Con il sì dì Putin l'accordo dì Kyoto diventa legge

Con il sì dì Putin l'accordo dì Kyoto diventa legge SUPERATO IL QUORUM FISSATO NEL'97: ORA IL TRATTATO E' OPERATIVO Con il sì dì Putin l'accordo dì Kyoto diventa legge La Russia appoggia l'Ue e lascia sola l'America, divisa la Duma I contrari temono che la svolta fermerà la ripresa economica AnnaZafesova MOSCA La Russia finalmente dice sì al jrotocollo di Kyoto: ieri il governo la approvato il progetto legge sulla ratifica del documento che dovrebbe salvare il clima del pianeta. Entro tre mesi i ministeri interessati dovranno preparare un piano di misure pratiche per applicare le norme imposte dal nuovi impegni ambientali. La decisione ora tocca ai parlamentari e il premier Mikhail Fradkov ieri ha detto che nella camera bassa ci sarà un «dibattito non facile» sulla questione. Ma la Duma è dominata da una maggioranza fedelissima al Cremlino quindi ci sono pochi dubbi sull'esito del voto. In poche settimane dunque il protocollo di Kyoto diventerà operativo dopo sette anrii dalla sua firma. ■Un sì, quello del Cremlino, atteso e per nulla scontato. La decisione di ieri è stata preceduta da settimane di dispute tra enti e l'obbiestclìverse é perfino all'interno del governo Fradkov lo scontro tra sostenitori e nemici di Kyoto era fortissimo. Il partito del no aveva come capofila un nome illustre come il consighere economico di Putin Andrej Illarionov, che ieri ha definito la ratifica una «decisione politica forzata» e ha invitato il Cremlino a «dire al popolo la verità» sugli effetti negativi di Kyoto. Secondo Illarionov, l'assunzione di impegni a limitare l'emissione di gas prodotti dall'industria frenerà la ripresa dell'economia russa. E siccome l'industria russa ereditata dall'Urss è obsoleta e altamente inquinante, i gruppi energetici e metallurgici si troveranno svantaggiati nella loro espansione. .Per i sostenitori del protocollo invece si tratta potenzialmente di un grande affare. Le soglie di emissione fissate per i Paesi infatti si basano sui livelli di inquinamento del 1990, quando la Russia era ancora Urss e non aveva ancora vissuto il tracollo industriale del postcomunismo. Ci vorranno diversi anni per raggiungere il livello «pericoloso» di produzione - e di inquinamento - e nel frattempo Mosca potrebbe vendere le sue quote inutilizzate di Kyoto a Paesi industrializzati (in primo luogo europei) guadagnandoci, secondo varie stime, fino a 10 miliardi di dollari. Nel dibattito i nemici della ratifica sembravano prendere il sopravvento, al punto che l'Accademia delle scienze aveva confezionato per Putin un rapporto nel quale definiva addirittura «antiscientifica» la teorìa che metteva in connessione l'emissione di gas di derivazione industriale e l'effetto serra pericoloso per il clima del pianeta. Ma Kyoto è stata per il Cremlino negli ultimi tre anni soprattutto una moneta di scambio intemazionale. Nella partita attorno al protocollo la Russia infatti era l'elemento chiave dopo che George Bush nel 2001 dichiarò che l'America non l'avrebbe firmato. H meccanismo della limitazione dell'effetto serra infatti prevede che lo schema di Kyoto diventi operativo solo dopo che vi aderiscono i Paesi che emettono almeno il 55 per cento dei gas inquinanti (in pruno luogo diossido di carbonio . La quota degli Usa era il 35 per cento e, una volta che si ritiravano, la Russia con il suo 17,4 per cento diventava l'ago della bilancia. E Vladimir Putin, rendendosi conto dei vantaggi dì questo ruolo, per tre anni ha abilmente manipolato la questione ecologica in chiave politica. soppesando le controfferte dell'Europa che premeva per la ratifica e degli Usa che avrebbero preferito affossare il protocollo insieme alla Russia. A vincere alla fine è stata l'Europa: già nel maggio scorso, all'ultimo vertice Russia-Ue, Romano Prodi ha ottenuto da Putin un impegno a ratificare Kyoto. In cambio il Cremlino ha avuto l'appoggio di Bruxelles all'entrata della Russia nell'Organizzazione mondiale del commercio, un obiettivo caro al presidente russo. Il sì di Mosca a Kyoto ha sbloccato un negoziato spinoso con gli europei che in cambio avevano ceduto su punti apparentemente insormontabili. E l'Unione Europea ha ieri commentato la decisione della Russia come un «grande successo». Il partito del sì a Kyoto sta già contando i vantaggi da ricavare dal mercato delle quote che si aprirà in Europa. Il partito del no teme che Bruxelles preferirà comunque commerciarle al suo interno lasciando fuori la Russia. Ma è possibile che la decisione di Putin su Kyoto - che si temeva sarebbe stata nonostante tutto negativa abbia come oggetto di scambio anche la politica: assecondando l'Europa Mosca spera di ottenere una riduzione delle crìtiche dell' Uè sulla tragedia cecena e sulla svolta autoritaria del Cremlino, Il presidente russo Vladimir Putin COMMERCIALIZZAZIONE Di EMISSIONI INQUINANTI Si dovrebbe creare un mercato mondiale nel quale i paesi che hanno superato le quote di riduzione delle emissioni. di inquinanti prestabilite possono vendere le eccedenze ai paesi che non sono riusciti, 0 che non hanno voluto riuscirci. IMPLEMENTAZIONE CONGIUNTA Si tratta della riduzione della quota di inquinamento stabilita, nei paesi industrializzati vanno promossi progetti di energia pulita. MECCANISMO DI SVILUPPO PULITO 1 paesi industrializzati sconterebbero parte della propria quota di riduzione di inquinanti trasferendo tecnologie pulite nei paesi in via di sviluppo. ASSORBIMENTO H DI INQUINANTI Sarebbe utile stipulare un accordo sulla quantificazione delle proprietà assorbenti di Co2 degli alberi. Quando sarà possibile misurarlo con certezza, si potranno accumulare altre quote di riduzione di inquinamento atmosferico riforestando nuovearee, previa negoziazione sul mercato delle emissioni. COMPROMESSI VOLONTARI E' una proposta lanciata da alcuni paesi latino-americani durante l'incontro sull'ambiente di Buenos Aires e salutata con grande entusiasmo dagli Stati Uniti. Sitratta di impegni volontari sottoscritti dai paesi in via di sviluppo, che erano stati esentati dalla Convenzione di Kyoto, nella riduzione : di emissioni di Co2. Anche qui la posta in gioco è accumulare certificati di riduzione di emissioni da venderesull'ipotetico mercato delle emissioni. IL PROTOCOLLO DI KYOTO Firmato nel dicembre 1997, impegna i Paesi industrializzati a ridurre le proprie emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale in atto Sì può raggiungere l'obiettivo con: g l'incremento delle superfici a foreste ■I programmi dì cooperazione tra Paesi sviluppati M ì progetti basati sulle eco-tecnoiogie ■ il commercio delie emissioni di gas-serra 12S I Paesi che ad oggi hanno ratificato il Protocollo. Perché entri in vigore è necessaria la firma dì un numero di Paesi che rappresentino, al 1990, almeno il 55^0 delle emissioni globali di CO2 Il totale dì emissioni dei Paesi aderenti con la firma delia Russia COSÌ 1 PRINCIPALI PAESI PAESE RATIFICA KYOTO 0Zo EMISSIONI GLOBALI CO2 AL '90 y ^i GAS SERRA d DEL PROTOCOLLO 1 anidride carbonica I metano SS protossido d'azoto Itre composti fluorurati r^ I CAMBIAMENTI CLIMATICI (entro il 2100) 1 Aumento temperatura 1,4-5,8 gradi (Crescita livello dei mari 8-88 millimetri In i ANIDRIDE CARBONICA m PRODOTTA (ogni anno) I In Europa 35 rr.ld di t LE EMISSIONI (04sul totale) ■Russia 17.4 Bl Paesi aderenti 61,6 GU IMPEGNI SUI TAGLI Al GAS SERRA (nei 2008-2012 rispetto al 1990) ::.,,;.;.. itì