L'Ue: stabiliamo le sanzioni per chi non si adeguerà di Enrico Singer

L'Ue: stabiliamo le sanzioni per chi non si adeguerà BRUXELLES: ANCORA MOLTI I NODI DA SCIOGLIERE L'Ue: stabiliamo le sanzioni per chi non si adeguerà ^rodi soddisfatto: «Era un dovere per i nostri figli e per il pianeta» Prossimo appuntamento importante in dicembre a Buenos Aires Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Martedì scorso, proprio quando esplodeva la gioia per la liberazione delle due Simone, Romano Prodi era al telefono con Vladimir Putin. Mezz'ora di colloquio, raccontano adesso i collaboratori, dedicato a eliminare gli ultimi ostacoli sulla strada della ratifica del protocollo di Kyoto da parte del governo di Mosca. Alla fine della conversazione il presidente russo aveva promesso che il «si» sarebbe arrivato prima del passaggio dei poteri alla nuova Commissione Bairoso. L'esecutivo guidato da Prodi aveva tanto combattuto per difendere l'accordo sulla riduzione delle emissioni di gasserra dall'ostilità degli Stati Uniti e dallo scetticismo di molti altri, che questo successo lo voleva mettere all'attivo dei suoi cinque anni di lavoro. E Putin è stato di parola. Anche se a Palais Breydel dicono che «per ora la bottiglia di champagne è in frigorifero: per stapparla aspettiamo l'approvazione della Duma». L'inevitabile dose di prudenza, imposta dal rispetto della procedura parlamentare russa, nulla toghe alla soddisfazione. Prima di partire per Skopje - dove oggi discuterà della candidatura della Macedonia all'ingresso nella Uè - Prodi ha definito la decisione di Putin «un grande passo avanti per la gestione dei problemi globali in modo multilaterale». Ha detto di essere «estremamente fehce» perché (da lotta contro i cambiamenti climatici è un dovere verso i nostri figli e verso il pianeta». E che la ratifica del protocollo di Kyoto è anche «negli interessi della Russia e del suo popolo». Non solo. Il «forte segnale di impegno e di senso di responsabilità» del presidente russo potrebbe servire a smuovere gli americani dalla loro posizione negativa. «Sono fiducioso che gli Stati Uniti capiranno quanto è importante anche per loro. Noi, comunque, potremo cominciare ad avviare gli aspetti operativi del protocollo». Per Prodi l'accordo raggiunto a Kyoto nel 1997 «non è perfetto», può essere mighorato nei suoi aspetti tecnici, ma «rappresenta una nuova logica per la gestione comune dei problemi». Per questo non poteva essere lasciato cadere, come rischiava nel caso in cui Mosca non lo avesse accettato. La regola del «doppio 55» - l'adesione di almeno 55 Paesi che rappresentino il 5507o delle emissioni di gas ad effetto serra - rendeva decisiva la scelta della Russia. Ora che il governo di Putin ha dato la sua luce verde, il protocollo potrà passare alla fase attuativa. Un primo appuntamento importante è fissato per il prossimo dicembre a Buenos Aires dove si riunirà la Conferenza delle parti firmatarie del protocollo, che dovrà affrontare anche uno dei punti più delicati: quali sanzioni per chi non dovesse raggiungere gli obiettivi concordatiper il 2012. Anche l'attuale commissario all'Ambiente, la svedese Margot Wal¬ lstroem, ieri era molto soddisfatta. «È davvero una giornata fehce per l'Europa», ha detto. La Wallstroem ha sempre difeso la linea dura su Kyoto, sostenendo che il protocollo andava applicato comunque dall'Unione europea anche se non fosse stato raggiunto il quorum del «doppio 55». Si era così scontrata con chi - anche all'intemo della Commissione - era su posizioni diverse. Come la responsabile dell'Energia e dei trasporti, Loyola de Palacio, che aveva prpposto di rivedere gh impegni già presi dalla Uè nel caso in cui la Russia non avesse ratificato il protocollo. Polemiche ormai in gran parte alle spalle. Ma ci sono ancora capitoli delicati. Il commissario tedesco Guenter Verheugen - che sarà responsabile dell'Industria - ha già detto che «gli impegni presi devono essere rispettati e lo saranno». Ma che la Uè dovrà cominciare a usare anche il sistema del «commercio dei permessi di emissione» previsto nel protocollo. Si tratta, in pratica, di compensare le proprie emissioni di gasserra acquistando i crediti dei Paesi che non inquinano, se questo meccanismo si rivelasse meno penalizzante per lo sviluppo industriale. E uno dei nuovi commissari - l'ungherese Laszlo Kovaks, dal 10 novembre responsabile dell'Energia - ha già ipotizzato un maggiore ricorso al nucleare, anche se ha ammesso che (d'opinione pubblica è preoccupata per la sicurezza». H dibattito sull'applicazione di Kyoto, insomma, si annuncia già pieno di insidie. Il prossimo commissario all'Ambiente Wallstroem «Giornata felice per l'Europa» Ma il dibattito sull'applicazione è pieno di insidie: l'ungherese Kovaks, dall0 novembre responsabile dell'Energia ha già ipotizzato un maggiore ricorso al nucleare