Dall'Europarlamento un attacco a Buttiglione di Enrico Singer

Dall'Europarlamento un attacco a Buttiglione LA REPLICA DEL MINISTRO: «QUALCUNO PENSA CHE UN CATTOLICO NON POSSA OCCUPARSI DI GIUSTIZIA» Dall'Europarlamento un attacco a Buttiglione Il presidente, il socialista Borrell: in Spagna non lo vorrei come ministro Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Il presidente del Parlamento europeo critica Buttìglione e scoppia un pandemonio. «Devo confessare che, in Spagna, non vorrei avere un ministro della Giustizia che difende quelle tesi», dice il socialista catalano Josep Borrell che, da tre mesi, guida l'assemblea dell'Unione. Sono le otto e mezza del mattino. Borrell parla dai microfoni di radio Europa 1 e «quelle tesi» le elenca subito: «Che l'omosessualità sia un peccato, che la donna debba restare a casa a fare figli sotto la protezione del marito». Per concludere che Buttìglione non gli sembra l'uomo giusto per assumere la responsabilità dì commissario europeo con delega alla Giustizia, libertà e sicurezza: «No, francamente, proprio alla Giustizia no... Se si occupasse di barbabietole sarebbe me¬ no grave». La Spagna di Zapatero ha appena legalizzato i matrimoni gay e, in una logica di confronto politico, i giudizi di Borrell non sono, poi, così sorprendenti. Ma Borrell, come presidente del Parlamento europeo - per di più eletto con un voto bipartisan da socialisti e popolari - dovrebbe essere al di sopra delle parti. Soprattutto perché, proprio in queste ore, nella commissione parlamentare delle Libertà pubbliche su Rocco Buttighone si sta giocando una partita molto serrata per arrivare a un giudizio sulla sua audizione di martedì scorso. E la bordata delle reazioni è violenta. ((Le parole di Borrell sono una ferita alle istituzioni», dice Antonio Tajani del Ppe. E un altro europopolare, Mario Mauro, che è vicepresidente del Parlamento, riconia a Borrell che ((nel momento in cui lo abbiamo votato non ci siamo po¬ sti il problema di come la pensasse sugli omosessuah né sugli eterosessuali, ma se fosse disponibile a difendere le opinioni di tutti». C'è imbarazzo anche in buona parte dello schieramento di centrosinistra. Come dimostrano le reazioni di Lapo Pistelli, della Margherita, che definisce «poco opportuno» esprimere «giudizi in anticipo» e quelle del capodelegazione dei Ds, Nicola Zingarettì, che conferma le ((forti perplessità» su Buttighone, ma avverte che iparlamentari daranno un «giudizio autonomo» al di là delle opinioni di Borrell. Dietro, le quinte s'intrecciano anche le grandi manovre dei big del Ppe e del Pse, Poettering e Schultz, per evitare che il caso si trasformi in un micidiale gioco al massacro che potrebbe coinvolgere almeno altri tre commissari: il socialista ungherese Laszlo Kovacs (Energia), la liberale danese Marian Fischer Boel (Agricolutra) e il popolare greco Stavros Dimas (Ambiente). Da Roma Rocco Buttighone non fa polemica diretta con Borrell, ma risponde a chi lo ha criticato nella commissione parlamentare. ((Per chi si fregia di essere un rappresentante della non discriminazione, mi pare un bel caso di discriminazione politica e ideologica: qualcuno pensa che un cattolico non possa fare il commissario alla Giustizia e qualcun altro pensa che non possa farlo un ministro del governo Berlusconi». Per ora, conclude Buttìglione, «è arrivato un parere positivo, quello della commissione Giuridica, e aspetto con fiducia l'altro». L'altro arriverà lunedì. Una bozza - la quarta dopo tante limature - circola già ed è un «sì» condizionato al commissario italiano. Una soluzione di compromesso che r((incidente-Borrell» potrebbe favorire. Il testo apprezza (d'atteggiamento cooperativo, la solida esperienza politica e le qualità intellettuali» di Buttìglione. Ma elenca anche una serie di critiche : lamenta un «impegno tìmido» sui diritti fondamentali e l'atteggiamento «ambiguo» in materia di asilo e di immigrazione clandestina. La formula del verdetto finale suona, più o meno, così. ((La maggioranza dei gruppi della commissione chiede che sia riconsiderata la nomina per questo portafoglio, o sia mantenuta soltanto se ci saranno garanzie in materia di iniziativa legislativa, trasparenza, pluralismo dei media, asilo e immigrazione, protezione dei dati personali dei cittadini europei». Garanzie che dovrebbero evitare (di rischio che su aspetti non secondari le posizioni possano essere diverse da queUe del Parlamento». IS^ Il socialista catalano Josep Borrell, presidente dell'Europarlamento

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