Il bocconiano che sa dire no anche a Bossi di Giovanni Cerruti

Il bocconiano che sa dire no anche a Bossi IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA Il bocconiano che sa dire no anche a Bossi Giorgetti: Gasparri e Matteoli protestano? La mia è stata una decisione istituzionale Giovanni Cerruti MILANO All'ultimo congresso della Lega, e qualcuno tra loro se l'era un poco presa, Umberto Bòssi l'aveva definito «il mio delfino». Perchè? «Perchè è bravo ed è uno che mi sa dire di no». Giancarlo Giorgetti, 38 anni, commerciahsta di Cazzago Brabbia, Varese, dove l'hanno eletto sindaco per due volte. E imo che sa dire no a Bossi può fermarsi davanti ad un paio di richieste di An, di Gasparri&Matteoli, o spaventarsi se Gianfranco Fini alza i toni? «E che dovevo fare? - risponde al telefono alle nove di sera -. Io mi sono mosso come presidente della Commissione Bilancio. Un ruolo, lo ricorda, istituzionale». Che poi un altro leghista abbia definito «una serie cu ignobili marchette» le richieste di An è puramen¬ te casuale. Che Giorgetti non li ami, pure. Quando i giornali lo chiamano «delfino» non gradisce. Non solo perchè nella Lega non ha mai portato bene, ma perchè è convinto - e non è l'unico - che senza Bossi sarebbe tutta un'altra storia. «Io sono entrato nella Lega per lui». Era sindaco di Cazzago Brabbia, prima studente modello e poi laurea con lode alla Bocconi, tesi gli «Gli stadi di Italia '90», il mondiale di calcio, visti come un romanzone di appalti e sprechi. Cazzago ha 700 abitanti, e la metà si chiamano Giorgetti. Sul Lago di Varese, era un paese di pescatori: ne sono rimasti sei, e Natale Giorgetti, il padre, è il presidente della Cooperativa. «Da sindaco di una Usta civica - ricorda - mi sono ritrovato nella Lega quasi senza accorgermi». E da lì, nel '96, la prima elezione alla Camera dei Deputati. Sa dire no e come sparire per giorni e giorni: basta dirottare le chiamate sui due telefonini alle segretarie della Commissione Bilancio. E' capitato che anche Bossi lo cercasse invano. «Sarà andato a vedere la partita». Ma non allo stadio del Varese, dove la domenica non manca mai e quando può va in ritiro con la prima squadra, un passato da discreto portiere. E' che il suo vero tifo sta piuttosto lontano, a un'ora da Londra, Southampton, i «Saints», magha bianco rossa.. Francesco, il fratello minore, è presidente di «ItalianSaints», il club dei tifosi italiani, sito internet e organizzazione di trasferte. Nell'ufficio del presidente della Commissione Bilancio c'è la maglietta dei «Saints», la numero 7, quella del suo idolo, l'ex capitano Matthew Le Tissier. Allegro e timido, Giorgetti è imo che eviterebbe interviste e dichiarazioni. «Non mi piace apparire». Ieri, per dire, avesse risposto a Fini sarebbe andato su tutti i tg. E invece il fratello Francesco, davanti alla tv, ne ha solo sentito parlare e non l'ha visto. Anche questa dote, la mancanza di protagonismo, è piaciuta a Bossi. E a lui, non solo perchè Bocconiano, aveva affidato un incarico difficile davvero: mettere occhi e mani nei bilanci della Lega e nella banca CrediEuronord .gestita, da quel che se n'è capito, o da pasticcioni o da qualcosa di peggio. «E' l'ultimo incarico che mi ha dato prima di ammalarsi», dice. Il penultimo era stato, appunto, la Presidenza della Commissione Bilancio. «Vai lì che è uno snodo importante, soprattutto per la Finanziaria...». Abita a Cazzago Brabbia, dove toma ogni venerdì e riparte il martedì. I fine settimana tra comizi e feste, perchè Bossi gli ha affidato anche la segreteria della Lega Lombarda. E dall'I 1 marzo, quando Bossi ha avuto il coccolone, l'incarico che Giorgetti ha sempre negato, quello di tenere i rapporti con il Capo malato. Ogni giorno in ospedale, quand'era ricoverato a Varese. E poi, a maggio, l'organizzazione della fuga all'alba. Bossi in ambulanza, lui a far compagnia alla moglie Manuela, destinazione una allora misteriosa clinica svizzera. E' Giorgetti che porta al quotidiano «La Padania» un foghetto autografato da Bossi. E' Gioi-getti che porta a «Radio Padania» la straziante cassetta con la voce di Bossi. E' Giorgetti che scatta le prime tre fotografie del Capo. Il rapporto diretto con Bossi qualche nemico in casa Lega ghelha procurato. Con il ministro Roberto Calderoli i rapporti non sono mai stati dei migliori, con Roberto Maroni pare sia in freddo. Nella Lega passa per movimentista, antigovemativo, tutt'altro che appassionato dall' abbraccio con il Cavaliere, An e gli ex De. A chi gli domanda di cose di Lega risponde sempre svicolando: «Io faccio quel che mi ha detto Umberto e aspetto che tomi al suo posto». Nemmeno conferma di essere il supervisore, il commissario politico del quotidiano «La Padania». E se l'attesa di Bossi fosse ancora lunga? «Ognuno al suo posto». In questo caso, la Presidenza della Commissione Bilancio. Per dire il suo bel no a Fini ed An. «Ma è un no istituzionale...». Per tutti è il delfino del leader: mi ha messo li perché è uno snodov importante per la manovra Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera

Luoghi citati: Cazzago Brabbia, Italia, Londra, Milano, Varese