Edwards-Cheney un match senza esclusione di colpi

Edwards-Cheney un match senza esclusione di colpi IL PRIMO DUELLO TELEVISIVO TRA I NUMERI DUE Edwards-Cheney un match senza esclusione di colpi La squadra dello sfidante punta sull'aggressività che ha fatto fare a Kerry un balzo nei sondaggi dopoil confronto in tv dall'inviato a CLEVELAND (Ohio) «Chi vive in America e vota per Bush non ha la testa a posto». Sono state le bordate del senatore John Edwards a tenere banco nella vigilia del dibattito che lo ha visto opposto al vicepresidente Dick Cheney per novanta minuti nel «Veale Center» della Case Western University, iniziato quando in Italia erano le tre del mattino di oggi. Il team democratico è convinto che la vittoria di Miami sia stata ottenuta grazie alla maggiore aggressività di John Kerry rispetto a George W. Bush e dunque in occasione del dibattito di Cleveland la scelta è stata ancora una volta quella di partire all'attacco, con l'obiettivo di obbligare la controparte a difendersi. «Ciò che ci attendiamo da Cheney - ha detto Kerry parlando da Tipton, lowa - è che ammetta gli errori commessi prendendo esempio da quando fatto da Paul Bremer», che ieri ha lamentato il fatto che furono usate poche truppe per l'invasione e si intervenne troppo tardi per porre termine ai saccheggi. «Sono lieto che Bremer abbia iniziato a fare ammissioni chiare - ha aggiunto il candidato democratico - ma la lista che resta è ancora molto lunga». La risposta di Cheney è arrivata con un comunicato del portavoce: «Bremer può avere idee differenti dai militari sul posto, compito del presidente è ascoltare i comandi. Ad ammettere gli errori deve essere invece proprio Kerry, che ha più volte cambiato idea su Saddam Hussein». Al di là della replica, la Casa Bianca ha tradito imbarazzo di fronte alle dichiarazioni di Bremer: «Negli incontri che ebbe periodicamente con il presidente non sollevò mai la questione del numero delle truppe», si è affrettato a precisare il portavoce Scott McClellan. Edwards, 53 anni, era determinato a mettere Cheney, 61 anni, alle strette su più fronti: i legami fra Saddam e Al Qaeda che non sono mai stati provati, le accuse all'Iraq di aver acquistato parti di centrifughe nucleari rivelatesi senza fondamento, i rapporti personali con la società energetica Halliburton che ha ottenuto il maggior numero di contratti civili dal Pentagono per la ricostruzione dell' Iraq. «Sappiamo che John Edwards al dibattito farà una sola cosa, attaccherà, attaccherà, attaccherà» aveva previsto Mary Matalin, portavoce del vicepresidente, sottolineando che, come avvocato assai spregiudicato, «in questa maniera nel corso degli anni ha guadagnato decine di milioni di dollari». Le regole del dibattito erano le stesse che vigevano a Miami: il conduttore, che in questo caso è Gwen Ifill della Pbs, ha posto a entrambi 16 domande, lasciando due minuti per rispondere all'interpellato, con la possibilità di una replica da parte dell'altro di novanta secondi e quindi di successivi eventuali trenta secondi a testa. Ma, a differenza di quanto avvenuto a Miami, i duellanti erano seduti alla stessa scrivania del conduttore - anche se John Edwards avrebbe preferito potersi muovere sul palco - e le tv avevano l'obbligo di rispettare l'impegno a non inquadrare chi non sta parla. L'opinione degh analisti è unanime sul fatto che questo duello fra vice è più importante di quelli passati per via delle forti differenze fra i due - la grinta del navigato politico ed ex manager petrolifero Cheney contro l'abilità del giovane avvocato rampante Edwards - e del fatto che i sondaggi continuano a disegnare una situazione in continuo cambiamento. Infatti, sebbene un'indagine demoscopica della tv Cbs attesti che Kerry e Bush sono in perfetta parità - 47 per cento a testa con l'indipendente Ralph Nader all' 1 per cento -, così confermando precedenti sondaggi favorevoli al senatore democratico a seguito del dibattito di Miami, un'altra indagine svolta dalla tv Ab e e dal quotidiano «Washington Post» descrive un umore assai differente dell'elettorato: Bush ancora solidamente in vantaggio -51 a 46 per cento - con una differenza di cinque punti superiore al margine di errore e identica a quella emersa da un sondaggio del Few Center (49 a 44). Sempre secondo Abc/Washington Post, gli intervistati hanno assegnato la vittoria nel dibattito di Miami a Kerry, ma ciò non impedisce al presidente di continuare a godere della maggioranza delle preferenze. [m. mo.] I sondaggi mutano di ora in ora, ma pare che il Presidente conservi ancora un solido vantaggio sul suo rivale con una differenza di almeno cinque punti Dick Cheney tiene un comizio nel municipio di Dubuque, lowa