Amato: sosteniamo Prodi il federatore di R. I.
Amato: sosteniamo Prodi il federatore A ORVIETO L'ASSEMBLEA DI «LIBERTA EGUALE» Amato: sosteniamo Prodi il federatore «E' il primo passo per poter dare vita a un partito riformista» ORVIETO «Lo sforzo di Romano Prodi di dare vita a una federazione tra i partiti del centrosinistra è uno sforzo da assecondare perché è il primo passo per dare vita a un partito riformista». Lo ha detto ieri pomeriggio Giuliano Amato intervenendo all'assemblea di Orvieto dei riformisti. Amato si è detto «sicuro del fatto che entro tre mesi la federazione cui sta lavorando Prodi si nutrirà di organizzazione e contenuti: ma ora questo progetto sta camminando con ruote quadrate su un terreno accidentato». «Per questo Romano il federatore - ha continuato Amato - va sostenuto nel suo sforzo, e non va lasciato come un re nudo». Nel corso dell'assemblea il presidente dell'associazione «Libertà Eguale», Luciano Cafagna, ha rilanciato l'idea di dare vita in Italia a un partito dei riformisti. «È un'idea controcorrente - ha detto - da perseguire anche da posizioni di minoranza». La proposta di Cafagna è stata avanzata di fronte a una platea di politici di vari partiti della sinistra, tra i quali, oltre ad Amato, Enrico Morando, Ugo Intuii e Claudio PetruccioU. «Manca una cultura della sinistra - ha fatto rilevare Cafagna che comprenda un impegno programmatico chiaro, senza il quale non si sa né che cosa siamo, né cosa voghamo. Qui si rischia di non essere più nessuno e di scomparire senza accorgersene. Era stato chiesto ad Amato - ha ricordato Cafagna - di stendere un programma, ma poi è come se lui avesse lavorato per nessuno». Dallo stesso presidente di «Libertà Eguale» è venuta anche la denuncia del «rischio che si riapra in Italia una frattura tra il progressismo cattohco e quello laico».. Infine Cafagna ha messo in risalto il «pericoloso scivola- mento verso un centrismo che ha come protagonisti dei gruppi politici che cercano disperatamente, con combinazioni o inciuci post-elettorali, di risolvere in sede parlamentare quello che non sono stati capaci di risolvere prima». Nel corso dell'assemblea Giuliano Amato è anche intervenuto sulla questione irachena: «L'Italia - ha detto - non può cavarsela col solito ritornello degli italiani brava gente. L'idea di presentarci come coloro che fanno la buona azione è piena di buone intenzioni ma lascia immutata la situazione in quel paese.Dobbiamo invece porci veramente il problema su cosa succederà all' Iraq». A questo riguardo - ha continuato Amato - è ragionevole verificare cosa succederà con il voto americano per la Casa Bianca, visto che Kerry, nel confronto con Bush, ha detto chiaro che se andrà al governo awierà il ritiro delle truppe». [r. i.]
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