«Colpiremo i colpevoli ovunque»

«Colpiremo i colpevoli ovunque» «Colpiremo i colpevoli ovunque» intervista IL viceministro della Difesa Zeev Boim sposta il nostro appuntamento di mezz'ora, ha bisogno di fermarsi un attimo: ha alle spalle una notte insonne al confine, le riunioni di emergenza di tutto lo staff della Difesa, le riunioni del governo, la brutta sorpresa di una nuova grande guerra che si apre sullo scenario del terrorismo intemazionale. C'è un certo sconcerto, molti interrogativi nel cercare di affrontare dopo tanto terrorismo un altro genere di terrorismo che esce dalla miniera infinita di odio dell'Islam radicale. Signor Boim, dopo una cosi lunga e dolorosa esperienza, affrontate non imo dei tanti attacchi, ma un episodio che chiede ima svolta strategica. Israele entra in ima fase nuova della lotta al terrore? «Si tratta di un attacco diverso: quattro terroristi a decine di chilometri di distanza, con duecento chili di tritolo per auto, attacchi contemporanei: si tratta di un mega attentato, e per quanto grandi siano stati gli attentati subiti, pure ancora non avevamo mai visto niente del genere». Ritenete che si tratti di un attacco soprattutto rivolto agli israeliani, o al regime egiziano? «Penso che si tratti di un'azione decisamente mirata a tutte e due le parti. I terroristi sapevano benissimo' che in Sinai c'erano 40 mila israeliani in vacanza e che quelli sono i loro posti preferiti. Per Al Qaeda e i suoi annessi locali, colpire gli ebrei è una scelta molto produttiva dal punto di vista propagandistico. Al contempo affrontare il maggiore fra i Paesi moderati sul suo stesso territorio in una simile operazione, è..un serio atto di guèrra vérspv il'mondo . arabo moderato». Specie quando l'Egitto è il mediatore della1-«vostra uscita da Gaza. «Non credo che l'ideologia islamista sia condizionata da eventi particolari». Quindi l'operazione non è ima reazione alla dura operazione dell'esercito in corso nella zona di Jabalia, a Gaza. «Per niente: gli avvertimenti che avevamo quando abbiamo chiesto alla popolazione di non andare in Sinai erano precedenti all'operazione». Per combattere le organizzazioni integraliste occorrerebbe una stretta collaborazione con l'Egitto; però questa collaborazione non è mai stata fiorente, nonostante la pace. «Dunque, questa è un'occasione, purtroppo molto cogente, di collaborare in modo mighore, di capirci megho. Forse anche di migliorare i rapporti di pace». Per esempio, l'Egitto dovrebbe impedire che il Sinai servisse da sacca di rifornimento di armi per Hamas? «Certamente l'Egitto si rende adesso ben conto di quanto possa essere pericoloso il Sinai, e può sentirsi spinto a gestire il Sinai in uh altro modo». Quanto a voi, che intendete fare? Inseguire Al Qaeda anche se agisse su territorio altrui? «I nostri principi sono chiari: non consentiremo al terrore, dovunque si trovi, di colpire cittadini israeliani. Senza riguardo per il tempo e il luogo. Ma pensiamo tuttavia che sia venuto il tempo della collaborazione tramite organizzazioni di ' intelligence e operative che mettano insieme tutti i Paesi interessati nella guerra al terrore. Perché purtroppo il terrorismo non conosce limiti, e quello che morde la mano a noi un momento dopo può rivoltarsi contro chiunque altro. Gli Egiziani hanno purtroppo dovuto rendersene conto». Lei esclude che oltre al terrorismo internazionale, Hamas o qualche altra organizzazione palestinese non abbia preso parte all'attacco entrando dalle gallerie destinate al contrabbando nel Sud di Gaza? «Verifichiamo l'ipotesi. Per ora, sembra che i palestinesi non c'entrino, che non abbiano interesse a colpire l'Egitto». [f.nir.l

Persone citate: Boim, Zeev Boim

Luoghi citati: Egitto, Gaza, Israele