Da Gengis Khan al jazz: scoprire il mondo col Touring

Da Gengis Khan al jazz: scoprire il mondo col Touring PROSSIMAMENTE Da Gengis Khan al jazz: scoprire il mondo col Touring LUCA Clerici: italianista «esploratore» di Verga e Dossi, di Parini e Calvino. Studioso tra i massimi di Anna Maria Ortese cui ha dedicato, per Mondadori, l'affascinante storia della vita e del lavoro di una delle più «misteriose» delle nostre grandi scrittrici, ha dato ad Adelphi, appena uscita, revisionata, e ampliata addirittura di una terza parte. La lente scura, raccolta di scritti di viaggio dell'autrice di U mare non bagna Napoli (con la quale Clerici continuerà a «convivere», nei suoi progetti c'è la pubblicazione di parte di un vasto carteggio medito). Ma Clerici è «esploratore» anche sul terreno specifico, pur sempre di carta: dal tempo dei Viaggiatori italiani in Italia tra il 1700 e il 1998 per Sylvestre Bonnard a II viaggiatore meravigliato, pagine di grandi autori italiani che raccontano l'Italia lungo gli' stessi secoh per il Saggiatore-Est. Adesso nuova full immersion nelle scritture di viaggio grazie alle nuove collane del Touring Club Italiano (110 anni di vita): «Reportage 1900» di cui Clerici è responsabile e «Reportage 2000», della quale è consulente. E «reportage» è il sigillo che vuole definire, tra la massa della Reiseliteratur, il percorso prescelto: autori che sono o sono stati grandi giornalisti. Quelh tuttora in attività per la sezione 2000, che ha aperto con L'impero di Gengis Khan dell'anglo-canadese Stanley Stewart e con II paese della musica felice, la Louisiana, il jazz di Vittorio Franchini (e fra le prossime uscite l'Irlanda di Hans Tuzzi, nom de piume di un noto scrittore italiano; un'avventuranell'Artico del londinese Tim Moore; e, tempestività massima, l'Iraq, «la guerra nel paese dei bambini» raccontata da Anna Prouse che laggiù vive). Con «Reportage 1900», Luca Clerici guarda invece al passato ma per decrittare meglio il presente, «e perché il secolo che si è chiuso non è stato sufficientemente indagato». Così è partito dal nome stonco di Luigi Antonio BertareUi, cofondatore del Touring, primo a realizzare la carta geografica d'Italia 1-200 mila, i cui Insoliti viaggi, 1897-1925, sono r«appassionante diario di un precursore», grande escursionista, speleologo, soprattutto ciclista (il Touring nasce come «Club ciclistico itahano»), piacevole lettura naturalmente. Cosi come quella di La corrida delle balene di Cesco Tomaselli, inviato del Corriere tra le due guerre; un reportage «speciale» dove la descrizione della caccia feroce comincia dal fondo quando della balena non si vedono che le parti squartate per concludersi al momento più sconvolgente della cattura che coincide anche con un capovolgimento «ideologico» dell'autore il quale finisce per condannare l'eccidio. Il bell'inizio proseguirà con i Tropici di Vittorio G. Rossi, 1934, e con II ghiottone errante di Paolo Monelli nel ruolo del titolo, disegni di Giuseppe Novello, l'anoressico. Siamo nel '35, la strana coppia finisce alle Terme di Montecatini... Instar nel «cono di luce» Pericoloso, a prenderlo alla lettera, ((paradosso astronomico» (se il Sole esplodesse, sulla Terra ce ne accorgeremmo soltanto 8 minuti dopo, 8 minuti prima di morire...). Ma anche una bella metafora per la piccola editrice torinese in rilancio (dopo il rimpianto per Gianni Borgo) grazie a Gaspare Bona, lo scrittoretraduttore-ex Einaudi e Adelphi che ha raccolto l'eredità dell'amico, il breve squisito catalogo, da Dyer a Chyandra a Rio, portando nomi «nuovi», da Dave Barry a Robin Tra le novità Tour Jenkins a Marek van dei Jagt-Arnon Grunberg e, annunciati, l'inglese Andrew Marshall con Birmania football club, nonché la Berlino alla caduta del Muro con La ragazza che fa a pugni con l'ombra, opera prima di Inka Perei; ma, e questa è la novità, approdando a quella apertura ineludibile che è la narrativa itahana. Avvio promettente con il romanzo d'esordio di un frequentatore di lungo corso della scrittura, Giambattista Avellino, da tempo nel mondo cine-tv, con Age, Scola, Avati nonché «Iene», «Quelli che il calcio» ecc. Sangue che pulsa sotto una di quelle superfici metalliche che sono l'azzurro della morte complice l'eccezionale bellezza di una donna, U cono di luce del futuro dell'evento è il romanzo dello «sguardo» e del «controllo», scrive De Cataldo in postfazione; visionario, ossessivo, stile sorvegliatissimo. Un postmoderno, senza offesa e senza alcuno di quegli «ismi» (estetismi, autoreferenzialismi) per i quali, un giorno, molti dei suoi colleghi rischiano di finire nell'apposito infamo dei narratori contemporanei, «Reportage 1900» e «Reportage 2000»: giornalisti di ieri e di oggi, riscoperta tra l'altro di Cesco Tomaselli («La corrida delle balene») e di Monelli-Novello, «Il ghiottone errante» nell'Italia Anni Trenta Tra le novità Touring, un viaggio nel jazz della Louisiana