Bush: «Gli italiani caduti a Nassiriya sono eroi» di Paolo Mastrolilli

Bush: «Gli italiani caduti a Nassiriya sono eroi» IL PRESIDENTE VA ALL'ATTACCO IN VISTA DEL FACCIA A FACCIA DI VENERDÌ' Bush: «Gli italiani caduti a Nassiriya sono eroi» Accuse a Kerry: denigra gli alleati Paolo Mastrolilli NEW YORK L'Iraq non possedeva armi di distruzione di massa. E Saddam, anche se voleva ricostruirle dopo la fine delle sanzioni Onu, non aveva programmi attivi per farlo. E' l'ultimo colpo dato ieri alla Casa Bianca dal capo degli ispettori americani Charles Duelfer, al quale il presidente Bush ha risposto con un discorso molto aggressivo, in cui tra le altre cose ha definito i soldati italiani morti a Nassiriya «eroi della guerra contro il terrorismo». Le cattive notizie per l'amministrazione erano cominciate martedì, quando l'ex governatore in Iraq Paul Bremer l'aveva accusata di aver mandato poche truppe per garantire la sicurezza dopo la guerra: ((Abbiamo pagato a caro prezzo questa scelta». Poche ore dopo era filtrato uno studio della Cia, che non confermava il collegamento tra Saddam e Zarqawi, il terrorista giordano considerato l'uomo di al Qaeda a Baghdad. Questa connessione era stata utilizzata varie volte da Bush per dimostrare i contatti fra il Raffili IBlhXàaèn: le'ri, |)oi, si è aggiunto il rapporto di Duelfer, che ersyjtatio incaricalio proprio dall'Sìnmihistràziòtìe dir continuare la ricerca delle armi di distruzione di massa in Iraq, dopo che il suo predecessore David Kay si era dimesso, negando la loro presenza. Il documento conferma che le .armi, usate da Bush per giustificare l'invasione, non c'erano. E aggiunge che Saddam, nonostante avesse l'intenzione di ricostruirle, non possedeva nemmeno programmi attivi per raggiungere quell'obiettivo. Alcune aziende, però, avevano continuato a fare affari con Baghdad, violando le sanzioni. Il testo cita i nomi di quelle francesi, russe e polacche, lasciando segrete quelle americane. Il Raiss ha rivelato agli investigatori che le armi erano servite a impedire la marcia degli americani sulla capitale nel 1991, e avevano fermato gli iraniani. Secondo Duelfer, però, l'intero apparato militare iracheno si era deteriorato dopo la cacciata degli ispettori Onu nel 1998, e nel 2003 era meno pericoloso di cinque anni prima. Tutte queste notizie sono imbarazzanti per il presidente Bush, e si sommano al recupero dello sfidante democratico Kerry, dopo il dibattito televisivo della settimana scorsa a Miami. Perciò ieri il capo della Casa Bianca ha cambiato programma e, anziché sfruttare la tappa elettorale in Pennsylvania per tenere il previsto discorso sulla sanità, ha attaccato duramente il senatore del Massachusetts. «Per l'Iraq - ha detto Bush - Kerry ha una strategia del ritiro». Poi ha aggiunto: «Nella guerra al terrorismo, il senatore propone, politiche e dottrine che indebolirebbero l'America e renderebbero il mondo più pericoloso». Sul rapporto Duelfer, il presidente ha dato questa risposta: «Noi sapevamo che il dittatore aveva usato le armi di distruzione di massa e aveva una storia di aggressioni e odio per l'America. C'era un rischio, un rischio reale, che Saddam passasse armi, materiali o informazioni ai terroristi. Nel mondo del dopo 11 settembre, quello era un rischio che non ci potevamo permettere di correre». Quindi Bush ha accusato Kerry di denigrare gli alleati che combattono al fianco degli america'ni^in^lfàiir'ed è in quésto contesto cbe ha detto: «Gli ^si^i^siir nsmo»; nsmo». Infine il presidente è andato all'attacco anche sui temi di politica interna, etichettando il suo avversario democratico come «il solito liberal che aumenta le tasse e spende 1 soldi dei contribuenti». Questo dovrebbe essere il volto più aggressivo che Bush mostrerà nel dibattito di venerdì a St. Louis, per frenare il recupero di Kerry. Il senatore ieri era in Colorado proprio per prepararsi a questa sfida e ha lasciato che fosse il suo portavoce Phil Singer a rispondere: «Il presidente sta cercando di rifare il dibattito della settimana scorsa, dicendo falsità che non poteva ripetere davanti a Kerry perché le avrebbe smontate. E' ora che cominci a dire la verità». Ancora più duro il vice Edwards, che dopo il dibattito di martedì a Cleveland è andato in Florida a tenere comizi: «Il presidente non vuole riconoscere il disastro in Iraq. Ha perso completamente il contatto con la realtà, e il suo discorso lo conferma». Nuovo colpo alla Casa Bianca dall'ex capo degli ispettori Duelfer: l'Iraq non possedeva armi di distruzione di massa Rapporto Cia: nessun collegamento tra Saddam e Zarqawi. Aziende Usa facevano affari con l'Iraq nonostante l'embargo Bush parla ai suoi elettori a WilkesBarre, Pennsylvania. Sotto il palco la frase-chiave della sua campagna elettorale: «Un'America più sicura»