L'INTELLETTUALE SENZA IL PIFFERO di Umberto Eco

L'INTELLETTUALE SENZA IL PIFFERO RICORDO DI NORBERTO BOBBIO L'INTELLETTUALE SENZA IL PIFFERO Umberto Eco L Apolitica della cultura [scriveva Bobbio nel '52, ndr], come politica degli uomini di cultura in difesa delle condizioni di esistenza e di sviluppo della cultura, si contrappone alla politica culturale, cioè alla pianificazione della cultura da parte dei politici». Alla luce di questa distinzione Bobbio si domandava che cosa dovessero fare gli intellettuali, 0 uomini di cultura che dir si voglia. [...] E che la sua domanda risentisse dell'idea di impegno sociale dell'intellettuale era inevitabile, perché questo era il punto del dibattito degli Anni Cinquanta. Nell'affermare che era segno di disfunzione sociale l'idea che gli intellettuali avessero funzione straordinaria, profetica e oracolare, Bobbio teneva conto della situazione storica in cui parlava. Osservava che il nostro Paese non era una società funzionale, emergeva dalla convulsione della guerra e della Resistenza e operava in quegli anni come se una nuova convulsione fosse imminente. Nella società non funzionale le varie parti non si ordinano un fine, ma si disarticolano e cozzano le une contro le altre. In questa situazione dilaniata Bobbio si trovava di fronte a due aut-aut di cui rifiutava l'inevitabile dogmatismo. Se ci rileggiamo i suoi dibattiti di quel periodo, vediamo che essi ruotavano sempre intomo a due contrapposizioni: quella tra Oriente e Occidente, ovvero fra mondo socialista e mondo liberal-capitalista, e quella tra engagement politico e fuga dall'impegno. Bobbio rifletteva sul Gramsci degli intellettuali e l'organizzazione della cultura, e al tempo stesso sulla trahison des clercs di Julien Benda, ricordando la funzione che aveva avuto la rivolta intellettuale, anche se talora silente, nel periodo della dittatura, e riconosceva «un processo rivoluzionario in atto». Cos'era questo processo rivoluzionario per uno studioso che si presentava come un liberale e certamente non come un trotzkista? Ho ritrovato, in uno dei suoi ultimi scritti. Destra e sinistra, questo brano: «Mi sono sempre considerato uomo di sinistra e quindi ho sempre dato al termine sinistra una connotazione positiva, anche ora che è sempre più avversata, e al termine destra una connotazione negativa, pur essendo oggi ampiamente rivalutata. Più di duemila persone hanno seguito ieri sera al Teatro Regio di Torino la seconda delle «Lezioni Norberto Bobbio», tenuta da Umberto Eco in ricordo del filosofo scomparso il 9 gennaio. Qui di seguito, un ampio stralcio del suo intervento.

Persone citate: Bobbio, Gramsci, Julien Benda, Norberto Bobbio, Umberto Eco

Luoghi citati: Torino