«Turchia nell'Ue? Non è ora» di M. Tos.
«Turchia nell'Ue? Non è ora» I VESCOVI E L'EUROPA «Turchia nell'Ue? Non è ora» CIHA DEL VATICANO Sì alle riforme, ma con cautela: i vescovi italiani, che hanno concluso nei giorni scorsi il «Consigho Permanente» chiedono, con la voce del loro Segretario Generale, monsignor Giuseppe Betori, che si cerchino «soluzioni concordi, che favoriscano il corretto e annonico rapporto tra i poteri dello Stato». Monsignor Betori ha spiegato che non sono stati affrontati i dettagli della Riforma costituzionale, ma è stato ribadito il principio, per quanto riguarda Ù testo in discussione in Parlamento che «in riferimento alla revisione della Carta Costituzionale, l'assetto federale sia concepito e realizzato in modo da salvaguardare pienamente l'unità della nazione, la solidarietà e la sussidiarietà, con una equilibrata ripartizione delle responsabilità e dei poteri». Da parte della Conferenza Episcopale però è emersa una posizione netta sul problema dell'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, che sta suscitando un ampio dibattito in tutti i paesi interessati, e soprattutto nel Parlamento Europeo. E' emersa l'opinione che prima della Turchia in Europa dovrebbero entrare altre nazioni più affini alle radici culturali del Continente, come l'Ucraina o la Moldavia. «Riteniamo condivisibile l'opinione di quanti rilevano che la cultura turca è ancora lontana dalla cultura europea» ha detto monsignor Betori. Una raccomandazione alla «cautela» è stata espressa dai vescovi sulle immagini di rapiti e sulle esecuzioni di ostaggi in Iraq. «C'è da chiedersi - ha detto monsignor Betori - se dobbiamo essere strumento noi delle strumentalizzazioni dei terroristi: mi sembra che un po' tutte le grandi testate e reti hanno accettato di non trasmettere le immagini nella loro completezza, e questo mi sembra un risultato». «Oggi il problema ha aggiunto il Segretario della Gei- non è tanto la permanenza o meno delle truppe, quanto favorire il processo di democratizzazione», [m. tos.]
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