Fecondazione assistita verso il referendum

Fecondazione assistita verso il referendum SCATTA DOMANI LA CONSEGNA DELLE FIRME ALLA CASSAZIONE Fecondazione assistita verso il referendum Vescovi preccupati: clima antireligioso. Si allarga il fronte favorevole a migliorare la legge. Nasce a Firenze il primo comitato per il no Stefanella Campana Scatta domani la consegna delle finne per i referendum sulla legge 40 relativa alla procreazione assistita. «Si profila un successo storico per quantità e qualità su tutti i quesiti, sia su quello di cui siamo promotori solitari, sia sugli altri quattro di cui siamo copromotori», commentano visibilmente soddisfatti i Radicali Daniele Capezzone e Marco Cappato. «Anche l'ultima firma è preziosa, perché il nostro traguardo è di andare oltre le 600 mila firme per ogni quesito, cioè 100 mila in più rispetto a quelle richieste per mettere al sicuro il referendum - ha esortato Barbara Pollastrini, coordinatrice delle donne Ds, ricordando gli oltre mille banchetti in tutta Italia -. C'è ima consapevolezza diffusa che questa legge vada riscritta daccapo. Se il Parlamento non ce la fa - ha aggiunto la diessina con il referendum si dà voce e opinione ai cittadini perché riparino ad un danno pesante nei confionti della salute delle donne, degli ammalati di malattie gravi e delle coppie sterili». E mentre i promotori dei referendum preannunciano festeggiamenti (oggi pomeriggio una marcia da Porta Pia a Piazza Cavour, sede della Corte di Cassazione, dove avrà luogo fino a tarda sera una veglia in attesa della consegna delle firme, e domani sera a Campo de' Fiori festa radicale), il fronte del no al referendum lancia segnali di preoccupazione, a cominciare dai vescovi italiani che denunciano «una forzatura polemica in chiave antireligiosa», come ha detto il segretario della Cei, mons. Giuseppe Betori, lasciando però uno spiraglio al cambiamento di una legge comunque «già di per sé insufficiente dal punto di vista dell'etica cattolica; il Parlamento l'ha approvata, sta al Parlamento vedere cosa vorrà fare successivamen¬ te». «La nostra è lotta anticlericale, non polemica antireligiosa», puntualizza Marco Cappato, segretario dell'Associazione Luca Coscioni. Per il vice presidente dello Sdi, Roberto Villetti, la legge approvata «potrebbe non rispecchiare l'orientamento della maggioranza del Paese» e il referendum «serve ad affidare questa scelta ai cittadini. Nessuna religione - ha aggiunto Villetti deve avere una primazia rispetto ad altre religioni». E' il deputato di An Riccardo Mighori a lanciare da Firenze il primo comitato italiano contro lo svolgimento del referendum abrogativo della legge sulla procreazione assistita. «Trovo difficile - ha chiarito Mighori - fare accordi politici con i radicali. Noi della CcQ siamo per una scienza per l'uomo, e non contro l'uomo. Invece assistiamo ad una rivolta dei radicali contro limiti morali etici che la scienza deve avere». Ma si allarga anche il fronte dei favorevoli a migliorare la legge con una mediazione in Parlamento sia nella maggioranza che nell'opposizione. «Oggi siamo di fronte a una sceltaHasciare tutto come vorrebbero i Radicali e cioè tornare al Far West, oppure tentare di mighorare la legge. Per farlo, chi ha idee può presentarle in Parlamento», polemizza il capogruppo delTUdc alla Camera, Luca Volente spiegando di non aver ancora visto proposte di modifica alla legge e ha invitato il ministro Prestigiacomo a presentarle. Per l'esponente centrista, nonostante lo scontro che si era registrato in Parlamento quando è stata approvata la legge, «si può pensare di correggerla». In realtà il ministro per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo qualche giorno fa aveva annunciato di stare ultimando la definizione di un testo «che ci consenta di avviare, su un articolato emendativo della legge 40, il confronto pohtico con quanti si sono dichiarati disponibili a mighorare la legge, sia nella maggioranza che nell'opposizione». «La si smetta con questa rincorsa goffa e affannosa per cucinare un pasticcetto parlamentare - taglia corto il leader radicale Capezzone - che non avrebbe alcuna seria chance di risolvere le questioni poste, e servirebbe solo a tentare di sfilare la scheda referendaria dalle mani degli elettori». Ora la parola alla Cassazione. Un tavolo per la raccolta delle firme per i referendum sulla legge sulla procreazione assistita ieri a Roma

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