L'Arcangelo, le stelle e la fortuna del Cavaliere

L'Arcangelo, le stelle e la fortuna del Cavaliere LA LIBERAZIONE DELLE DUE VOLONTARIE ALLA VIGILIA DEL GIORNO DI SAN MICHELE, COMPLEANNO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO L'Arcangelo, le stelle e la fortuna del Cavaliere Filippo Ceccarelli CONVERRÀ riconoscere che il presidente Berlusconi ha molta, ma davvero molta fortuna. Basti pensare che oggi è pure la sua festa. Il Cavahere viene infatti al mondo il 29 settembre (1936), giorno di San Michele Arcangelo, e da qualche anno anche degli altri due suoi angelici colleglli, Gabriele e Raffaele. Ora: il culto micaelico, in tutta certezza professato a casa Berlusconi fin dalla nascita del piccolo Silvio, è anche la migliore via d'uscita giornalistica per evitare sentieri che, rispetto al caso e in particolare alla fortuna, regolarmente e scivolosamente conducono verso la più banale volgarità. Da tempi immemorabili la buona sorte è associata a scurrih riconoscimenti anatomici, non di rado accompagnata da gesti assai espressivi. Di tutto questo armamentario, grazie appunto agli arcangeli, si può qui fare volentieri a meno. Ma il senso non è poi così diverso. Queste creature celesti, difatti, pur non avendo quasi nulla di umano, da sempre aiutano gli uomini a salvarsi. E le donne, e i prigionieri, e le prigioniere; e insomma se non portano precisamente fortuna, come pure certa cultura non solo new age lascia immaginare, beh, di sicuro gli angeli illuminano, custodiscono, reggono e governano, anche Berlusconi, figurarsi. E così sia. Varrà dunque la pena di ricordare che nella primavera del 2000, durante la crociera elettorale della nave «Azzurra», tutto prese ad andare a scatafascio. Mare mosso; il Cavahere con la febbre alta; il suo portavoce Bonaiuti con il polso rotto dopo essere scivolato su ima scaletta; la macchina di un collaboratore che, rotti gh ormeggi, era andata a fracassarsi sulla fiancata intema del bastimento. Si sa come vanno queste cose. Ai giornalisti non parve vero di poter scrivere: è jella. Cossiga confermò e perfezionò il verdetto, attribuendo l'accaduto al «vindice» Prodi. Sia come sia, a Bari salì su «Azzurra» il futuro govematore pugliese Fitto recando a bordo non solo una statuina di San Michele Arcangelo, ma anche una pietra proveniente da una grotta a questi intitolata. E allora. Sarebbe difficile sostenere che gh arcangeli contribuiscono alla creazione di grandi patrimoni, imperi editoriali e partiti politici. E tuttavia, pur rimanendo scettici sul fatto che le proprietà e il potere corrispondano a una fortuna, con qualche pezza d'appoggio in più si potrebbe caldeggiare l'ipotesi che la buona sorte arride a Berlusconi, specie in fatto di rapimenti e liberazione di ostaggi. E anche se non gh arride, se non è fortunato, certo è vissuto come se lo fosse effettivamente; e quindi dal punto di vista della rappresentazione mediatica lo è anche di più. Fatto sta che i tre body-guard Agliana, Cupertino e Stefio furono rilasciati, dopo un bhtz di truppe polacche e americane, tre giorni prima delle elezioni. Anche questa circostanza suscitò un compheato alternarsi di sospetti e misteriosa ammirazione. «Un segno del cielo. l'eclissi solare di Venere, ha segnalato stamane la gloria di Berlusconi con la liberazione dei tre ostaggi a poche ore dalle elezioni europee. Non accadeva da sette secoli. Segno che egli è un protetto»: così la Velina Azzurra, fogho simpatetico ma corrosivo del centrodestra, commentò l'accaduto. Dagospia, che sempre su Internet riprese quella nota, più sbrigativamente scelse di intitolarla secondo i moduli magico-anatomici di cui sopra: «Il culo di Berlusconi». Eppure, a rileggersela nel giorno della liberazione delle due Simone, era sostanzialmente una «micidiale fortuna» ad aver tenuto «prodigiosamente a galla» il governo. Tutto ad essa veniva ricondotto: l'II settembre, l'amicizia con Bush, la guerra, perfino il semestre europeo, con quell'«incastro di tempi e di date che avevano bloccato in anticipo le manovre per affossare» Berlusconi. Stretta fra angeli e stelle, come si vede, tra buona e cattiva sorte, alla politica non resta molto spazio. E' sempre più difficile inerpicarsi sulle pareti ripidissime del caso e del destino. Gh angeli proteggono, ma gh uomini e i poteri vanno lo stesso in rovina. Morale: non ci sono verità assolute, al massimo articoli sui giomah. Forse c'è solo un filo, e anche doverosamente sfilacciato, che dalla presunta predisposizione berlusconoide, per vie traverse conduce al cuore della scienza per così dire politica e in un certo modo addirittura alla lezione di Machiavelli. Com'è noto, questi non trascurò affatto la fortuna, che «è donna ed è necessario, volendo tenerla sotto, batterla e urtarla». Ai capi, oggi diremmo ai leader, è dato di disporre di virtù e fortuna. Al riguardo Machiavelli articola, specifica, fa esempi e classificazioni dilungandosi per diverse pagine illuminanti. Più di una volta don Gianni Baget Bozzo, che pure si accende facilmente, ma sa di che parla, le ha richiamate a proposito di Berlusconi. Così, ad esempio, lo salutò dopo la vittoria del 2001: «Buona fortuna, presidente, anche se augurarlo a lei qualche volta sembra di far piovere sul bagnato». Chissà oggi, 29 settembre, festa di San Michele, giorno del compleanno berlusconiano, ma soprattutto del febee ritomo a casa delle due ragazze. Durante la crociera elettorale del 2000 sulla nave «Azzurra» tutto andava male. Il futuro governatore pugliese Fitto risolse i problemi portando a bordo una statuina del Santo «L'Arcangelo Michele con gli Angeli ribelli», di Luca Giordano

Luoghi citati: Arcangelo, Bari