Le prime note sono di Bach

Le prime note sono di Bach LA STAGIONE DELL'UNIONE MUSICALE Le prime note sono di Bach Avvio di lusso il 6: Schiff per le Variazioni Goldberg Seguono il meglio del carrierismo e stimolanti sorprese I goo il meglioI NA manciata di note squarcia il silenzio: un' aria semplice, che sembra una nenia per fanciulli, ma che in realtà riconduce alla tipologia della sarabanda alla francese. Cominciano così, quasi in sordina, le trentadue Variazioni Goldberg, uno dei più alti vertici toccati in ogni tempo dall'arte della polifonia su tastiera e una delle massime vette dello stesso magistero compositivo di Bach: nota dopo nota, frase dopo frase, pensiero dopo pensiero, prende forma e volume una cattedrale sonora impressionante per chiaroscuri, densità, eleganza. Non poteva esserci inaugurazione migliore per la nuova stagione concertistica dell' Unione Musicale, al varo mercoledì 6 alle 21 (serie blu), che per l'occasione ha invitato in Conservatorio il pianista ungherese Andràs Schiff affidandogli l'interpretazione proprio del capolavoro bachiano: perché - come nel caso della pagina musicale - anche in questo nuovo cartellone, dalle poche note iniziali si dipana presto un percorso di straordinaria ampiezza, che tocca le culture di tutti i continenti e di tutte le epoche, e che spazia in ogni genere fino a comporre un quadro vivo e complesso. E comunque non poteva esserci padrino migliore di Schiff per questa scintillante inaugurazione: perché quasi nessuno come lui sa coniugare l'intelligenza con il buon gusto, la tecnica con la profondità di analisi e di interpretazione. Il Bach di Schiff non soffre di nevrosi filologiche o di prosciugamenti intellettualistici che conducono a un passo dall'astrazione pura: è invece un compositore che, come hanno fin qui dimostrato innumerevoli registrazioni e concerti, viene restituito all'ascolto vivo e palpitante sia negli aspetti razionali, sia in quelli sensuali. La presenza di pianisti dalla marcata personalità è ancora una volta un asse portante della stagione dell'Unione Musicale, che si apre e si chiude sotto il segno di un leone della tastiera. La serata conclusiva - agli inizi di giugno del prossimo anno, al Lingotto, per il pubblico delle tre sere riunito - recherà infatti la griffe di Grigory Sokolov, ovvero di uno dei maggiori astri del pianismo russo oggi in attività, già sentito e ampiamente apprezzato anche dal non facile pubblico torinese. Non solo di pianisti, tuttavia, è fatto il cartellone: ai nomi più che illustri di Lonqulch, Zimerman, Bunln, Brendel padre che l'I! novembre suona Beethoven accanto al figlio Adrian, ottimo violoncellista -, Perahla e, in aprile, Paul Lewis, occorre aggiungere il fior fiore del camerismo intemazionale: scende in campo infatti il Quartetto Emerson, che in novembre propone l'integrale dei quartetti di Shostakovich e, in marzo, prende parte al lungo ritratto di Mendelssohn; sarà seguito, tra gli altri, dall'Altenberg Trio, dal Quartetto di Tokyo, dai giovani londinesi del Quartetto Belcea - che giungono a Torino per la prima volta, in gennaio, dopo avere mietuto una gran quantità di premi in Murray Perahi Satria -, dall'English Chamber rchestra diretta da Shlomo Mln- tz e, per il penultimo concerto della stagione, dal Wiener Kammerensemble. Sia il repertorio antico, sia le proposte adatte a un pubbUco giovane, costituiscono altri due leit-motiv della stagione: al primo è dedicata l'ormai abituale serie «L'altro Suono», che annovera ospiti del calibro dell'Ensemble Micrologus (11 ottobre), del Doic'Avre Consoli (13 dicembre) o dell' Esperlon XXI, impegnato nel concerto conclusivo della serie (9 maggio) con un programma ispirato ai temi della pace e del dialogo; mentre lo spazio giovane anche quest'anno è gestito in collaborazione con il Piccolo Regio Laboratorio e riserva sorprese molto stimolanti, come l'esecuzione della recente opera da camera di Phil Glass «The sound of a voice», a cura dei Sentieri Selvaggi, o uno spettacolo dei mitici Piccoli di Podrecca, la compagnia di marionette nota in tutto il mondo. Si diceva dell'attenzione rivolta dall'Unione Musicale ai generi lontani fra loro: ne è un emblema il concerto di Antonella Ruggiero che, il 16 gennaio al Conservatorio, propone con la sua voce duttile e fascinosa un'antologia di pagine da celebri musical, accompagnata dall'Arké String Quartet e da Ivan Ceccarelll alle percussioni. Alfredo Ferrerò Schiff per l'inaugurazione di mercoledì 6 Murray Perahia suona domenica 28 novembre al Lingotto

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