso Sabrina Rinaudo ha lavorato con lei otto ore al giorno, fianco a fianco, da più di tre anni. «Mi sembra impossibile che in quell'albergo ci fosse proprio lei. Per me è più di un'amica. E' una sorella. E' la persona con cui trascorro più tempo. E' sempre allegra, simpatica. Le piace consigliare i clienti, ha sempre una parola gentile per tutti. Con lei c'è sempre qualche ragione per sorridere, anche dopo una giornata di lavoro». «Un destino crudele e beffardo. Dovevano andare in vacanza da un'altra parte ma l'agenzia ha cambiato i programmi» Il padre domani partirà per l'Egitto con un aereo militare «Le mie due ragazze erano partite felici Sono distrutto»

Persone citate: Cuneo Francesco, Denise Pomero, Gilberto Ferrando, Ilenia Isaia, Luigi Rinaudo, Patrizio Isaia, Rinaudo, Sabrina Rinaudo, Sonia Ghiglione