A Ciampino l'incontro con le famiglie «Eccoci, stiamo bene»

A Ciampino l'incontro con le famiglie «Eccoci, stiamo bene» L'ARRIVO Quando il Falcon 2 deiraeronautica militare atterra, si scatena una festa di lacrime e abbracci Sui volti dei presenti, la gioia prende il sopravvento sulla stanchezza dei lunghi giorni di attesa A Ciampino l'incontro con le famiglie «Eccoci, stiamo bene» Le ragazze, con i capelli sciolti, vestite con una lunga tunica si tengono per mano «Ci hanno trattato con molto rispetto, ma credevamo fosse arrivata la nostra ora» Maria Corbi ROMA Il tempo sembra non passare mai tra il momento in cui il Falcon 20 dell'aeronautica militare mette le ah aterra -sono le 23,15 t e quello in cui il portellone si apre per fare entrare familiari e autorità. Sulla pista, ad attendere Simona Pari e Simona'Torretta, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il vicepremier Gianfranco Fini, il sottosegretario Gianni Letta ma anche il leader della Margherita, Francesco Rutelli, invitato in nome dell'unità nazionale in un momento di crisi. Poi il sindaco di Roma Walter Veltroni e il prefetto Achille Serra. Il primo abbraccio è privato. Aima Maria Torretta e Donatella Pari entrano nell'aereo e affondano la loro gioia neUe spalle deUe fighe. E' una festa di lacrime e gioia. La prima a mostrarsi dalla scaletta dell'aereo è Simona Torretta, la segue Simona Pari, forse la più fragile tra le due. Sono vestite con tuniche arabe, ricamate con fili di cotone rosa e celeste, i capelli sciolti, i volti addirittura più pieni, gh occhi che ridono e frugano in tutto il clamore tracce di quello che è avvenuto qui in queste tre settimane. Si tengono sempre per mano, si proteggono e rassicurano a vicenda. Salutano i fotografi prima di entrare nella saletta vip dove i loro compagni di «Un ponte per...» le aspettano. La prima cosa che dicono è: «Ci hanno tratto bene, con molto rispetto». 'N Pochi minuti da passareinsieme ai parenti e agh amici ed è già tempo di andare via, verso un ehcottero dei Carabinieri, direzione palazzo di Giustizia, dove le attendono i magistrati per fare chiarezza sul rapimento. Loro, docili, ubbidiscono, sempre mano nella mano. Avevano pensato che sarebbero morte, il ritomo alla vita è una lunga festa da assaporare. Ieri sera, alla base del 31/mo Stonno dell'Aeronautica militare, all'aeroporto di Ciampino, nei volti dei familiari la gioia non era ancora riuscita a cancellare l'apprensione di queste tre settimane. Gh sguardi sono al cielo, in attesa di quel punto nella notte che annuncia l'arrivo deh'aereo che porta indietro dal loro incubo, condiviso con il mondo, Simona Pari e Simona Torretta, accomunate dal nome, da una missione, dal destino. I genitori, sono tutti là, vicini, vicinissimi, storditi dalla gioia, dall'ansia che se ne va come un torrente in piena, da tutti quelli che intomo invocano un pensiero, una sensazione. I Pari sono arrivati a Ciampino alle 22,10 con un aereo della Presidenza del Consigho. «Che cosa volete che vi dica? Non ci sono parole per esprimere la gioia di questo momento». Il papà di Simona Pari, Luciano, vicino al figho Marco, ha lo sguardo nel vuoto, quando non fissa le stehe, e ringrazia tutti, cerca di non essere scortese, di esprimere il suo sollievo senza essere costretto alla banahtà. Ma la gioia spesso è banale e non ha parole, come il dolore. «Adesso me la riporto a casa», dice. E questa volta sarà Shnona a pagare il ristorante. H padre sdrammatizza con una battuta, la sohta tenuta di nervi, a differenza della moghe Donatella che ancora non se la sente di affrontare le domande e si protegge dalla curiosità abbassando gh occhi. E' tutta vesti- ta di nero, le lacrime che non si fermano sulle guance, una spilla a forma di margherita sul petto. In silenzio sono state la mamma Anna Maria e la sorella di Simona Torretta, Laura, per tutto questo tempo, ma adesso il sollievo scioglie il loro riserbo. «È come ritrovare un figho dopo tanto tempo», dice piano Anna Maria Torretta prima di salire, alle 22,30, sul pulmino messo a disposizione dal sindaco Walter Veltroni per portarla, insieme a una foUa di parenti, a Ciampino. E' stato il sindaco uno dei primi visitatori dopo la telefonata di Letta e Berlusconi con la buona notizia. A una cronista la mamma dice: «Se Simona volesse tornare in Iraq a continuare la sua opera di volontariato, non glielo impedirei, conosco bene mia figlia e so che quella è la sua strada». «Ci sono stati momenti di vero terrore, co¬ me la notte tra il 22 e il 23 settembre....» quando due comunicati annunciarono l'avvenuta esecuzione. «Che cosa ci ha fatto andare avanti? Il coraggio di Simona». La speranza, da quella notte di paura, è tomata piano piano e si è alimentata soprattutto dalla visita a Roma di re Abdallah di Giordania. Dal giorno del rapimento le famighe Pari e Torretta sono sta¬ te sempre in contatto e hanno commentato fra di loro queUe prime immagini trasmesse da Al Jazeera. C'è la zia di Simona Torretta, Daniela, a Ciampino, sorella del papà scomparso. Le braccia strette a difendersi dal vento e dalle emozioni, la voce che esce incerta: «Peccato che non ci sia più mio fratello per provare questa gioia incontembile». I a tonciraia nolln cnnarrln lnfine anche simona Pari alza con un ^to Ld ICnblUne IWIIO bgUaraQ lento e misurato il drappo nero che le copre il viso e la testa. Sembra più stanca e preoccupata della sua collega. All'inizio non sorride e non guarda verso l'obiettivo e le persone che le stanno aspettando ma nel vuoto, davanti a sé, come se ripercoresse i giorni trascorsi nelle mani dei rapitori. E' un attimo, poi anche " volto si apre, esitante, a un sorriso di gratitudine e sollievo. suo Nella scatola dolci e caramelle Simona Torretta e Simona Pari ora sono riconoscibili, ma mantengono la testa coperta. Un segno di rispetto per i costumi locali a cui si erano abituate nei lunghi mesi del loro soggiorno a Baghdad. Sono libere, salve, al sicuro ormai, ma ancora sembrano non rendersene pienamente conto. La Torretta custodisce una scatola di dolci e caramelle avuta in dono dai rapitori, un'altra stranezza in un sequestro anomalo. E ora si ritorna in Italia Finalmente entrambe rilassate* sorridenti, le due Simona cominciano a chiaccherare con i loro liberatori. In sottofondo le voci si sovrappongono: arabo, italiano, inglese si mischiano, confondendosi. Anche gli amici iracheni sono stati rilasciati - in un'altra parte della città - e all'aeroporto è pronto l'aereo che finalmente le riporterà in Italia, dalle famiglie. E'una storia a lieto fine, una delle poche oggi in Iraq. Simona Pari e Simona Torretta appena scese dall'aereo si avvicinano ad amici e parenti in compagnia delle mamme