Sul fiume Ohio dove Bush e Kerry si giocano tutto

Sul fiume Ohio dove Bush e Kerry si giocano tutto LO STATO E' IL BAROMETRO PIÙ' FEDELE DELLE PRESIDENZIALI Sul fiume Ohio dove Bush e Kerry si giocano tutto Ci sono gli operai e la middle class in ginocchio per la crisi economica e ci sono gli imprenditori che hanno messo su una perfetta macchina elettorale in favore del Presidente. L'affluenza alle urne sarà decisiva reportage Maurizio Molinari inviato a CANTON (Ohio) ALLE 11.30 del mattino la centrale Market Street è deserta, gli uomini lavorano in fabbrica, le donne portano i bambini a fare shopping nei mail fuori città e sulla piazza dove campeggia il grattacielo grigiastro che ospita gli uffici della Contea di Stark megafoni pubblici trasmettono ad alto volume musica classica ascoltata con attenzione dagli unici passanti, tre afroamericani ex dipendenti dell'acciaieria Timken licenziati assieme ad altri 1300 operai dall'omonimo proprietario W.R. Timken, uno dei maggiori finanziatori locali della campagna elettorale di George W. Bush. Questa è Canton, capoluogo della Contea di Stark e sede della Hall of Fame del football professionistico, definita da Jo Ann Davidson, responsabile regionale della campagna Bush-Cheney, «il centro dell'universo politico». Per i guru elettorali repubblicani e democratici è una delle rare convergenze: l'Ohio con i suoi 20 voti elettorali è il «big prize» delle elezioni di novembre e per conquistarlo bisogna vincere a Canton. Nessun candidato repubblicano ha mai vinto la Casa Bianca senza prevalere in Ohio ed è una regola che vale quasi anche per i democratici perché l'ultimo presidente ad essere eletto senza il consenso di questo Stato fu John F. Kennedy. Nel 2000 Al Gore perse l'Ohio per una manciata di voti, pagando a caro prezzo la scelta di aver interrotto la campagna quattro giomi pri- ma del voto, ed ora Bush e Kerry non lesinano risorse: 26 visite il primo, 18 il secondo, oltre un miliardo le spese sommate già fatte. Se l'Ohio è il più decisivo degli «Stati in bilico», la Contea di Stark è la sua contea più «in bilico»: terra natale del presidente repubblicano William McKinley negli ultimi quaranta anni (con l'eccezione del 1976) ha sempre indovinato il presidente. Sui suoi 1505 km quadrati risiedono 378.908 abitanti che, per il consigliere politico repubblicano Karl Bove come per quello democratico Bob Shrum, costituiscono uno spaccato dell' Ohio e dell'intera nazione: fattorie rurali con famiglie Amish, zone industriali abitate da operai, aree urbane con impiegati e negozianti, accoglienti sobborghi per i proprietari di case ed imprese. «Il nord-est dell'Ohio è industriale ed a prevalenza democratica, il sud-ovest è una roccaforte repubblicana e nel sud-est Bush è in vantaggio» riassume John Green, politologo dell' Università di Arkon, per spiegare perché la Contea di Stark anche questa volta romperà l'equilibrio fra «i liberal che votano con in mente i temi economici ed i conservatori che hanno più a cuore i valori e la sicurezza». A conoscere bene il «popolo della Contea di Stark» è il reverendo George Roberts, ex manager d'industria che nel 1998 al momento di andare in pensione scelse di dedicarsi ai fedeli metodisti della Church of the Savior di Canton. Il metodismo è la fede che Bush scelse sposando Laura ma il reverendo Roberts precisa che «qui i fedeli hanno la mente aperta ed a queste cose badano poco». Ciò che conta per loro «sono due elementi, la crisi economica che è costata all' Ohio 264 mila posti di lavoro ed ha infierito in questa Contea più che altrove e il bisogno di sicurezza perché con l'il settembre il terrorismo è sbarcato sulle nostre spiagge, è entrato nella nostra terra». Il reverendo sessantenne - il cui sogno è di visitare Padova, dove non è mai stato - parla spesso di «questioni di attualità» con i fedeli ed è convinto che «se Stark voterà pensando ai posti di lavori perduti vincerà Kerry, se invece voterà temendo i terroristi sceglierà Bush». Ma non è tutto. Compito del reverendo è entrare nelle case, parlare con le famiglie, dare da mangiare ai senzatetto ed a conti fatti non ha dubbi sul fatto che «la crisi economica ha infierito a tal punto da favorire Kerry su Bush» ma «l'elemento decisivo a favore dei repubblicani potrebbe essere l'affluenza al voto perché i proprietari, i ricchi, sono più organizzati e vanno a votare in blocco mentre la base operaia, i disoccupati, la classe media non fa altrettanto». A duecento metri dal selciato della Church of the Savior United Methodist - intitolata al presidente McKinsey - c'è una sede della campagna BushCheney ed i volontari confermano le parole del reverendo: finora sono stati disseminate 100 mila insegne elettorali e l'obiettivo è raddoppiarle entro l'Election Day. I militanti repubblicani sono un esercito, quelli democratici assai meno, appaiono in ritardo sull'organizzazione. Ma perché poveri e disoccupati si impegnano in politica meno dei titolari di aziende? «E' una questione di mentalità - risponde il reverendo Roberts - ad Harlem come in Arkansas come qui a Caton il povero ha spesso una mentalità disfattista, da sconfitto, non gli va di battersi perché ritiene che comunque per lui le cose andranno male». Nelle prossime settimane la campagna Kerry-Edwards ha pianificato un'invasione di 26 mila volontari in tutto l'Ohio proprio per spingere a mobilitarsi e votare questa fascia di elettori che, se varcherà la soglia del seggio, di certo non voterà per Bush. «Questo presidente se ne deve andare - dice Sonia, commessa in un negozio di casalinghi - ma solamente se la classe media si unirà ce la faremo». Le famiglie di Canton sono andate in diretta video sullo schermo della Convention democratica di Boston e da queste parti le carovane elettorali di Bush e Kerry si sono più volte sfiorate, passando a fine agosto ad appena venti km di distanza l'ima dall'altra. Oltre ad essere il capoluogo della Contea di Spark la città industriale è uno dei principali centri della Valle del fiume Ohio che si allarga oltre i confini di altri due Stati «in bilico», la Pennsylvania terra di Teresa Heinz - moglie di Kerry - e il West Virginia, che quattro anni fa Bush riuscì a strappare al tradizionale dominio democratico. Il fiume Ohio, che nel Settecento venne considerato la prima frontiera del selvaggio West, corre attraverso l'irregolare triangolo di territorio compreso fra Canton (Ohio), Weelhing (Pennsylvania) e Parkersburg (West Virginia) che è al contempo una delle zone più colpite dalla crisi economica e più abitate da famiglie di militari. Anche in questo caso la Contea di Stark è un microcosmo: dei 36 caduti dell'Ohio in Iraq tre vivevano qui. AI caffè Carpe Diem i clienti sanno a memoria i loro nomi: l'agente Jesse Buryi, 21 anni, morto dopo aver sparato invano 400 colpi per evitare l'arrivo di un'autobomba contro il suo posto di blocco; il sergente Richard Ramey, 27 anni, ucciso nell'agguato ad un convoglio a Mahmudiyah; il sergente Michael Barkey, 22 anni, vittima dell'esplosione di un ordigno contro il veicolo su cui viaggiava a Ramadi. Tutti sanno chi erano perché le famiglie militari sono numerose per via di stipendi e opportunità che la divisa garantisce. «Se si affermerà la volontà di portare a casa i figli le famiglie voteranno Kerry - assicura il reverendo di Canton - se invece prevarrà la convinzione che combattendo in Iraq le nostre case sono più sicure preferiranno Bush». Dice il reverendo metodista George Roberts ex manager «Ciò che conterà davvero sono dueelementi: il lavoro e la sicurezza. Qui abbiamo perso 264 mila posti e con MI settembre il terrorismo è sbarcato anche da noi» TRE STATI IN BILICO MICHIGAN l KENTUCKY MARYIAND . WASHINGTONxl/ VIRGINIA -HH —flORTH CAROUWT^^ Il senatore John Kerry durante un comizio nell'Ohio Il Presidente americano George Bush