Ma la Lega era pronta a «bocciare» Calderoli di Giovanni Cerruti

Ma la Lega era pronta a «bocciare» Calderoli COSA CE DIETRO LA FREDDEZZA DELLA «PADANIA» Ma la Lega era pronta a «bocciare» Calderoli Il ministro, intuita la situazione, è corso da Berlusconi e insieme hanno chiamato Bossi: «Rischiamo la crisi» Giovanni Cerruti MILANO Strano, e non c'è bisogno di malizia. Strano che la Padania, nel giorno che celebra il sì del Senato alla Devolution, in prima pagina non abbia un rigo di commento. E strano che, a pagina 3, accanto all'intervista al ministro Roberto Calderoli, sotto il titolo «Abbiamo seguito le indicazioni di Bossi» non ci siano le parole di un leghista: ma quelle del sottosegretario Aldo Brancher, Forza Italia. Non è finita, con le stranezze. Di Francesco Speroni, il capo di gabinetto di Umberto Bossi ministro, manco una virgola. Sparito. Il neoministro Calderoli ha rimandato all'europarlamento lui e le sue competenze. Martedì sera ha parlato Bossi, e poi silenzio. Dichiarazioni di leghisti festanti per la con¬ quistata Devolution? Nessuna, neanche su La Padania di ieri. Voci, invece, tante e autorevoli. Con retroscena verificati e interessanti. Ad esempio, come mai Bossi benedice il lavoro di Calderoli? Perché negli ultimi giorni le frizioni in casa Lega erano arrivate quasi al punto di non ritomo. Non solo per la dichiarazione pubblica di Marco Reguzzoni, presidente della provincia di Varese e genero di Speroni, ma anche per la solitudine che cominciava a circondare il ministro Calderoli, non più così forte nella Lega. Una telefonata da La Padania tra lunedì e martedì mattina aveva messo in allarme Calderoli. Una voce amica comunica che Giuseppe Leoni, il direttore, sta per scrivere un articolo che scomunica la Devolution di Calderoli. E Leoni, che già aveva attaccato Calde- roli, sia pure senza nominarlo, non è un nessuno. Càspita, con Bossi ha fondato la Lega, nell'S? è stato il primo deputato, è amato, rispettato, mai nessuno l'ha sospettato per giochini o giochetti. Uno più uno, se attacca Leoni è come se attaccasse Bossi. E a questo punto Calderoli prepara1 quello che un altro leghista definirà il «bel colpo». Il ministro non può andare da Bossi, va dal premier Berlusconi. Nelle ore che precedono la liberazione delle due Simo¬ ne, Berlusconi si sente dire che la Lega potrebbe sbandare in curva, e proprio sulla Devolution. Vorrebbe dire avvicinarsi pericolosamente, troppo pericolosamente alla crisi. Così Calderoli e Berlusconi decidono che deve intervenire Bossi, e il ministro chiama la clinica di Brissago. «Umberto, anche Silvio dice che se La Padania attacca la Devolution si aprirà la crisi». E Bossi, anche se malato, capisce subito cosa deve fare. Tornare, anche se per un solo minuto, Bossi. E' bastato, sono bastate le tre frasi all'Ansa, il suo applauso a Calderoli, e gli attaccchi, i timori, i sospetti di congiure, i malumori, sono rientrati al volo. Mancano i consensi, però. Gli applausi degli altri leghisti, improvvisamente silenziosi e impegnatissimi in altre faccende, Castelli e Maroni nei ministeri, Giorgetti a tentare il rimedio ai pasticci di chi ha disamministrato la banca della Lega, Speroni sparito, Reguzzoni in partenza per l'Argentina. E tutti, proprio tutti. con addosso la certezza che senza Bossi sarà sempre peggio. «Perché - dice uno - qui non c'è più neanche dibattito, solo bordello». E se Bossi non avesse parlato e applaudito la Devolution di Calderoli, sia pure con la postilla «il tempo poi perfezionerà le cose»? Domanda inutile, ha parlato e adesso tra i leghisti è meglio il silenzio. Passerà anche questa, e poi mica possono uscire dal governo così, senza Bossi. E neppure possono dividersi, dove andrebbero? Meglio guardare avanti, allora: alle elezioni regionali della primavera prossima e sperare che Bossi tomi, e torni Bossi davvero, e al più presto. Era lui che li teneva assieme. Ed è Bossi, anche se malato, che li convince ad applaudire questa Devolution. Oppure a tacere. Ecco perché il Senatùr è intervenuto subito dopo il voto per «benedire» la soluzione Ma nel Carroccio resta lo scetticismo e i leader tacciono Umberto Bossi in clinica a Brissago

Luoghi citati: Argentina, Milano, Varese